Habitat: mese 'sfratti zero' in attesa dell'Onu

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Il 15% della popolazione mondiale è sotto sfratto. Su questo problema si concentra la mobilitazione mondiale promossa dalle reti sociali a partire dalla giornata mondiale dell'habitat che cade il primo lunedì di ottobre ed è sostenuta dall'UN Habitat. Dal 3 ottobre fino al 31, si aprono le Giornate Mondiali Sfratti Zero su cui già molte iniziative sono in programma in Africa, America Latina, Nord America, Asia ed Europa: sit-in manifestazioni, conferenze stampa per denunciare gli sgomberi, proporre alternative. Giornate celebrative? No, giornate di denuncia e di lotta, soprattutto dopo la conclusione del recente Summit delle Nazioni Unite che avrebbe dovuto dare impulso al raggiungimento degli Obbiettivi del Millennio. Mentre le previsioni denunciano che, anziché diminuire di 100 milioni il numero dei senzatetto e mal alloggiati come stabilito dal Goal n. 7 dell'Obbiettivo n. 11 del Millennio, questo aumenterà di 700 milioni a causa di costi e precarizzazione abitativa crescenti, redditi in diminuzione, guerre e occupazioni straniere, disastri ambientali.

Si tratta di un aggravamento della condizione abitativa determinato dalla liberalizzazione e privatizzazione del settore e dal disimpegno degli stati, probabilmente la sola parte dell'Agenda Habitat sviluppata con convinzione, mentre l'art. 11 del PIDESC è violato in Francia come nello Zimbabwe, in Perù come in India, negli Stati Uniti come in Palestina e in moltissimi altri paesi, come dimostrano i rapporti al Comitato ONU sui diritti, le recenti missioni UN-AGFE e quelle del Relatore Speciale sul Diritto alla Casa. Per questo l'Alleanza internazionale degli abitanti non comprende la soddisfazione di Anna Tibaijuka, direttrice UN-Habitat, per la Dichiarazione Finale di New York, che, assai modestamente, si limita a confermare l'impegno degli stati a raggiungere l'obiettivo n. 11 del MDG. "Chi, quando e come saranno costruiti i 96.150 alloggi al giorno, circa 35 milioni all'anno durante i prossimi 25 anni, che la stessa UN-Habitat ritiene indispensabili? "No, non va bene affidarsi alla buona volontà, al microcredito o alla produzione sociale dell'habitat, lasciando la globalizzazione neoliberale libera di impoverire e sgomberare centinaia di milioni di persone" denuncia l'Alleanza Internazionale per gli abitanti che si chiede dove saranno reperiti e come saranno gestiti i circa 294 miliardi USD quantificati da UN-Habitat per dare casa a 100 milioni di senzatetto e baraccati?

"Non va bene limitarsi ad incoraggiare gli stati a cooperare, lasciando dettare legge al FMI e alla Banca Mondiale, che schiacciano i poveri con un peso di 2.597 miliardi USD di debito estero, e cancellando l'impegno a destinare lo 0,7% del PIL dei paesi ricchi per la cooperazione allo sviluppo" dichiara l'Alleanza Internazionale per gli abitanti che ritiene importante rafforzare l'impegno, le proposte e la lotta delle associazioni di abitanti, dei movimenti sociali urbani, delle ong, delle autorità locali e dei governi progressisti. In Italia è prevista la Manifestazione nazionale per il diritto alla casa per il prossimo 29 ottobre a Roma promossa dall'Unione Inquilini.

Intanto da Nairobi, dopo le demolizioni nello slum di Deep Sea nella zona benestante e degli sgomberi avvenuti in Zimbabwe, UN-Habitat sta discutendo delle guidelines per orientare i governi al rispetto del passaggio da casa a casa. Intanto quotidianamente nella capitale keniana si effettuano sgomberi "di ripulitura". Per le strade della baraccopoli Sabato si è tenuta sabato 1 ottobre una manifestazione promossa da una trentina di pastori e preti della zona di Dandora e Korogocho per chiedere lo spostamento dalla baraccopoli della discarica di Dandora dalla quale non solo arrivano i fumi di diossina e liquami ma anche la violenza legata ai gruppi criminali che si nascondono dentro. Il corteo, che non è stato protetto dalla polizia, ha attraversato per un'ora le strade di Dandora aggregando mille persone che scandivano slogan e coinvolgevano i passanti con cori e momenti tetrali. Ma a un certo punto il corteo è stato attaccato con lancio di sassi e bottiglie da una trentina di giovani che sono probabilmente sono stati incitati dai proprietari della discarica. Tra i missionari comboniani presenti un'italiano è stato ferito.

"Il comportamento della polizia ci ha mostrato come anche loro siano al corrente della situazione e giochino insieme a chi controlla questa discarica lasciando fare alle gangs che gestiscono la discarica dentro e fuori Dandora" racconta il comboniano Daniele Moschetti. Questi fatti hanno riportato l'attenzione anche della stampa nazionale sulle richieste delle realtà di base che lavorano sulle baraccopoli. "Vogliamo un piano che dia il diritto alla salute a tantissima gente (700.000 persone sono influenzate dai fumi della discarica), diritto alla sicurezza contro il proliferare delle armi e delle gangs all'interno della discarica e infine il diritto ad un lavoro dignitoso per i giovani che ci hanno attaccato e le tante mamme e bambini che sbarcano il lunario lottando con i marabu, grossi uccelli che sembrano esseri umani che camminano indisturbati dentro la discarica a centinaia e centinaia.." conclude padre Daniele Moschetti. [AT]

Fonte: Alleanza Internazionale per gli Abitanti - AIA, Campagna W Nairobi W!

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