www.unimondo.org/Notizie/Il-Punto-ll-Mondo-di-queste-ultime-settimane-ci-appare-spaventoso-267389
Il Punto - ll Mondo di queste ultime settimane ci appare spaventoso
Notizie
Stampa

Immagine: Unsplash.com
Dice Trump, che la Russia è una tigre di carta. Dice poi, visto che parla a lungo, di meritare il Nobel per la Pace, dato che ha posto fine a sette guerre in sette mesi. Ammettetelo: la suggestione biblico-creazionista qui è forte, con quel sette di mezzo. Si scatena Trump e nel discorso antiglobalista e occidentalista, tutto dalla parte di Israele e Ucraina, riesce ad accusare l’Unione Europea - ma non è alleata? - di essere infida e devastata dalla truffa ecologica ed ecologista e dall’immigrazione incontrollata. Poi, cala l’asso sul padrone di casa, sull’Onu. Invece di risolvere i problemi - dice -, li crea e li finanzia. Il sottinteso è: meglio, quindi, andarsene.
Il delirio di Trump al palazzo di vetro è il vero elemento essenziale della settimana di Risiko mondiale. È la cartina tornasole della situazione planetaria e se il Mondo di queste ultime settimane ci appare spaventoso, bene: sappiate che lo è. Le speranze di trovare strade e vie di soluzione negoziata e pacifica alle crisi si assottigliano nelle megalomanie di alcuni leader. L’assemblea Onunè stata un lungo rosario di interventi, alcuni davvero pregevoli, mirati soprattutto a dissuadere Israele dal continuare con il genocidio. Inutile, Tel Aviv prosegue. Massacra con indifferenza decine di palestinesi ogni giorno. Il presidente siriano Ahmed al-Sharaa ha chiesto vengano ritirate le sanzioni contro il suo Paese. La guerra, ha spiegato, è finita. A margine dell’assise, però, ha raccontato come Damasco abbia "paura di Israele, che blocca i negoziati per un accordo di pace e viola costantemente il nostro spazio aereo e il nostro territorio".
Di violazioni ed arroganza israeliane ha parlato il presidente turco Erdogan. Secondo molti analisti militari, proprio la Turchia potrebbe essere il prossimo bersaglio di Israele. In ballo ci sono, tra l’altro, i contesi giacimenti di gas nel Mediterraneo. Accadesse, ci fosse l’attacco, la situazione diventerebbe cinicamente interessante: la Turchia, Paese del Patto Atlantico, se sotto attacco dovrebbe essere difesa subito da tutti gli altri membri della Nato. Secondo molti di quegli stessi analisti, Ankara in realtà si troverebbe drammaticamente sola.
Dopo Erdogan, il presidente colombiano Petro ha sfidato l’ordine mondiale, proponendo la costituzione di un esercito planetario, da inviare a Gaza per salvare la Palestina e dare ancora un senso alle democrazie esistenti. Una sfida che Trump e Netanyahu guardano con disprezzo, come con rancore hanno osservato gli stati europei, Francia Inghilterra, Spagna per citare i principali, riconoscere ufficialmente la Palestina. Ora sono più di 150 i Paesi che ne riconoscono l’esistenza: per Tel Aviv è un vero guaio.
Israele è sempre più isolata. Vive di un'economia di guerra che viene alimentata da arte. Netanyahu ha avvisato gli israeliani, ha detto loro di prepararsi ad un’economia di autosufficienza. Certo è che Tel Aviv fa di tutto per mostrarsi pericolosa e antipatica. Gli attacchi notturni, a ripetizione, contro la Global Sumud Flotilla sono l’ennesima pagina buia. Droni hanno sganciato sulla Flotta civile pacifista bombe sonore, spray urticanti e materiale non identificato. le imbarcazioni si trovavano, ricordiamolo, in acque internazionali, a sud di Creta. Italia e Spagna hanno mandato navi militari per difendere la flottiglia. Anche questo è un segnale importante.
Intanto, a Gaza e in Cisgiordania, continuano le operazioni di pulizia etnica. L’offensiva di terra a Gaza City prosegue. I giornali locali parlano di carri armati lungo la strada Shifa, nel quartiere Rimal di Gaza City. È a 3 chilometri dal centro. I morti sono decine, ogni giorno. In Cisgiordania prende forma il progetto israeliano di spaccare definitivamente in due il territorio, per uccidere sul nascere ogni possibile nuovo stato. Il progetto di insediamento dei coloni si chiama “E1”. Prevede la costruzione di circa 3.400 unità abitative, nello spazio che va da Gerusalemme a Ma'ale Adumim. L'approvazione è stata qualche settimana fa, ma ora si inizia a capire come prenderà forma. Si tratta di un'area di circa 12 chilometri quadrati a est di Gerusalemme. Il progetto era stato concepito negli anni ‘90 del secolo scorso, ora sta trovando attuazione.
In Europa, invece, lo scontro fra Ucraina e Russia assume sempre più connotati continentali. Sono passati 1.310 giorni dall’invasione russa. Alle provocazioni della Nato e alle dichiarazioni “pro riarmo” dei dirigenti europei, Mosca risponde con altre provocazioni. Ad esempio, sconfinando nello spazio aereo polacco ed estone e con un attacco informatico alla Danimarca. Interessante scoprire perché proprio la Danimarca: Copenaghen ha firmato nel luglio del 2025 un accordo con Kiev, mettendo a disposizione i propri impianti produttivi per realizzare i droni e i missili da crociera progettati dagli ucraini.
Lenta, la guerra si allarga, con il consenso e l’approvazione dei governanti europei e russi, sempre più coinvolti in questo gioco a spirale. Sul terreno, intanto, sono i civili e i militari a morire. Domenica scorsa, le forze armate ucraine hanno colpito obiettivi russi in Crimea. Sarebbero stati danneggiati elicotteri Mi-8 e sistemi radar Nebo-U. Kharkiv, invece, è stata sottoposta ad attacchi di droni russi: molti i civili feriti.
Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009.