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Il Wto e gli Ogm "sani"
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Il 7 febbraio 2006 è stato diffuso l'Interm Report scritto dalla corte arbitrale (panel) istituita ad hoc per gestire la disputa intentata da Stati Uniti, Canada ed Argentina contro la Comunità Europea, relativamente al suo sistema di approvazione di Ogm. L'Interim Report è in sostanza una pre-sentenza comunicata solo alle parti contraenti, che anticipa solitamente di un mese la pubblicazione della sentenza ufficiale. Per la prima volta nella storia del Wto, la parte finale, contenente le conclusioni, è stata pubblicata sul proprio sito internet da The Institute for Agriculture and Trade Policy, permettendo così a tutti di poter accedere alle conclusioni della corte arbitrale.
La sentenza condanna la moratoria europea e le misure di salvaguardia messe in atto da alcuni paesi membri nel periodo 1998-2003, ma va letta con attenzione per evitare di attribuirle giudizi che non contiene. Lo stesso giorno della pubblicazione Bob Portman, il Rappresentante della casa bianca sul commercio internazionale, attraverso un comunicato stampa ha fatto intendere che il giudizio Wto chiarisce una volta per tutte che gli Ogm sono sani e sono una buona tecnologia volta a ridurre la povertà nel mondo.
La dichiarazione è esemplare nel fornire una interpretazione della sentenza assolutamente falsa. In realtà, come sarà mostrato in questo breve approfondimento, il panel Wto ha astutamente evitato di giudicare salubrità ed eventuale equivalenza degli Ogm, limitandosi a valutare la normativa europea in rapporto all'accordo sanitario e fitosanitario.
Questo accordo ignora il principio di precauzione, a cui si è ispirata sinora la comunità europea nel redigere i propri regolamenti sugli Ogm. Pertanto non stupisce che il verdetto sia stato favorevole agli Stati Uniti. Il nostro ministro delle politiche agricole, Gianni Alemanno, ha definito la sentenza come una: "gravissima la presa di posizione Wto, un attentato alla sovranità legislativa dell'Unione europea" , ma il suo giudizio appare superficiale. Il panel ha semplicemente applicato le regole che tutti i paesi membri hanno a suo tempo sottoscritto e che tutti i ministri competenti dovrebbero conoscere.
Il problema dunque non è attribuibile al giudizio dei tre giudici nominati dal Wto, quanto dalle regole codificate nell'SPS, solo che da sempre i ministri lasciano l'interpretazione degli accordi agli esperti chiamati a derimere le dispute commerciali, piuttosto che intervenire direttamente.
Per questo da anni, ripetiamo ostinatamente che: "Gli accordi scaturiti dall'Uruguay Round devono essere valutati per comprenderne gli effetti sulla vita quotidiana della gente, sulla salute e sull'ambiente". Se il loro impatto ha generato squilibri occorre mettervi riparo. Gli obiettivi primari devono essere la riduzione delle disparità, la salute e il rispetto delle diversità culturali." Questo dovrebbe essere l'obiettivo dell'attuale ciclo di negoziati, non un ulteriore rafforzamento dei vincoli. C'è qualcuno nei due schieramenti che si stanno attualmente confrontando sulla scena politica italiana che ne è consapevole?
di Roberto Meregalli