G8/Scozia: riuscito il blocco della base di Faslane

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E' riuscito il blocco della base militare Clyde di Faslane, situata 30km a nord di Glasgow. Sede del programma nucleare Trident, la base ospita quattro sommergibili pronti all'uso, ciascuno caricato con 48 testate nucleari. La protesta, organizzata dal CND (Campaign for Nuclear Disarmament) e appoggiata da molte altre organizzazioni scozzesi, consisteva nel bloccare l'accesso alla base dei dipendenti, fermando di coseguenza la produttivita' della stessa. L'azione viene effettuata oramai da 8 anni: dal 1997 a oggi piu' di 2.000 persone sono state arrestate, inclusi alcuni esponenti del Parlamento scozzese, ogni volta per aver opposto resistenza alla richiesta di evacuazione effettuata dalla polizia. Da 23 anni, inoltre, e' presente nelle zone limitrofe un "Peace Camp", che conta una ventina di attivisti permanenti. Il governo britannico spende per il mantenimento della base un miliardo e mezzo di Sterline ogni anno (48 sterline al secondo!): secondo buona parte dell'opinione pubblica scozzese tale spesa non giustifica la legittima difesa e viola apertamente il Trattato Internazionale di Non Proliferazione Nucleare stipulato nel 1968.

Alla protesta dell'edizione 2005 ha visto la partecipazione, secondo i promotori, di circa 2.000 persone. Dalle 7 di questa mattina in avanti, gruppi di diverse nazionalita' provenienti da Edimburgo, Glasagow e altri punti delle campagna scozzese hanno occupato le 4 entrate alla base sedendosi davanti alle porte, unendosi con catene e con tubi protettivi contro le probabili percosse della polizia. "L'azione e' iniziata poco prima delle sette, orario in cui molti dipendenti si recano alla base. I manifestanti hanno bloccato i tre ingressi con la loro presenza. Ogni gruppo d'affinita' ha scelto la sua strategia per il blocco: qualuno si e' seduto, altri hanno animato con la musica, i piu' organizzati hanno usato moschettoni e tubi rigidi per rendere piu' difficile l'eventuale rimozione" raccontano Sara ed Erica, due attiviste italiane dei Gruppi di Azione Nonviolenta. "Ogni gruppo ha potuto agire di propria iniziativa ma mantenendosi sempre in contatto con i coordinatori e gli osservatori legali, sparsi lungo il perimetro della base per gestire l'azione". In generale, l'attitudine della polizia (in assetto ordinario) ha sorpreso i presenti per la cordialita' e la disponibilita' al dialogo.

Secondo il racconto delle due attiviste presenti, tre manifestanti - tra cui due giovani ragazze svizzere - sono riusciti a penetrare all'interno della base e sono stati fermati, un altro ancora e' rimasto per oltre cinque ore "appollaiato" sulla recinzione. "Per queste iniziative si e' dimostrata una grande ed efficace solidarieta' da parte dell'intero gruppo presente, disposto a rischiare l'arresto per sostenere la liberta' di manifestazione e la motivata opposizione all'esistenza di questa base" hanno precisato Sara ed Erica. "Sono qui da trent'anni e la protesta di oggi mi sembra la piu' grande. Abbiamo avuto molto supporto arrivato da tutt'Europa oggi. Noi gruppi locali abbiamo lavorato qui per anni e finalmente la gente ha realizzato quanto sia importante" ha dichiarato ai giornalisti Eric Wallac, uno dei membri della comunita' "Faslane Peace Camp". Di fatto l'azione nonviolenta ha raggiunto il suo obiettivo, contribuendo nello stesso tempo a dare linfa vitale a un movimento, quello contro la globalizzazione, che necessita costantemente di riscontri pratici da affiancare al suo impegno sociale e politico.[AT]

Altre fonti: Rete dei Gruppi di Azione Nonviolenta
Approfondimenti: Faslane Action, Campagna Abolition Now, Video in .mpg sull'azione a Faslane

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