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Il peso geopolitico dell’uranio di Astana
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Foto: Dan Meyers da Unsplash.com
La richiesta di uranio kazaco sta facendo aumentare le tensioni in Eurasia, anche per via delle conseguenze del conflitto in Ucraina e delle sanzioni alla Russia, che - come fanno notare molte agenzie locali e internazionali - proprio per questo prezioso materiale si trova sempre più in conflitto con la Cina. Alcuni politologi russi concordano sul fatto che “Mosca e Pechino sono divisi dal Kazakistan, sulle rive del fiume Embe”, il territorio di estrazione dell’uranio.
Il Kazakistan è il principale fornitore mondiale di uranio, con il 40% della produzione mondiale, che in parte preponderante era sempre stato destinato alla Russia. Ora tra gli acquirenti crescono gli Usa e la Cina, creando una fortissima concorrenza geopolitica mondiale. Astana non può infatti aumentare l’export in una direzione senza ridurlo dall’altra in breve tempo, e alcuni recenti decisioni del governo kazaco hanno ulteriormente acuito la tensione.
La principale miniera di uranio di Budenovsk, anzitutto, è passata recentemente sotto il controllo della russa Rosatom, l’agenzia di Mosca per l’energia nucleare. Sull’altro versante, Astana si è accordata per vendere a Pechino 30 tonnellate di carburante per le centrali nucleari della Cina, accordo che permetterà ai cinesi di trasformare le centrali a combustione in nucleari entro a metà del 2030. Per questo, il Kazakistan si è impegnato ad aumentare la produzione di uranio per il 50%...