Il ripristino della pena di morte è sempre più vicino?

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Sarebbe sempre più vicino il ripristino della pena di morte per “terroristi” in Turchia. Secondo quanto ha rivelato il quotidiano turco Cumhuriyet martedì, infatti, il presidente turco Erdogan e l’alleato nazionalista Bahceli avrebbero discusso (e concordato) alla fine di luglio di ripristinare la sentenza capitale. Una decisione che, se confermata, di fatto porrebbe fine alla richiesta di Ankara di entrare nell’Unione Europea. La notizia rivelata da Cumhuriyet giungeva però nelle stesse ore in cui il ministro degli esteri turco Cavusoglu annunciava la riattivazione del Gruppo di azione delle riforme, ovvero del comitato che si occupa di avanzare le riforme richieste da Bruxelles.

Parlando da Vilnius, Cavusoglu ha ribadito come tra le priorità di Ankara ci sia quello dell’ingresso della Turchia in Europa. “Dopo aver rimosso lo stato di emergenza, [attivo per due anni dopo il golpe fallito del luglio 2016] il nostro obiettivo sono ora le riforme”. Il ministro ha spiegato che il Gruppo, i cui lavori sono terminati nel 2015 quando il clima autoritario in Turchia ha reso impraticabile la prospettiva di un ingresso turco nell’Unione europea, “escogiterà una road map per implementare delle riforme”. “Quello che ci aspettiamo dall’Ue è molto chiaro – ha aggiunto Cavusoglu – Non vogliamo gesti che non siano meritati. Vogliamo quelli che la Turchia merita e quelli che ci sono stati promessi”.

La notizia riferita da Cumhuriyet riporta al centro del dibattito la questione della pena di morte in Turchia. La sentenza capitale era stata abolita nel 2002 per reati commessi in periodo di pace (fu pienamente abolita nel 2004 proprio dall’allora primo ministro Erdogan). L’abolizione servì allora come segno di “buona volontà” per riattivare i negoziati con Bruxelles che, nella sua Carta dei diritti fondamentali, vieta categoricamente l’utilizzo di tale pratica. Tuttavia, dopo il fallito colpo di stato del 2016, la situazione è radicalmente cambiata in Turchia: molti politici – tra cui lo stesso Erdogan – hanno chiesto il ritorno delle esecuzioni, soprattutto per i golpisti. Nel 2017, a un anno di distanza dal golpe, Erdogan ha poi promesso che avrebbe ripristinato la pena di morte “senza esitazione”, a prescindere dalle richieste dell’Ue.

Contro l’ingresso turco nell’Unione europea si è espresso intanto due giorni fa il presidente francese Macron. Il leader transalpino, pur ribadendo l’importanza di avere relazioni di sicurezza con la Turchia, ha detto che Ankara “continua giorno dopo giorno a seguire agende politiche pan-islamiste e anti-europee. Come possiamo pensare onestamente di continuare a discutere della sua adesione all’Unione?”.

Da Nena-news.it

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