Francia: fly-tax per l'aiuto al Sud del mondo

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"La decisione del governo francese dovrebbe essere da stimolo per quello italiano nella lotta alla povertà". Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid International, esprime così il suo apprezzamento nei confronti dell'esecutivo guidato da De Villepin che ha approvato ieri la "fly tax", la tassa di solidarietà internazionale sui biglietti aerei. L'iniziativa, annunciata nel gennaio scorso e fortemente sostenuta dal presidente Jacques Chirac, aveva preso corpo nel corso del vertice delle Nazioni Unite di settembre. Ieri sera il Consiglio dei Ministri francese ha approvato il provvedimento: dal primo luglio del 2006 si pagherà un'imposta da uno a 40 euro per i voli che partono dalla Francia. I fondi così raccolti verranno destinati ai programmi umanitari per i paesi più poveri del Terzo Mondo.

"Anche la Gran Bretagna, il Brasile e il Cile si erano impegnati nella stessa direzione ed è un segnale estremamente positivo che la Francia abbia concretizzato almeno una delle promesse e degli impegni presi in sede internazionale", continua De Ponte. "L'impegno personale del presidente Chirac è particolarmente apprezzabile e ha consentito l'approvazione di un provvedimento concreto e importante". "L'Italia, invece di continuare a tagliare le risorse destinate all'aiuto pubblico allo sviluppo - conclude il segretario generale di ActionAid International - dovrebbe prendere l'esempio e mantenere le promesse, assumendosi seriamente le proprie responsabilità nei confronti della società civile e dei paesi del sud del mondo".

Nelle scorse settimane ActionAid Italia aveva duramente criticato la finzanziaria per il 2006. "Non soltanto le spese degli enti locali a favore dei progetti di cooperazione allo sviluppo dei paesi più poveri sono giuste, ma dovrebbero essere da esempio per il governo, che dimentica gli impegni assunti in sede internazionale per l'aiuto ai paesi poveri" - aveva detto Marco De Ponte commentando le dichiarazioni del ministro Giulio Tremonti durante una trasmissione televisiva. "Spiace inoltre constatare che un tema così importante sia relegato ai margini anche del dibattito giornalistico. Senza un approfondito dibattito sui media e nel paese, sarà davvero difficile persuadere il governo a mantenere gli impegni presi solennemente più volte in ambito internazionale". [GB]

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