Il Mondo è cambiato. In sole tre mosse

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Immagine: Atlanteguerre.it

Le notizie di queste ore ci dicono una cosa: il Mondo sta cambiando. Rapido, più rapido di quanto credessimo. Mutano strategie, equilibri, alleanze. In sole tre mosse, ci siamo trovati altrove: l’abbandono dell’Afghanistan da parte degli Usa e degli europei, la nascita del progetto di un futuro esercito europeo, l’annuncio dell’anglosassone alleanza chiamata Aukus. Tre mosse e siamo diversi, vediamo perché:

 La fuga dall’Afghanistan ha chiarito al Mondo che gli Stati Uniti giocano in difesa, non riescono e non possono essere i gendarmi globali. Hanno mollato l’Asia centrale, che ai loro occhi era utile per mettere basi militari permanenti nel cortile di casa di Russia e soprattutto Cina. Inoltre, bloccava i traffici via terra di Pechino e controllava l’espansionismo turco nella zona. Tornati a casa e rimollata Kabul a chi l’aveva, cioè ai talebani, i dirigenti di Washington meditano di ricominciare a controllare tutto dal mare, riposizionando le flotte e soprattutto puntando al controllo del Pacifico. E’ la vecchia politica delle cannoniere. Nei primi anni del ‘900 funzionava.

Proprio questa scelta, ha portato all’annuncio dell’Aukus, l’alleanza strategica con Australia e Regno Unito, nata per il controllo dell’oceano. Puntare sull’Australia era ovvio: è ai ferri corti con la Cina da mesi. Canberra ha esplicitamente accusato Pechino di essere responsabile della pandemia da Covid19, chiedendo un’inchiesta internazionale. Da tempo, poi, nelle cancellerie e nelle agenzie di intelligence si parlava della possibile nascita di un “polo del Pacifico”, con in testa Australia e Nuova Zelanda, svincolato da Usa e Europa. In realtà, un sogno impossibile. L’Australia è legata alla Cina da vincoli commerciali enormi. Solo essere sorretta da Washington e Londra rende a Canberra possibile l’affrancarsi da Pechino.

L’Aukus è un’alleanza militare e militarizzata, nel senso che i due alleati più potenti aiuteranno l’Australia a costruire una flotta di sottomarini nucleari. Sono svariate miliardi di dollari d’investimento. La cosa ha fatto arrabbiare Pechino, che sa benissimo che i sottomarini nucleari non servono per difendersi, ma per attaccare. Ad arrabbiarsi è stata anche Parigi: la Francia aveva una commessa multimiliardaria – pare la più importante nella storia dell’industria bellica francese – proprio per la costruzione di sottomarini, ma convenzionali. Tutto saltato: nell’Aukus armi e ogni cosa possono essere comperate solo dagli alleati.

Non appare casuale che la nuova alleanza del Pacifico sia nata ufficialmente poche ore dopo l’annuncio del progetto di primo embrione di esercito europeo, con la costituzione di una brigata di seimila uomini – armata e efficiente – in grado di intervenire rapidamente là dove serve. Ora, questo ha acceso una discussione: questa nuova Forza Armata che rapporti avrà con la Nato? L’Alleanza Atlantica, per altro, appare a dir poco “decotta”: ha fallito nel Vicino Oriente, non ha più l’Unione Sovietica come nemico e non ne ha trovato un altro così credibile. In più, opera prevalentemente in Europa, scenario politico-economico di scarso interesse per Washington. I nemici sono altrove per gli Usa: appunto nel Pacifico. Così, l’Aukus sembra la creatura destinata a sostituire la Nato nei destini e nelle voglie degli Stati Uniti.

 Intanto, il progetto di Esercito Europeo va avanti. Una forza di pronto intervento, per ora, fortemente armata e autonoma, con marina e aviazione. L’idea affascina molti. Sarebbe la prova che l’Unione Europea ha un embrione di politica estera comune, di obiettivi condivisi. L’idea spaventa molti altri. Le domande sono molte: come verrebbe impiegata? Si tornerebbe ad una forte militarizzazione del Vecchio continente? Chi la comanderebbe e con quale mandato? Diventerebbe una forza di difesa o una forza d’intervento per salvaguardare gli interessi europei ovunque si trovino? Per ora le risposte non ci sono.

Lo vedete. Il Mondo è cambiato in sole tre mosse, lasciando in sospeso troppe cose. C’è – da aggiungere – la curiosità dell’Aukus come alleanza esclusiva “in lingua inglese”: potrebbe essere un caso, ma chissà. La cosa certa è una, sempre quella: per chi fabbrica e vende armi saranno anni meravigliosi. La grande rincorsa al riarmo è appena iniziata. I protagonisti si sono tutti rischierati. Il grande, nuovo, gioco può iniziare.

Raffaele Crocco

Sono nato a Verona nel 1960. Sono l’ideatore e direttore del progetto “Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo” e sono presidente dell’Associazione 46mo Parallelo che lo amministra. Sono caposervizio e conduttore della Tgr Rai, a Trento e collaboro con la rubrica Est Ovest di RadioUno. Sono diventato giornalista a tempo pieno nel 1988. Ho lavorato per quotidiani, televisioni, settimanali, radio siti web. Sono stato inviato in zona di guerra per Trieste Oggi, Il Gazzettino, Il Corriere della Sera, Il Manifesto, Liberazione. Ho raccontato le guerre nella ex Jugoslavia, in America Centrale, nel Vicino Oriente. Ho investigato le trame nere che legavano il secessionismo padano al neonazismo negli anni’90. Ho narrato di Tangentopoli, di Social Forum Mondiali, di G7 e G8. Ho fondato riviste: il mensile Maiz nel 1997, il quotidiano on line Peacereporter con Gino Strada nel 2003, l’Atlante delle Guerre e dei Conflitti del Mondo, nel 2009. 

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