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Immigrati al voto: ma restano schiavi
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L'Europarlamento si é pronunciato in favore della concessione del diritto di voto (elezioni locali e europee) a extracomunitari residenti legalmente in un paese Ue da 5 anni. Nel documento l'Europarlamento afferma che gli stati membri possono estendere l'applicazione del principio della parità di trattamento con i residenti comunitari anche a settori "come la partecipazione attiva alla vita politica, compreso il diritto di voto a livello locale ed europeo". Intanto in Italia il disegno governativo n° 795 (cosiddetto Bossi-Fini) è all'esame della Commissione affari costituzionali. Finora in commissione non esiste traccia dei due "auto-emendamenti" annunciati la scorsa settimana dal governo sulla "sanatoria delle colf" e sul contrasto militare delle navi dei clandestini. Guerre & Pace riporta nel suo ultimo numero un'analisi di Nicola Coccìa sugli "schiavi d'Europa" che denuncia come "l'Europa sia ben disposta a rimodellare verso il basso l'intero sistema dei diritti civili e umani: basti pensare all'istituzione dei "campi" e alla creazione di un diritto speciale per stranieri, che possono essere sottoposti a misure privative della libertà senza aver commesso alcun fatto penalmente rilevante. Ciò - ribadisce Coccìa - non costituisce certo un'anomalia italiana: l'arresto/detenzione di una persona contro cui è in corso un procedimento di espulsione è infatti espressamente previsto sin dall'art. 5 della Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle libertà fondamentali del 1950."
Pubblicato il: 06.02.2002
" Fonte: » Vita, Guerre & Pace, Sherwood Comunicazione;
" Approfondimento: » Servizio migranti Caritas , Testimoni di Genova;