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Giustizia più vicina per Bhopal
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Una corte indiana ha rigettato la proposta del proprio governo di alleggerire i capi d'imputazione contro Warren Anderson, l'ex presidente della multinazionale Union Carbide che nel 1984 causò a Bhopal (India) il più grave disastro industriale della storia. La corte ha accusato l'uomo di omicidio colposo con un verdetto festeggiato da tutti coloro che da anni reclamano giustizia: mezzo milione di persone soffrono ancora di lesioni gravi e almeno 20.000 persone morirono in quell'incidente. In questi giorni Greenpeace ha pubblicato il racconto di alcuni sopravvissuti e ha lanciato un'accusa diretta ad Anderson che ora potrebbe essere soggetto a estradizione. L'organizzazione ha duramente criticato gli Stati Uniti, dove aveva sede la multinazionale oggi posseduta dalla Dow Chemicals, per non aver rintracciato il responsabile:"Sembra che quando crimini del genere accadano fuori dagli Stati Uniti, non abbiano una reale importanza". Greenpeace ha inoltre bloccato e segnalato con cartelli, dove si leggeva "Dow, non ripetere Bhopal. Bonifica l'Africa ora!", il condotto di scarico di rifiuti tossici della Dow Chemical a Chloorkop, 15 chilometri a nord di Johannesburg. Qui si produce un pericoloso pesticida vietato negli Usa, prodotto in Sudafrica e venduto in India. L'iniziativa ha voluto ricordare ai delegati del Summit sulla Terra il comportamento criminale di numerosi colossi industriali.
Pubblicato il: 29.08.2002 " Fonte: » CorpWatch, Greenpeace, Bhopal.net;
" Approfondimenti: » Bhopal.org; Greenpeace Italia