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Gli indigeni e le multinazionali del petrolio
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Si sta svolgendo in questi giorni in Nigeria una dura protesta delle tribù indigene del delta del Niger contro la compagnia petrolifera Chevron Texaco che nella zona possiede numerose piattaforme. Gli Ilaye, così come fecero gli Ogoni negli anni '90, chiedono la distribuzione dei benefici dell'estrazione petrolifera anche alle comunità locali, nonchè maggiore tutela ambientale. La pesca e la coltivazione della noce di cocco, principali attività economiche delle popolazioni indigene, sono state seriamente compromesse dal degrado ambientale prodotto dall'attività estrattiva. Sono sempre più numerose le comunità indigene che in Nigeria come in Colombia o in Equador sono disposte a lottare per allontanare dai loro territori le multinazionali del petrolio. Gli accordi di cooperazione che le compagnie siglano con le popolazioni indigene rivelano infatti degli squilibri davvero gravi. A marzo dell'anno scorso, Agip ha concordato con la Onhae, l'organizzazione degli Huaorani (Equador), di poter realizzare una piattaforma di perforazione esplorativa fornendo in cambio aiuti per lo sviluppo. Per l'educazione: Agip si impegna a fornire un quintale di riso, un quintale di zucchero, burro e sale per la colazione degli alunni. Ma attenzione: "solo una volta e unicamente i mesi di maggio, agosto e novembre dell'anno 2001". Un po' poco per sei comunità indigene? Non è finita qui: per l'attività sportiva arriveranno ben due palloni, un fischietto per l'arbitro, un cronometro. E poi una lavagna, una bandiera dell'Ecuador, 15 piatti, 15 tazze, 15 cucchiai, una pentola, due secchi.
Pubblicato il: 24.04.2002
" Fonte: » Africaonline, Pianetapress, Altreconomia, Carta, Uwa, Selvas;