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Haiti: tre mesi dopo il terremoto continua l'emergenza
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A tre mesi dal terremoto che ha devastato Haiti ancora un milione di persone è senza rifugio e vive in zone ad alto rischio di inondazioni. "Le piogge sono ormai cominciate e questo sta mettendo in una terribile situazione migliaia di sopravvissuti" - riporta un comunicato di ActionAid che con la coalizione italiana AGIRE è prontamente intervenuta a Haiti. "A tre mesi dal terremoto la missione più urgente del governo haitiano è quella di trovare un terreno idoneo per edificare rifugi prima che la stagione delle piogge sia ben avviata" - ha detto Jean Claude Fignole, Direttore di ActionAid ad Haiti.
Il mese scorso le Ong italiane di AGIRE (Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze) hanno presentato in un incontro pubblico i programmi di intervento messi in atto per rispondere all’emergenza del terremoto di Haiti. L'agenzia a seguito dell'appello nazionale per sostenere la risposta tempestiva, coordinata ed efficace delle Ong italiane e grazie "alla straordinaria generosita dimostrata dagli italiani" ha raccolto fino 13,6 milioni di euro.
Medici Senza Frontiere (MSF) - che è presente a Haiti dal 1991 - è stata in grado di rispondere immediatamente all’emergenza, lavorando in ricoveri temporanei dopo il danneggiamento delle sue strutture ed effettuando cure mediche e interventi chirurgici. MSF ha inoltre trasportato sull’isola centinaia di tonnellate di materiale di soccorso, incluso un ospedale gonfiabile. "Tutto il lavoro è stato fatto con l’ausilio del personale haitiano di MSF che ha subito grandi perdite nel terremoto" - segnala l'associazione. A tre mesi dal terremoto MSF continua a lavorare per rispondere ai tanti bisogni sanitari ancora scoperti. In particolare MSF sta concentrando i propri sforzi sulle condizioni di vita dei terremotati e sulle implicazioni che queste hanno sulla loro salute.
In un rapporto pubblicato pubblicato oggi l'UNICEF sottolinea che la risposta umanitaria senza precedenti ha permesso di evitare una crisi ancora peggiore per l’infanzia. "Ma c'è molto ancora molto da fare, anche perché nell’isola si avvicina la stagione delle piogge" - ha commentato Vincenzo Spadafora, presidente dell’UNICEF Italia. Il Rapporto individua alcune sfide fondamentali da affrontare in settori quali la fornitura di servizi igienici, il rischio di violenza contro donne e ragazze nei campi per sfollati e la più ampia questione della forte carenza di capacità operativa del governo e della società civile. L’UNICEF individua come priorità quelle di assicurare migliori ricoveri per le famiglie sfollate, di aumentare le forniture di servizi di base e di rafforzare la protezione per le donne e i bambini.
Nel rapporto sugli interventi realizzati “I bambini di Haiti: tre mesi dopo il terremoto” (sintesi in ,doc), l'UNICEF fa notare che, nonostante la distruzione e il collasso dei servizi di base non si sono avuti significativi focolai di malattie o aumenti dei tassi di malnutrizione; oltre un milione di persone colpite riceve regolarmente acqua potabile; oltre 200mila donne e bambini beneficiano di programmi mirati di sostegno alimentare; più di 100mila bambini sono stati raggiunti da campagne di vaccinazione di massa; sono stati monitorati e hanno ricevuto aiuti (alimenti e medicine) istituti per l’infanzia che ospitano più di 25mila bambini. Le scuole stanno gradualmente riaprendo in sistemazioni temporanee, grazie alla fornitura di migliaia di tende e kit di materiali didattici.
Anche un comunicato di Save the Children sottolinea il rischio di malattie, di subire abusi o sfruttamento per molti bambini il cui futuro è tuttora incerto perché il sistema scolastico di Haiti è collassato. "Senza voler esagerare l’impatto di questo disastro, il dato di realtà è che i bambini sono estremamente vulnerabili e a rischio perché costretti a vivere ancora in campi affollati e di fortuna e in una città ridotta in macerie e con ben poche famiglie in grado di fornire loro il necessario senza ricevere a loro volta aiuto e assistenza” - ha dichiarato Valerio Neri, Direttore Generale di Save the Children Italia. Nel rapporto "In aiuto ai bambini di Haiti (in inglese, in .pdf) Save the Children descrive gli interventi messi in atto inquesto tre mesi.
L'UNHCR con un comunicato internazionale chiede un contributo di 12,5 milioni di dollari per aiutare le persone che ancora vivono al di fuori dei campi ad Haiti e quelle che sono fuggite nella confinante Repubblica Dominicana. A oggi l’UNHCR ha sostenuto attivamente i programmi già esistenti di protezione e gestione dei campi inviando team d’emergenza specializzati. Nella vicina Repubblica Dominicana l’UNHCR è stato incaricato di gestire la protezione degli haitiani evacuati nel Paese ed ha quindi inviato un team d’emergenza per collaborare con le autorità dominicane. L’UNHCR e i suoi partner intendo continuare a dare assistenza anche ai cittadini vulnerabili di paesi terzi, inclusi rifugiati e migranti irregolari, che vivevano ad Haiti al momento del terremoto e che sono fuggiti nella Repubblica Dominicana o sono sfollati ad Haiti. [GB]