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Giovani, promettenti e disoccupati: il PE corre ai ripari
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La Giornata Internazionale della Gioventù, commemorata ogni 12 agosto dal 2000, si propone di stimolare la riflessione sulla condizione della gioventù mondiale. Guardando all’Europa, quello della disoccupazione rimane uno dei principali problemi ad affliggere i giovani- sono circa 5,2 milioni i disoccupati di meno di 25 anni nell’UE, 700.000 dei quali in Italia. Più di un milione di italiani tra i 15 e i 24 anni formano il gruppo dei cosiddetti “NEET” (Not in Education, Employment or Training), e si trovano attualmente esclusi dal mondo del lavoro, dell’istruzione o della formazione. La cifra quasi raddoppia considerando la fascia d’età dai 15 ai 29 anni.
Dopo una netta diminuzione nel perido 2005-2007 nell’Ue, che ha portato la disoccupazione giovanile a raggiungere il valore di 15,1 % all’inizio del 2008, la crisi economica ha colpito duramente i giovani, causando una continua crescita del tasso di tasso di disoccupazione, fino a raggiungere il 23,6% nel 2013. Il fenomeno colpisce i paesi europei in misura molto disomogenea, con una percentuale di giovani disoccupati che si limita al 7,8 in Germania e che raggiunge il 57,7 in Grecia, il 54 in Spagna, il 48,7 in Croazia e il 43 in Italia.
“A dispetto dei tanti sforzi, il tasso di disoccupazione in Europa resta troppo alto, in particolare tra i giovani.” ha affermato l’eurodeputata e vicepresidente S&D per gli affari economici e sociali, Maria João Rodrigues, che ha aggiunto: “c’è qualcosa di profondamente sbagliato. Abbiamo troppe divergenze su economia e sociale tra gli stati membri. Queste divergenze stanno minando alla base le nostre ambizioni europee, il nostro progetto europeo e la nostra coesione.”
In una risoluzione adottata il 17 luglio con 502 voti favorevoli, 112 contrari e 22 astensioni, i parlamentari hanno chiesto delle nuove misure e delle politiche rinnovate per far fronte all’emergenza della disoccupazione giovanile. Tra le disposizioni elencate nel testo il Parlamento Europeo ha chiesto all Commissione di monitorare l’attivazione della Garanzia Giovani, di aumentarne il budget attuale che ammonta a 6,4 miliardi di euro per il periodo 2014-2016, e di estenderlo a tutti i giovani sotto i 30 anni. Secondo la Garanzia tutti i giovani di età inferiore ai 25 anni dovrebbero ottenere un’offerta valida entro 4 mesi dalla fine degli studi o dall’inizio della disoccupazione. In Italia, dove il limite di età è stato esteso fino ai 29 anni, a fine luglio si erano iscritti circa 138.000 ragazzi e le posizioni offerte erano circa 8.000.
La risoluzione parlamentare evidenziava anche la necessità di introdurre nuove misure per diminuire l’abbandono scolastico, offrire nuove opportunità per i NEET, ridurre gli ostacoli amministrativi per i lavoratori indipendenti e per le piccole e medie imprese, introdurre delle misure a favore degli investimenti privati, garantire salari dignitosi e un livello di qualità garantito minima per i tirocini.
Il tema della qualità degli stage è stata portata all’attenzione dei neoeletti europarlamentari anche da un gruppo di associazioni giovanili attraverso una manifestaione organizzata davanti alla sede del Parlamento Europeo il 18 luglio, durante il primo “Interns Day”. “Ci sono 4,5 milioni di giovani stagisti ogni anno in Europa, nel 60% dei casi con un tirocinio di scarsa qualità, il che significa che non sono pagati e non hanno un accordo su quello che impareranno nello stage” ha spiegato Allan Pall, segretario dello European Youth Forum. Per ovviare il problema l’associazione InternsGoPro ha introdotto il concetto del bollino di qualità per i tirocini- un modo, secondo Regis Pradal, cofondatore di InternsGoPro, di creare trasparenza e permettere ai giovani di identificare i migliori stage in Europa. I ragazzi sono invitati a valutare la loro esperienza di tirocinio sul sito dell’associazione dove è stato creato un archivio pubblico per permettere ai giovani di selezionare le migliori opportunità.
Secondo il Rapporto Giovani, un’indagine dell’Istituto Giuseppe Toniolo dell’Università Cattolica de Sacro Cuore, le misure per far fronte alla disoccupazione giovanile sono necessarie anche per le ripercussioni sulla salute mentale, il tema selezionato per la Giornata Internazionale della Gioventù 2014. Il Rapporto definisce i Neet come “un esercito che rischia ormai la marginalizzazione cronica, caratterizzata non solo da deprivazione materiale e carenza di prospettive ma anche di depressione psicologica e disagio emotivo.”
L’indagine del Rapporto è stata condotta tra la fine del 2013 e l’ inizio del 2014 su un campione di 2.350 giovani di età 19-29 anni e ha provato a misurare l’effetto della disoccupazione sulla felicità dei giovani. Mentre tre non Neet su quattro si dichiarano abbastanza o molto felici, tra i Neet oltre uno su tre tra le donne e quasi uno su due tra gli uomini si dichiara per nulla o poco felice. Il prof. Alessandro Rosina, uni dei responsabili dell’indagine, ha affermato: “In Italia non solo si sta allargando la condizione di Neet ma, come conseguenza delle difficoltà del ceto medio, anche le famiglie si trovano sempre più in difficoltà a svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale nei confronti dei giovani”. Secondo Rosina il segmento della popolazione dei Neet rischia di allargarsi sempre di più e di causare sentimenti di fristrazione personale e risentimento sociale.
Valentina Pavarotti
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