G8-Scozia: mobilitazione storica, ora niente scuse!

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Una giornata storica. La più grande manifestazione mai tenuta in Scozia. Ben 250.000 persone, secondo una stima sin troppo conservativa fatta dagli organizzatori, hanno affollato le strade di Edimburgo per mandare una messaggio inequivocabile ai leader dei paesi del G8: "basta con la povertà, fate di tutto per assicurare un vero e reale sviluppo all'Africa ed agli altri paesi poveri del nostro pianeta". L'infinito serpentone bianco, colore simbolo della lotta contro la povertà e quindi prescelto da quasi tutti i manifestanti per il loro abbigliamento odierno, si è snodato senza soluzione di continuità per le tre miglia del percorso previste dalla marcia. Il punto di partenza e di arrivo erano i Meadows, una spianata di verde a ridosso del centro di Edimburgo.

Ovunque campeggiavano gli striscioni con la scritta "Make Poverty History" (liberiamoci della povertà) slogan della manifestazione. Addirittura uno, enorme, troneggiava sulla splendida rocca che sovrasta Princes Street, l'arteria principale della capitale scozzese, dove buona parte dei negozi era rimasta aperta. Per la verità qualche negoziante aveva posto dei pannelli di legno sulle vetrine, forse per timore dei black block. Già i black block. Se ne sono contati circa 2-300. Tutti rigorosamente in nero, volto coperto, non hanno causato problemi, controllati dalle forze dell'ordine, presenti in massa ma con un atteggiamento quanto mai discreto.

Il momento più toccante di tutta la giornata si è avuto alla fine della marcia, quando alle 15.00 in punto è stato chiesto un minuto di silenzio per ricordare le milioni di vittime causate dalla povertà. Improvvisamente le migliaia di persone radunate nei Meadows, che fino a quel momento facevano quanta più confusione possibile, seguendo i cantanti e gli speaker che si alternavano sui tre palchi allestiti dagli organizzatori, sono ammutolite. Il silenzio era rotto solo dal rumore dei due elicotteri che sorvolavano la zona. Per un minuto nessuno ha fiatato, alcuni hanno giunto le mani mormorando una preghiera, altri hanno abbassato lo sguardo in segno di rispetto.

Ma la manifestazione di Edimburgo e il Live8 planetario serviranno a qualcosa? Spingeranno finalmente il G8, da tempo consesso in crisi di identità, a fare qualcosa di veramente positivo per la sorte del pianeta? Il rischio che il G8 di Gleneagles sia l'ennesima occasione persa c'è, ed è concreto. I negoziati, infatti, vanno avanti con enormi difficoltà, ancora una volta gli Stati Uniti confermano la loro volontà di non prendere in nessun modo posizione sulla questione dei cambiamenti climatici, insieme all'Africa uno dei temi principali del summit. Tony Blair, che su questo G8 ha investito tantissimo, quantomeno a livello di immagine, sull'emergenza ambientale sta facendo di tutto per portare a casa un risultato accettabile. Secondo le ultime indiscrezioni, però, sono ben poche le speranze che il suo amico George W. cambi idea ed inizi ad ammettere che c'è bisogno di iniziative serie contro il surriscaldamento globale. Staremo a vedere se quanto meno sull'Africa si sarà qualche piacevole sorpresa dell'ultimo momento.

di Luca Manes

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