Giornata dei migranti: tra diritti violati e confini Ue militarizzati

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Un presidio in piazza Montecitorio a Roma e manifestazioni in altre 24 città sono in programma oggi in occasione della 'Giornata delle Nazioni Unite per i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici migranti e delle loro famiglie'. "Obiettivo delle iniziative è manifestare contro il disegno di legge 733/08, "disposizioni in materia di sicurezza pubblica" che, con il pretesto di contrastare l'immigrazione clandestina, colpisce in realtà tutti gli immigrati, soprattutto coloro che vivono e lavorano regolarmente nel nostro paese rispettando le leggi" - afferma il folto gruppo di associazioni promotrici dell'iniziativa tra cui Arci, Cipsi, Cnca, Gruppo Abele, Libera e Sbilanciamoci oltre ai sindacati Cgil, Sei Ugl e Uil.

"Il disegno di legge sulla sicurezza, ora in discussione al Senato, riduce fortemente i diritti dei migranti, uomini e donne da tenere in condizioni di precarietà, ricatto e sfruttamento, con gravi ripercussioni sulla pacifica convivenza nella società" - sostengono le associazioni. "L'insieme dei provvedimenti proposti contraddicono le norme internazionali sui diritti umani fondamentali e la stessa Costituzione italiana, che afferma la pari dignità sociale delle persone, senza distinzione di sesso, razza, lingua o religione". Per questo a Roma, nel corso del sit-in verranno illustrate le modifiche proposte dagli organizzatori ai provvedimenti decisi dal Governo e verranno inoltre distribuite copie della Costituzione italiana tradotta in più lingue "per sottolineare i sempre più concreti rischi di stravolgimento che corre la nostra Carta fondamentale".

E puntano il dito anche contro il cosidetto 'Decreto Flussi' che propone il blocco dei flussi d’ingresso dei lavoratori stranieri - "misura propagandistica ed inutile" sostengono le associazioni - che, come ha fatto notare anche la Corte dei Conti con un documento ufficiale, "chiude la strada all’immigrazione regolare e non fa nulla per dare risposta all’estesissima presenza di irregolarità, lavoro nero e violazione dei diritti fondamentali" da parte degli sfruttatori dell’immigrazione.

Per quanto riguarda il diritto alle cure, poi, nel ddl è prevista una restrizione con l’introduzione dell’obbligo per i medici e gli operatori sanitari di denunciare gli immigrati irregolari che chiedono di essere curati. Una misura - quest'ultima - ripetutamente denunciata da Medici senza Frontiere oltre che dalla Federazione Nazionale Ordine Medici Chirurghi e Odontoiatri e dalla Società Italiana di Medicina delle Migrazioni che hanno chiesto di ritirarla in quanto lesiva del principio universale di accesso alle cure mediche.

Intanto alla 'Conferenza euroafricana sull’immigrazione e lo sviluppo' ha trionfato il modello francese: immigrazione selettiva, accordi multilaterali, militarizzazione delle frontiere. I paesi africani hanno accettato: rischiavano di perdere i finanziamenti allo sviluppo - riporta su Nigrizia Zara Barazzutti,

"I rappresentanti europei e africani hanno dialogato attorno al nuovo approccio globale sull'immigrazione adottato dal Consiglio Europeo con il recente 'Patto europeo sull'immigrazione e l'asilo'. Lo spirito dichiarato con cui gli stati membri si affacciano alla politica migratoria considera le realtà migratorie come elementi integranti delle relazioni esterne dell'Ue essenziali per creare stretti parternariati tra i paesi d'origine, transito e destinazione" - scrive Barazzutti. "Lo scopo è organizzare un'immigrazione che vada a coprire i settori lavorativi che necessitano di manodopera immigrata, in accordo con la capacità d'accoglienza dell'Unione europea. Il modello migratorio di riferimento è quello francese centrato principalmente sulla figura di un migrante lavoratore temporaneo di tipo "usa e getta", ossia che al termine della prestazione fa ritorno alla madrepatria.

"Per prevenire l'immigrazione irregolare, gli stati membri, alla luce dei traguardi ottenuti dall'agenzia Frontex, raccomandano la militarizzazione e il potenziamento del controllo delle frontiere, si impegnano a fornire equipaggiamenti, strumenti informatici e biometrici, suggeriscono reti internazionali di scambio d'informazioni su documenti di viaggio, visti e permessi. A fare da contrappeso a queste imposizioni degli esecutivi europei, dovrebbe essere un fondo da destinare all'aiuto allo sviluppo, inteso come potenziamento della rete commerciale africana, appoggio tecnico ai migranti che intendano sviluppare dei progetti di rilancio economico e creazione di nuovi canali per la gestione delle rimesse degli emigrati". [GB]

Per approfondire si veda la Guida di Unimondo sul tema: 'Migrazioni'

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