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I camminetti producono più diossine degli inceneritori?
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Il più recente inventario delle emissioni di diossine in Europa è stato pubblicato nel 2004 sulla rivista Chemosphere ( N° 54, pag 1319-1327) a firma di U. Quas, M. Fermann, G. Broker. Lo studio ha stimato le emissioni di diossine da 21 principali fonti di tipo industriale, civile e "naturali" , in 17 paesi della Unione Europea. La stima ha messo a confronto le emissioni nel 1985 e nel 2005.
Nel 1985 la quantità totale di diossine emesse annualmente in Europa era di 13.690 grammi (stimate come tossicità equivalente I-TEQ). Di queste, 4.000 grammi erano prodotti dall'incenerimento dei rifiuti urbani, 300 dall'incenerimento di rifiuti industriali e 2.000 dall'incenerimento dei rifiuti ospedalieri. Nel 2005, a fronte di una produzione totale di diossine pari a 3.752 grammi (I-TEQ) la stima di queste stesse emissioni era la seguente: incenerimento rifiuti urbani 232 gr, rifiuti industriali 45 gr, rifiuti ospedalieri 161 gr.
Pertanto, mentre nel 1985 gli inceneritori erano la fonte del 46% delle diossine emesse in Europa, nel 2005 questa stessa pratica è responsabile dell'11,7% delle diossine complessivamente emesse. Peraltro , nello stesso intervallo di tempo, anche le emissioni di diossine da numerose altre fonti industriali e civili ( trasporto) sono diminuite e complessivamente le emissioni annue si sono ridotte da un valore minimo del 73% ad un massimo dell'86%.
Se l'incenerimento dei rifiuti in Europa nel 2005 produce meno diossine di quanto questa pratica ne emetteva nel 1985, questo è merito di impianti di trattamento fumi più efficaci ( che però spostano il problema ai metodi di smaltimento delle ceneri leggere trattenute dagli impianti anti inquinamento, ricche di metalli tossici e diossine) ma anche merito della chiusura di numerosi inceneritori, imposti da motivi ambientali ed economici. Nel 1992 in Europa erano in funzione 415 inceneritori, nel 2000 se ne contavano 304.
Ovviamente nella stima presentata su Chemosphere e citata dal vice-commissario all'emergenza rifiuti siciliana, non sono state considerate le emissioni di diossine dei numerosi inceneritori che si prevede di realizzare e di potenziare in Italia e che , inevitabilente aumenteranno la quantità di diossine pro-capite disponibile per tutta la popolazione italiana. Inoltre, in Europa, quantità sempre più importanti di materiali post consumo sono riciclati o trattati con sistemi biologici ( compostaggio, bio-ossidazione, fermentazione anaerobica) con una produzione di diossine nettamente inferiore a quella che si sarebbe prodotta se quella stessa quantità di materiali post consumo fosse stata incenerita.
Lo studio citato stima che, in Europa nel 2005, l'uso di legna in per il funzionamento di stufe e caminetti ha prodotto 969 grammi di diossine ( dall'incenerimento rifiuti: 438 grammi). La quantità di diossine emesse dalla combustione della legna nel 2005 è sostanzialmente simile al valore stimato nel 1985 (989 grammi). Il commento che ci sentiamo di fare è che l'uso di legna per il riscaldamento domestico in Italia è marginale, anche se in crescita, e che tale uso avviene, nella maggior parte dei casi, in impianti termici poco efficienti dal punto di vista termico e quindi potenzialmente inquinanti.
Il crescente interesse sull'uso delle biomasse a scopo energetico ha già da oggi messo sul mercato impianti a legna per il riscaldamento domestico molto più efficienti e meno inquinanti delle stufe di ghisa usate dai nostri nonni.
Si può prevedere che la crescita nell'uso di legna per usi energetici domestici, oltre allo sviluppo di macchine termiche sempre più efficienti ( e più economiche), comporterà l'introduzione obbligatoria di sistemi catalitici per il trattamento fumi, peraltro già esistenti, in grado di ridurre significativamente anche le emissioni di diossine
da questa fonte.
Più in generale, ricordiamo che è metodologicamente scorretto confrontare l'inquinamento prodotto da sistemi con finalità diverse. Dovremmo dare la giusta risposta alle seguenti domande e fare le conseguenti scelte a tutela della salute e degli interessi collettivi:
A) Quale sistema permette di muovere persone e merci con il minore impatto ambientale e con il minore costo ?
B) Quale sistema permette di riscaldare le case con il minore impatto ambientale e con il minore costo ?
C) Quale sistema permette di gestire il problema rifiuti con il minore impatto ambientale e con il minore costo?
Possibili risposte:
A) bicicletta; mezzi collettivi a trazione elettrica ( treni e tram ) e elettricità prodotta con fonti rinnovabili ( idro-elettrico, eolico, biogas); veicoli a combustione interna con marmitte catalitiche.
B) Uso passivo dell'energia solare applicato a case a bassa dispersione termica e uso di micro impianti (condominiali e di quartiere) di cogenerazione a gas ( biogas).
C) Riduzione della produzione, riciclo, compostaggio, biostabilizzazione della frazione residuale.
di Federico Valerio - Italia Nostra