Intaccare e disarticolare il sistema banche armate per dare una possibilità alla pace

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Intaccare e disarticolare la catena di controllo del sistema di potere della produzione di ordigni di morte e delle banche armate che lo finanziano e ci speculano. Per dare una possibilità alla pace. Intervista con Carlo Bellisai del Comitato Sardo Campagna Banche Armate

A breve si vedranno manifestazioni e movimenti internazionali anche di piazza per ripudiare le guerre nel mondo e il genocidio a Gaza e per fermare il riarmo in Europa. Come attivista impegnato su più fronti per la pace e i diritti umani puoi e vuoi commentare queste forti prese di posizione delle società civili di fronte all'orrore dei regimi dittatoriali e totalitari che si manifestano in tutta la loro criminalità?

Siamo davanti ad una sempre più preoccupante situazione internazionale, dove continua la devastante guerra in Ucraina, il genocidio della popolazione palestinese a Gaza, il massacro nascosto del Sudan e dell’Africa centrale, fino agli attacchi israeliani all’Iran, che avvicinano ulteriormente il rischio di una guerra nucleare. Non possiamo chiudere gli occhi: le guerre, oltre ad essere un’inutile carneficina, portano all’instaurarsi di governi totalitari ed all’annullamento delle libertà democratiche, all’impoverimento della popolazione e solo all’arricchimento sfrenato delle industrie belliche e delle élite.

Il riarmo europeo rientra nella criminalità assassina globale di una nuova corsa agli armamenti. Ma di quale riarmo si parla? 

In realtà, i paesi europei non sono mai stati disarmati, anzi già da anni le loro spese militari, sommate insieme, risultavano seconde solo alla macchina da guerra del Pentagono. Si parla di incrementare una spesa già molto rilevante che, in un’epoca di cambiamenti climatici e catastrofi ambientali, meriterebbe ben altro utilizzo.

Che responsabilità ha in questa corsa al riarmo globale il sistema che sembra inarrestabile e intaccabile delle cosiddette banche armate che noi invece vogliamo disarticolare dal basso?

Solo una forte spinta verso il disarmo potrà evitare all’umanità di cacciarsi nel vicolo cieco di una nuova guerra mondiale. Le guerre sono alimentate dall’industria delle armi, che utilizza le banche per le proprie transazioni economico-finanziarie. Ma se per i normali cittadini è assai difficile raggiungere direttamente i fabbricanti, potrebbero tentare almeno di arrivare alle banche.

Quindi da tutta questa barbarie si prospetta un sussulto di dignità e di riscatto pacifista e disarmista con una importante campagna nonviolenta. Puoi parlarne?

Da qui nasce l’idea di rilanciare la CAMPAGNA DI PRESSIONE ALLE BANCHE ARMATE. Ogni persona ha a che fare con le banche, non fosse altro perché i pagamenti di pensioni, stipendi, compensi nel settore pubblico e, in parte, anche in quello privato, passano obbligatoriamente attraverso gli istituti di credito. Ma poiché ad una banca ci dobbiamo forzatamente affidare, vogliamo almeno che la banca sulla quale riceviamo lo stipendio o la pensione, col cui bancomat facciamo la spesa, non abbia fra i suoi clienti e non faccia operazioni con produttori o mercanti di armi. 

Come state agendo a livello locale nella vostra già martoriata isola sottomessa dalle servitù militari imposte dai poteri forti come Nato e Stati Uniti?

Il Comitato Sardo Campagna Banche Armate, dopo un attento studio, coadiuvato anche dai massimi esperti in materia, ha avviato un’interlocuzione con tre banche, due rilevanti nell’ambito dell’isola, il Banco di Sardegna-BPER e Poste Italiane, la terza, Banca Valsabbina, nel bresciano, la banca cui si è affidata l’industria bellica RWM per le sue operazioni sul mercato.

