In Libia c'è la guerra. In Italia le amministrative

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Il presente articolo propone un raffronto degli ultimi giorni, tra l'inviato di Unimondo in Libia, Andrea Bernardi, e l'attività del Ministro degli Esteri, Franco Frattini.

30 aprile: A Misurata i lealisti del Colonnello avanzano con artiglieria pesante dalle prime ore dell'alba. Il leader degli insorti libici Mustafa Abdel Jalil invita Frattini in Libia. Il Ministro non risponde. Si dice ottimista per l'intesa con la Lega. Araba? No. Nord.

1 maggio: Festa internazionale del lavoro. Ma non per chi sta in guerra. Alle 6 del mattino nel quartiere di Ghiran, sud di Misurata, controllato dai ribelli e distante poco meno di 500 metri dall’aeroporto, dove si riparano le forze del colonnello, sembrava tutto pronto per la grande offensiva. Offensiva che, giuravano gli insorti, avrebbe definitivamente messo fine all’assedio di Misurata e protetto la popolazione civile. Mentre l’artiglieria attendeva in fila ordinata la copertura aerea della Nato per avanzare, i lealisti hanno scaricato nell’area una pioggia di RPG (arma portatile anticarro) e mortai. L’ambulanza su cui viaggiavo con altri giornalisti è andata in frantumi. Uno degli RPG ha colpito l’entrata del garage dove molti ribelli stavano pulendo le armi provocando 4 morti e 13 feriti, di cui cinque in modo grave. Panico, nervosismo e disorganizzazione, hanno fatto il resto tra le file dei giovani combattenti. Dopo meno di un’ora i lealisti avevano conquistato l’area e costretto tutti alla ritirata.

Attorno alle 17 si scatena la furia dei lealisti. Una quarantina di grads, sparati a random sull’area, hanno mandato in frantumi container e strutture, uccidendo due persone e ferendone oltre 20.

Nella parte ovest di Misurata una nuova offensiva dei lealisti ha costretto i ribelli a indietreggiare e perdere nuovamente terreno. La paura delle armi pesanti è sempre più grande e l’appoggio sperato dei caccia Nato non è arrivato. La parte periferica a Sud di Misurata sta tornando in mano alle truppe del colonnello, che, stando ai racconti dei feriti di questa mattina all’ospedale, stanno nuovamente avanzando verso Tripoli street. L’ultima notizia non verificata che gira all’ospedale è di migliaia di soldati attorno alla città muniti di maschere anti-gas. Il terrore del possibile uso di Gas mostarda contribuisce a complicare una situazione già tesa tra dottori e civili presenti. Nessuna notizia degli ultimi 700 migranti africani che sono in attesa di essere evacuati e si trovano nelle tende della Mezzaluna Rossa a qualche centinaio di metri dall’entrata principale del porto. La nave dell’Iom, l’Organizzazione internazionale per i Migranti, da 48 ore attende a 6 miglia di distanza l’ordine di entrare. Frattini apre un contenzioso con Malta per mancato soccorso agli immigrati.

2 maggio: I tank di Gheddafi assediano Misurata. La parte Sud di Misurata è di nuovo scossa dai combattimenti. Le milizie del Colonnello, da ieri pomeriggio, hanno ripreso i bombardamenti con missili grads e artiglieria pesante. I giornalisti vengono accusati dai ribelli con il dito puntato di non informare abbastanza. La Nato non bombarda le forze lealiste e Misurata è accerchiata. L'unica via di fuga è il porto. Le barche sono fuori da tre giorni. Frattini incontra a Roma il Patriarca Maronita Libanese, Bechara Boutros El Rai

3 maggio: La maggior parte della stampa straniera a Misurata ha deciso di partire. Per tutta la notte, nello scantinato sotto terra dove si ammassano giornalisti e dottori stranieri sono risuonate le esplosioni della battaglia. Alle 6 del mattino, alle porte della struttura, decine di persone con il dito puntato accusavano la stampa di non fare abbastanza per chiedere un intervento militare della Nato. È a questo punto che i responsabili del media center di Misurata decidono di spostare i giornalisti in un luogo più sicuro, in attesa di una barca per Bengasi. Molti dei civili libici che in questi mesi sono rimasti in città sono incolonnati a piedi o con le loro auto al cancello incenerito del porto, in attesa ti trovare una barca per Misurata, sfidando la sorte dei grads che cadono dal cielo e che anche questa mattina hanno colpito il porto. La Nato non si vede e le barche sono a 6 miglia e se questa è la situazione torneranno indietro vuote. Si attende indicazioni su come uscire da Misurata. Le barche sono fuori dal porto da 3 giorni! Frattini discute le mozioni sulla Libia. Compresa la mozione di intervento a tempo.

4 maggio: Ci sono almeno 23 giornalisti che hanno chiesto di essere evacuati da Misurata, la città stretta tra Sirte e Tripoli, assediata da settimane dalle forze di Muammar Gheddafi. Lo riferiscono, oltre agli interessati, i funzionari dell'Organizzazione internazionale dei migranti, Oim. La nave dell'organizzazione, la Red Star One battente bandiera albanese, è attraccata nel porto della città oggi dopo giorni di attesa per proseguire nelle operazioni per portare via i lavoratori stranieri e i feriti. L'Oim fino ad oggi ha evacuato oltre 5.500 persone da Misurata. Il ministro degli Affari esteri interviene alla Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli a sostegno della campagna elettorale del sindaco di Assisi Claudio Ricci.

5 maggio: Bernardi arriva in Bengasi. Frattini conferma l'impegno italiano a Hillary Clinton. Per il gruppo di contatto: “il tempo di Gheddafi sta scadendo”.

6 maggio: Il nostro giornalista arriva al Cairo. Frattini afferma che la fine della guerra è questione di settimane.

7 maggio. Bernardi atterra a Kabul. Afghanistan. Farnesina: forse, per la fine della guerra, è questione di giorni.

Fabio Pipinato

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