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Greenpeace: stanotte a Porto Tolle per dire No al carbone
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Greenpeace è in azione da questa notte a Porto Tolle per dire No al carbone. Alcuni climber hanno scalato la ciminiera della centrale, dipingendo la scritta "No Carbone". Altri hanno posizionato sul tetto dell'edificio una mega coccarda con scritto "Enel clima killer".
La centrale di Porto Tolle sorge all'interno di un parco naturale definito "patrimonio dell'Umanità" dall'Unesco e, secondo il progetto dell'Enel attualmente in fase di autorizzazione, dovrebbe essere convertita a carbone per una potenza di 1.980 Megawatt e con un'emissione di CO2 di oltre 10 milioni di tonnellate l'anno.
Il carbone è il combustibile con le più alte emissioni specifiche di CO2, oltre il doppio del gas naturale. L'accordo tra il Ministero dello Sviluppo Economico e quello dell'Ambiente prevede un tetto alle emissioni eccessivo rispetto alle linee guida europee: 209 milioni di tonnellate in totale al posto di 186. Questo ritorno al carbone ci allontanerà da Kyoto e non ci farà raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra.
Greenpeace presenta oggi un rapporto sul ruolo del carbone nella politica energetica in Italia. Il rapporto prende in esame gli impianti esistenti, quelli per i quali è previsto un progetto di riconversione o di potenziamento e quelli che, invece devono essere costruiti da zero. Ne viene fuori una classifica e un allarme: se tutti i progetti in corso e le ipotesi di espansione del carbone venissero realizzate avremmo un aumento di oltre 40 milioni di tonnellate di CO2, che equivale a un sostanziale raddoppio delle emissioni.
"Il contributo del carbone copre attualmente circa il 17 per cento della produzione elettrica nazionale. Se questa quota salirà, le emissioni di gas serra cresceranno ulteriormente. Solo con i progetti di Civitavecchia e Porto Tolle il contributo del carbone salirà al 24 per cento circa. Non c'e posto quindi né per la centrale di Civitavecchia, né per quella di Porto Tolle. La Commissione Europea deve tagliare la proposta di Piano Nazionale di Allocazione dell'Italia" - conclude Greenpeace che invita a partecipare all'azione online.