www.unimondo.org/Notizie/Immigrati-dati-su-vita-e-miracoli-ma-senza-voto-56667
Immigrati: dati su 'vita e miracoli' ma senza voto
Notizie
Stampa
E' stato presentato oggi il primo rapporto dell'Osservatorio sull'immigrazione della Provincia di Roma, che registra la più alta presenza di stranieri (291mila regolarmente soggiornanti) fra le province italiane: il 13,3% del totale in Italia; i titolari di imprese di origine straniera sono pari a 9.846 (in prevalenza cinesi, bangladesi, magrebini ed egiziani). "Entro l'autunno nascerà il Consiglio provinciale dell'immigrazione, composto da 40 membri" ha dichiarato Gasbarra, presidente della Provincia di Roma. Nel rapporto è contenuta l'indicativa proiezione demografica sul futuro sempre meno "straniero" con i dati sulla fecondità (ci sono 3.656 bambini nati da almeno un genitore straniero e 2.837 da genitori entrambi stranieri) e la nuzialità (1.748 matrimoni con un coniuge straniero, pari al 2,5% del totale); 20.888 le coppie miste (composte soprattutto da uomini italiani e donne immigrate) e 17.329 coppie straniere. Secondo i dati del rapporto il 70% degli immigrati vive in un'abitazione privata, quasi sempre in affitto, il 20% sul luogo di lavoro, il 5,6% ospite da parenti o amici, il 3% in strutture di accoglienza, il 2,5% in una casa occupata o in una sistemazione fortuita.
Questo quadro segue l'interessante rapporto sul reddito degli immigrati redatto da "Stranieri in Italia" - gruppo editoriale specializzato in immigrazione. Un lavoratore immigrato guadagna in media 977 euro al mese, spende quasi l'80% del suo reddito in Italia e ogni settimana lavora undici ore in più rispetto ad un italiano. Il settore che garantisce guadagni più alti è quello dell'industria (1133 euro al mese), seguono i servizi (1075 euro) e l'agricoltura (893 euro). Colf e badanti sono i lavoratori stranieri che guadagnano di meno, in media 750 euro al mese. Il 79% di questi guadagni (21,5 miliardi di euro) viene speso in Italia, in primo luogo per pagare l'affitto o le rate del mutuo (6,5 miliardi di l'anno, il 25% del reddito) ma anche in consumi come la telefonia, settore in cui tra cellulari, schede prepagate e phone center, gli immigrati spendono in media 1,2 miliardi di euro l'anno. Il contributo fondamentale degli immigrati alla nostra economia è evidente anche se si considera la relazione diretta che esiste tra ore lavorate settimanali e reddito procapite.
In questo tortuoso percorso di integrazione si inserisce la battaglia per il diritto di voto ai cittadini migranti. Questa proposta politica parte da Genova nel 2002, per estendersi successivamente a numerosi Comuni italiani, che annunciano anch'essi l'obiettivo di estendere l'elettorato attivo e passivo ai propri residenti stranieri. Dopo circa tre anni, Roberto Faure - avvocato e consulente del Comune di Genova su questa tema - traccia un primo bilancio dei risultati ottenuti, mettendo in guardia dal rischio di ottenere un esito valido solo sulla carta. La convenzione di Strasburgo del 1992 impone ai sottoscrittori, tra cui l'Italia, di concedere il voto e l'elettorato passivo per le elezioni amminstrative ai residenti. Così Genova nel luglio 2004 introduce il diritto con la modifica statutaria ma ad oggi mancano delle semplici norme regolamentari che stabiliscano il "come si vota". "Per risolvere tali questioni non necessita una votazione complessa e la forte maggioranza avuta per la modifica statutaria, si tratta di semplici delibere del Consiglio Comunale, che ci si dovrebbe attendere vengano fatte prima delle prossime elezioni" ha precisato Roberto Faure che invita caldamente a procedere e dare il buon esempio, visto che in Italia fino ad ora si è solo parlato ma nessun immigrato ha votato. [AT]