Da Banca Valsabbina, nessuna risposta in quasi due mesi, nonostante un sollecito: il che la dice lunga sul suo reale interesse di interloquire con la società civile. Con Poste Italiane l’interlocuzione sta andando avanti, mentre con il Banco di Sardegna- BPER la comunicazione finora è stata piuttosto fredda, reticente e poco collaborativa.

Per questo avete dato risalto pubblico alla Campagna, con un sit-in conferenza stampa davanti alla sede del Banco di Sardegna a Cagliari lo scorso 11 giugno. Giusto?

Certo. Una mobilitazione che ha visto la presenza di oltre cinquanta persone, suscitando anche interesse e approvazione fra i passanti. Grandi assenti i mezzi d’informazione: a parte un brevissimo servizio su TG3 Regione e gli articoli pubblicati da alcune testate online, non è stato dato il giusto risalto a questo evento.

A voi sembra arrivato il momento di dare spessore a questa mobilitazione, nata in Sardegna, ma che vuole essere contagiosa anche a livello nazionale e internazionale?

Sì. Certamente. Vogliamo banche disarmate, che facciano a meno dei denari di aziende che forniscono ordigni bellici o apparecchi d’intelligence militare, perché ci ripugna la guerra come ignobile ed inutile strage, compiuta e subita, nell’escalation, da persone che appartengono alla stessa specie biologica e che muoiono per gli interessi dei loro dominanti. 

Per questo il comitato andrà avanti sulla strada che ha tracciato, sperando di ottenere ulteriori consensi e partecipazione. Voglio ricordare il messaggio giuntoci dagli amici nonviolenti di Brescia, nella cui provincia ha sede la Banca Valsabbina e, guarda caso, a Ghedi anche la RWM. Con loro c’è una sorta di gemellaggio al rovescio: subiamo le stesse calamità. Ma questo può unirci nell’impegno per un mondo in cui non ci sia più spazio per le guerre.

Laura Tussi

Docente, giornalista e scrittrice, si occupa di pedagogia nonviolenta e interculturale. Ha conseguito cinque lauree specialistiche in formazione degli adulti e consulenza pedagogica nell'ambito delle scienze della formazione e dell'educazione. Coordinamento Italia Campagna Internazionale ICAN - Premio Nobel per la Pace 2017 per il disarmo nucleare universale, collabora con diverse riviste telematiche tra cui PressenzaPeacelinkIldialogoUnimondo, AgoraVox ed ha ricevuto il premio per l'impegno civile nel 70esimo Anniversario della Liberazione M.E.I. - Meeting Etichette Indipendenti, Associazione Arci Ponti di Memoria e Comune di Milano. Autrice dei libri: Sacro (EMI 2009), Memorie e Olocausto (Aracne 2009), Il dovere di ricordare (Aracne 2009), Il pensiero delle differenze(Aracne 2011), Educazione e pace (Mimesis 2012), Un racconto di vita partigiana - con Fabrizio Cracolici, presidente ANPI Nova Milanese (Mimesis 2012), Dare senso al tempo-Il Decalogo oggi. Un cammino di libertà (Paoline 2012), Il dialogo per la pace. Pedagogia della Resistenza contro ogni razzismo (Mimesis 2014), Giovanni Pesce. Per non dimenticare (Mimesis 2015) con i contributi di Vittorio Agnoletto, Daniele Biacchessi, Moni Ovadia, Tiziana Pesce, Ketty Carraffa, Antifascismo e Nonviolenza (Mimesis 2017), con Alfonso Navarra, Adelmo Cervi, Alessandro Marescotti.  Collabora con diverse riviste di settore, tra cui: "Scuola e didattica" - Editrice La Scuola, "Mosaico di Pace", "GAIA" - Ecoistituto del Veneto Alex Langer, "Rivista Anarchica". Promotrice del progetto per non dimenticare delle Città di Nova Milanese e Bolzano www.lageredeportazione.org e del progetto Arci Ponti di memoria www.pontidimemoria.it. Qui il suo canale video.

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