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In volo sulle ali della scienza dei cittadini
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Foto: Osvaldo Negra, MUSE
Se diciamo “uccelli” e poi “rete”, la prima immagine che salta probabilmente in testa a molti è quella delle reti un tempo (speriamo ormai del tutto archiviato) utilizzate per cacciarli. Se forse abbiamo un po’ più di familiarità e di affetto per questo popolo del cielo, ci verranno invece in mente le reti per gli inanellamenti a scopo scientifico. Oggi però, parlare di reti e di uccelli, significa anche e soprattutto parlare di una dimensione partecipativa sempre più ampia che sta coinvolgendo istituzioni scientifiche e cittadini nei monitoraggi, costruendo relazioni sempre più solide e articolate per renderli possibili.
Nel mondo sono circa 11.000 le specie di uccelli, e di queste 551 sono presenti in Italia. Per le peculiari caratteristiche, l’avifauna è tra le più affascinanti per l’uomo: prima di tutto gli uccelli volano, e dai tempi di Icaro questo aspetto ci suscita parecchia invidia e desiderio di malriuscita emulazione. Gli uccelli poi migrano, si spostano liberamente senza confini, orientandosi in modi talmente sofisticati che da fare concorrenza ai nostri più avanzati dispositivi tecnologici. E poi gli uccelli sono tendenzialmente più facili da avvistare rispetto ad altri animali, la maggior parte sono specie diurne che condividono con noi il periodo di luce come principale periodo di attività. Come noi utilizzano vista e udito come sensi preponderanti per muoversi, evitare pericoli, incontrarsi, nutrirsi. E questi sono solo alcuni dei tratti che fanno sì che molti di noi si siano avvicinati e interessati al loro mondo, convertendo una passione in azioni, anche piccole ma importanti, di supporto alla ricerca e alla conservazione, affiancando comportamenti di cittadinanza attiva a quella che è la mission istituzionale di Musei e centri di ricerca, ovvero lavorare, senza scopo di lucro, al servizio della società e del suo sviluppo, rimanendo aperti al pubblico e acquisendo e conservando dati fondamentali per contribuire a leggere una realtà sempre più complessa e ancora ricca di misteri.
Dalle prime attività di osservazione promosse negli anni Ottanta ai più recenti risultati scientifici ottenuti grazie alla collaborazione di tanti appassionati che negli anni hanno contribuito alla raccolta di importanti informazioni per la conservazione dell’avifauna, molte sono state le tappe di un lungo cammino di studio e documentazione in Italia: dalle indagini per l’individuazione dei siti strategici per le specie nidificanti e migratrici, ai monitoraggi dei rapaci diurni e notturni, un tempo tra i più minacciati, alle ricerche condotte sugli uccelli più sensibili ai cambiamenti ambientali in atto, il panorama della scienza – e della Citizen Science – si è sempre più ampliato.
Sullo sfondo, un incessante lavoro di raccolta e archiviazione dei dati tramite la piattaforma Ornitho.it, testimone di una vasta documentazione funzionale alla valutazione dello stato di conservazione dell’avifauna e degli habitat frequentati dalle tante specie, entro e fuori il sistema delle aree protette e della Rete Natura 2000. Una conoscenza capillare, frutto di tante collaborazioni e progetti tuttora in corso con le diverse realtà associative e scientifiche, fra le quali CISO (Centro Italiano Studi Ornitologici), LIPU Italia, ISPRA e molte Università italiane ed estere, che nel tempo musei come il MUSE – Museo delle Scienze di Trento e associazioni come EBN Italia, che si pone l’obiettivo di diffondere l’attività di osservazione e riconoscimento in natura degli uccelli (birdwatching), hanno saputo acquisire e mettere disposizione di cittadini e tecnici del settore.
Proprio assieme al MUSE, ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, studia le abitudini dell’avifauna in prima linea da oltre 25 anni e lo fa grazie al Progetto Alpi, un programma di monitoraggio scientifico che si concentra sul fenomeno della migrazione postriproduttiva attraverso la catena alpina. Un lavoro prezioso svolto dai tanti inanellatori e partecipanti che negli anni si sono susseguiti in uno dei più rilevanti progetti partecipativi, che rientrano fra i più importanti esempi di Citizen Science.
Si tratta di dati e conoscenze importanti che rispondono alle richieste di conservazione dell'avifauna migratrice, così come previsto dalla Direttiva Uccelli UE e che ci aiutano a capire di più di loro, ma anche di noi. Perché gli uccelli sono biodiversità in movimento, non solo in virate acrobatiche sopra i nostri tetti, ma anche per chilometri e chilometri della nostra Terra, per svernare, nidificare e riprodursi. I loro sono viaggi spesso incredibili, avventure che potrebbero fare il paio con i grandi Bildungsroman della letteratura, ma che qui raccontano della vita nei cieli e sulla terra e dicono molto di come stanno cambiando gli equilibri del Pianeta.
Anna Molinari

Giornalista freelance e formatrice, laureata in Scienze filosofiche, collabora con diverse realtà sui temi della comunicazione ambientale. Gestisce il progetto indipendente www.ecoselvatica.it per la divulgazione filosofica in natura attraverso laboratori e approfondimenti. È istruttrice CSEN di Forest Bathing. Ha pubblicato i libri Ventodentro (2020) e Come perla in conchiglia (2024). Per la testata si occupa principalmente di tematiche legate a fauna selvatica, aree protette e tutela del territorio e delle comunità locali.