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I diritti e i doveri del cittadino nelle nuove cittá possibili
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Nella seconda giornata di lavoro del Forum Sociale delle Autoritá Locali, Porto Alegre affronta il tema della Democrazia Partecipativa, principio imprescindibile per la costruzione di un nuovo contratto sociale tra i governi locali e i cittadini, com um'attenzione particolare alle migliaia di esclusi che popolano le cittá del mondo, senza distinzione tra societá avanzate e arretrate.
In che cosa consiste la democrazia partecipativa? Quali sono i principi, le modalitá, le esperienze che la distinguono dal modello rappresentativo a cui siamo stati abituati? E soprattutto,in che modo la partecipazione popolare, pu㳀 diventare uno strumento per condurre le diverse societá fuori dal tunnel della crisi prodotta dalla globalizzazione neoliberista? Con il coordinamento del sindaco di Porto Alegre - Joao Verle - sono chiamati a confrontarsi su questi temi, per la conferenza "Democrazia partecipativa: la partecipazione dei cittadini alla gestione pubblica" il sindaco di Belem - Edmilson Rodriguez -, il sindaco di Bobigny - Bernard Birsinger -, la vicepresidente della Regione Ile de France - Francine Bavay -, il sociologo portoghese Boaventura Sousa Santos, e Yves Cabanne - Coordinatore per le Nazioni Unite del programma PGU in America Latina. Ed é quest'ultimo in particolar modo a offrire in modo brillante una sistematizzazione del concetto di democrazia partecipativa, a partire dal concetto di Agorá, cioé dello spazio fisico che nelle cittá deve costituire l'interfaccia tra la dimensione pubblica e privata, quello che con altre parole Rodriguez definisce la "sfera pubblica non statale". All'interno di questa sfera, secondo Rodriguez, debe essere recuperata la storia, la cultura e i valori che definiscono l'identitá di una cittadinanza, ed il governo locale debe obbedire in primo luogo a questa istanza, mettendo a disposizione tutte le risorse necessarie a grantire la partecipazione e il controllo da parte dei cittadini nei processi decisionali. Bisogna tuttavia affrontare delle sfide iportanti, secondo Cabanne, per inserire i meccanismi partecipativi nel cuore della pianificazione dello sviluppo della cittá, innazitutto promuovendo la partecipazione non solo a livello municipale, ma anche nei singoli quartieri, vale a dire dove vive quotidianamente la gente, con particolare attenzione ai quartieri periferici e popolari. Bisogna dedicare attenzione a includere i "disorganizzati", come ribadisce Sousa Santos, altrimenti avremo un processo interessante qualitativamente ma debole quantitativamente. Ampliare la base di partecipazione, insomma, é um obiettivo comune a tutti i relatori del Forum, e fare in modo che le istanze che emergono da tali processi abbiano um effetto visibile e concreto nella sfera della democrazia rappresentativa. Come dire: é ora di dare il voto ai migranti, e avere minoranze rappresentate equamente nel governo delle cittá. In due modi principalmente si pu㳀 facilitare questo processo, secondo Cabanne, in primo luogo favorendo il decentramento, non solo a livello municipale ma introducendo altre articolazioni territoriali ove necessario, per esempio all' interno delle favelas, affinché tutti si sentano realmente protagonisti; ed in secondo luogo lavorando sulla costruzione delle capacitá sia dei cittadini che degli amministratori ad operare in questa prospettiva nuova. L'idea di fondo é che se per um verso come sostengono Birsinger e la Bavay, i cittadini sono "dotati di intelligenza" e quindi possono anche essere molto utili all'amministrazione per la risoluzione di determinati problemi, d'altra parte la partecipazione non pu㳀 e non deve essere solo uma questione di diritto, ma anche di dovere: l'inclusione sociale prevede uma responsabilizzazione degli individui all'interno di uma dimensione collettiva ed uma loro consapevolezza, oltre che controllo, di dove come e perché viene impegnato il denaro pubblico. Precisamente in questa responsabilitá risiede il vero potenziale di solidarietá di questa proposta, perché non é uguale, spiega Cabanne se partecipiamo tutti insieme a preparare uma guerra, o a costruire piuttosto una pace . Alla base di tutto esiste dunque la necessitá di un nuovo contratto sociale, che, secondo Souza Santos sono in realtá quattro: un contratto relativo alla partecipazione politica e al controllo sulla gestione pubblica di tutte le forme organizzate o meno della societá civile; un secondo contratto per la produzione solidale, vale a dire per una forma di integrazione sociale non-mercantile, dove il governo locale avrebbe il compito di incentivare tra le altre cose le forme di economia cooperativa e di microcredito; um terzo contratto per l'apertura al multi-culturalismo, riconoscendo il ruolo dei migranti e la ricchezza culturale di cui sono portatori, e respingendo il neocolonialismo di ritorno che si registra oggi in Occidente, nei confronti dei flussi migratori; um quarto contratto infine per il lavoro, inteso come luogo di espressione della dignitá umana, introducendo forme di controllo sulla retribuzione e le condizioni di lavoro all'interno delle imprese private. Nel pomeriggio il 3° Forum delle Autoritá Locali di PortoAlegre si avvia alla conclusione, dopo lo svolgimento di altri due atelier di lavoro dal titolo: "Cultura Locale e cultura Globale" che vedrá tra gli altri la partecipazione del Presidente della Regione Toscana Claudio Martini, e "I diritti Umani e la costruzione di uma cultura di pace: la carta dei diritti umani nella cittá".