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Il mondo cattolico sarà alla Perugia Assisi
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Domenica 14 ottobre saremo alla Perugia-Assisi. Le ragioni che ci avevano spinto a partecipare il 7 luglio a Genova ad un' iniziativa in vista del G8 sono in gran parte le stesse con le quali le nostre associazioni hanno promosso o aderiscono all Assemblea Onu dei Popoli e alla marcia Perugia-Assisi e che ci porteranno a marciare, insieme a tanti uomini e donne di buona volontà convocati dalla Tavola della Pace. Come hanno scritto i francescani della Basilica patriarcale di San Francesco la marcia, questa marcia, non sopporta strumentalizzazioni e nessuno può appropriarsene. Ha delle radici, uno stile, dei valori che si ritrovano nell' intenzione originaria di Aldo Capitini. E' a quelle radici che bisogna attingere per non lasciarsi ingannare da un pacifismo strumentale e politicizzato. Come credenti siamo a Perugia e saremo ad Assisi perché intendiamo continuare ad assumerci il rischio di un impegno che respinga l'invito di tanti a starcene a casa.
La parola oggi non spetta come qualcuno vorrebbe far credere solo agli specialisti, ai militari e ai capi di Stato. Spetta anche ai movimenti della società civile. La sentiamo come una nostra responsabilità come abbiamo sentito di dover prendere la parola il 7 luglio. Ai partiti, agli uomini politici ed ai rappresentanti delle istituzioni che vorranno marciare con noi ripetiamo le parole di Capitini: siete i benvenuti, ma senza simboli e bandiere. La marcia vede insieme persone, gruppi con identità e culture diverse, ma non è un bazar disordinato e confuso dove ognuno prende ciò che vuole e magari si costruisce una marcia a suo uso e consumo. La Perugia-Assisi sarà infine una straordinaria occasione per tanti di noi che sono ancora una volta etichettati sbrigativamente come no global per mostrare il nostro vero volto: quello di new global , quello di un altra globalizzazione che sia dei diritti, della solidarietà e del lavoro per tutti.
Cibo, acqua e lavoro per tutti è lo slogan della marcia, che è un modo efficace per dire che vanno sradicate le cause della povertà e dello sfruttamento che oggi ostacolano la costruzione della pace nel mondo.
Noi ci ritroveremo ad Assisi per essere contro qualcuno ma per due obiettivi concreti: sradicare il terrorismo e costruire la pace. Il cancro del terrorismo va estirpato non escludendo a priori l'uso della forza purchè esercitata nei limiti e nelle forme previste dalla carta delle Nazioni Unite e del diritto internazionale. I terroristi vanno colpiti subito e con tutti i mezzi a cominciare dal prosciugamento delle loro fonti finanziarie mettendo principalmente mano a tutti i paradisi fiscali, veri e propri santuari della criminalità e del terrorismo. Vanno assicurati alla giustizia i criminali che hanno ideato, organizzato, finanziato e protetto gli attentatori dell' 11 settembre.
Ci inquieta l'azione militare anglo-americana perchè rischia di far allargare il conflitto e di mietere vittime innocenti. Al governo italiano pochi giorni prima del G8 avevamo formulato richieste precise che sono ancora dirimenti perchè lo slogan cibo, acqua e lavoro per tutti non resti uno slogan vuoto. Incrementare la quota del Pil destinato agli aiuti per lo sviluppo dei Paesi poveri rafforzando la cooperazione e la solidarietà internazionale, applicare subito la legge sulla cancellazione del debito estero, bandire la guerra e combattere autenticamente il mercato delle armi, rafforzare il ruolo delle Nazioni Unite nella prevenzione e soluzione dei conflitti. Sono cose che si possono fare rapidamente, nelle prossime settimane, anche nella stessa legge finanziaria.
I tanti passi che faremo insieme a Perugia-Assisi sono il simbolo che la via della pace chiede pazienza e determinazione, fermezza e mitezza, chiarezza e disponibilità al dialogo. Sono questi i sentimenti che vogliamo portare e testimoniare nella città di San Francesco, luogo simbolo della pace e del dialogo tra culture e religioni, e come lui, con mitezza, incontrare il Sultano e i poveri della terra .