Galtung. In Italia? Bene gli enti locali, male lo Stato

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Camicia hawaiana, sorriso gentile e un “italiano-vichingo”, Johan Galtung, opinionista di Unimondo, è partito con il botto: “Un’economia buona deve rispettare tre principi: diversità, simbiosi e uguaglianza. Il capitalismo che conosciamo bene è esattamente il contrario poiché, attraverso la monetizzazione di tutto, fa sparire la diversità, rende i prodotti identici e, quindi, mancano quindi sia uguaglianza sia simbiosi. Si crea una società sempre più squilibrata con un’enorme differenza tra ricchi e poveri. Una crescente differenza che alimenta violenza e porta alla guerra. Questa – ha proseguito Galtung – non è una vita degna e vanno cercate alternative. Che non possono essere né socialismo né capitalismo, ma eclettismo. Non c’è una formula semplice, ma ci sono due condizioni che vanno sempre soddisfatte: i bisogni della natura e quelli degli esseri umani. E va riconosciuto il valore del lavoro ad ogni livello”.

Per Galtung, quindi, sbaglia chi dice che ci sono solo due “scuole di pensiero economico”, ovvero capitalismo e socialismo. “Chi dice questo, conosce molto poco il mondo”, taglia corto il premio Nobel alternativo. Per lui le scuole economiche sono cinque. Ed è un’economia colorata: c’è una scuola rossa, una blu, un’altra verde, poi gialla e viola. Nessuna di queste è la soluzione, ma di certo vanno evitate le scuole “estreme”, come quella blu (capitalistica) “che ha puntato tutto sul mercato e quando il mercato non ha funzionato è arrivata la crisi”. Ma nemmeno quella rossa (socialista). Meglio quella gialla (capicomunista) o quella verde (localista) e ancora meglio quella viola (socialdemocratica), perché “è una miscela che funziona su due gambe; se non va una c’è sempre l’altra”.

L’appello: “Bisogna tornare all’economia reale, ad un’economia che porti al consumo. Basta con l’economia finanziaria che è solamente vendere e comprare senza sosta e senza motivo. Questo ha generato una crisi che è solo all’inizio, non alla fine, anche perché nei posti di potere, in Europa, Italia, Grecia, Spagna, ci sono uomini che sono stati della Goldman Sachs...”. Se ieri ha fallito la Lehman brothers domani toccherà alla Goldman Sachs. Gli speculatori? Vanno criminalizzati.

Nel suo ragionamento il rettore di Transcend Peace University ha anche fatto riferimenti all’Italia e al Trentino. “Voglio fare i miei complimenti a Trento che ha messo in piedi un evento come questo nel quale ogni anno si può discutere sull’economia in modo costruttivo”. Più duro il suo giudizio – sempre fatto di humour pungente e senza sconti per nessuno - con Roma e con i politici romani. “Vedo difficile un cambiamento partendo dalla Capitale – ha concluso – meglio vivere le comunità in tutte le parti d’Italia, come a Trento, per ricostruire un’economia reale su scala locale. Non aspettatevi che Roma cambi. Ha troppi monumenti antichi”.

Il sociologo e matematico norvegese, classe 1930, uno dei fondatori e principali esponenti dei peace studies ha poi focalizzato la sua attenzione sull’ecletticismo, cioè una metodologia per risolvere la crisi basata su spunti e idee diverse, emerse dal meglio delle varie culture, persone, situazioni.

Di buone idee ne esistono a migliaia ma bisogna conoscerle - ha detto Galtung - e ogni comunità deve comporre con queste il menù più adatto per il proprio “piatto”. Non c’è nessun menù fisso valido anche per l’Italia”. Il capitalismo puro è l’esatto contrario di un’economia buona, perché non c’è uguaglianza, e questo squilibrio incentiva la violenza di classe. Ma non è tutto da buttare, così come qualcosa di buono può essere trovato nel sol levante. Per sopravvivere, tuttavia, c’è bisogno della natura e degli esseri umani ed è verso la loro tutela che bisogna dirigersi. 130.000 persone che muoiono di fame al giorno, francamente, è il simbolo della “crisi perenne”.

Lo Stato che più cresce è la Cina. Dal 1991 al 2004 ben 400 milioni di persone son passate dall’estrema povertà alla bassa borghesia. Dalla capanna all’appartamento con aria condizionata. Nonostante l’aumento dei suicidi la gente sta meglio e non vuol tornare indietro. Ho quindi visitato più volte la Cina e chiesto al Ministro dello sviluppo come hanno fatto. Lui s’è dimostrato sorpreso che un occidentale chieda. Ebbene, il Ministro apre la mappa della Cina e mostra le regioni più povere. Qui siamo intervenuti con i nostri 5 agenti di sviluppo per soddisfare i 5 bisogni fondamentali: mangiare, vestirsi, avere un’abitazione, un’istruzione e la salute. La comunità esce pian piano dalla povertà con lo strumento del microcredito. I primi 2 anni si lavora sodo, il terzo anno si ripaga il microcredito ed il quarto anno ci si permette il superfluo. Spesso cose inutili ma ne hanno diritto.

La ricetta del professore invitato al festival dell’economia dal Centro di Formazione alla Solidarietà Internazionale, è raggiungere l’uguaglianza (un terzo ciascuno) fra i concetti di capital-ismo, natur-ismo, lavor-ismo. Oggi abbiamo 50 per il capital-ismo, - 25 per il natur-ismo e – 25 per il lavor-ismo. Vogliamo fare parti uguali? 33 ciascuno?

Fabio Pipinato

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