Il nucleare e il gas e il petrolio rubato da francesi e statunitensi in Yemen e Siria

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A sentire i nuovi propagandisti del rinascimento nucleare italiano, basterebbe costruire una nuova centrale nucleare per non avere più problemi di elettricità e con qualcun’altra l’Italia non avrebbe più problemi di energia e non dovrebbe più importare petrolio e gas. Se non siamo energeticamente indipendenti (come se l’Italia fosse zeppa di uranio e non lo dovesse importare…) è colpa degli ambientalisti e degli italiani che si sono fatti impaurire da due lievi incidenti nucleari come quelli di Chernobyl e di Fukushima Daiichi.

Ora, basterebbe dare un’occhiata ai titoli dei giornali francesi, britannici e statunitensi – tutti Paesi con decine di centrali nucleari – per capire che anche lì l’energia ha costi elevatissimi e che la guerra del gas russo e il costo del petrolio stanno provocando una crisi energetica e sociale devastante e il rischio di restare al freddo in inverno, senza contare il fatto che i francesi non sanno più dove scaricare a buon mercato le loro scorie nucleari che finivano ad avvelenare intere aree dello sterminato territorio russo. Ma quel che succede in due Paesi del Medio Oriente in guerra – Yemen e Siria –  ci dà l’idea di quanto poco abbia a che fare il nucleare con la mitigazione della crisi energetica in corso e di quanto i Paesi nucleari che la destra italiana indica a modello siano ancora dipendenti dai combustibili fossili.

Come riferisce l’agenzia internazionale iraniana IRIB, «Una gigantesca petroliera battente bandiera greca con un carico di due milioni di barili di greggio “rubato” dello Yemen ha lasciato un porto nella provincia orientale yemenita di Hadhramaut come un’altra prova di come la coalizione militare a guida dell’Arabia Saudita e i suoi mercenari continuano a saccheggiare le risorse naturali del Paese martoriato»...

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