Firmato il fragile accordo di pace in Congo

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E' stato firmato a Pretoria (Sudafrica) il cosiddetto "accordo globale e inclusivo", nell'ambito dei colloqui "intracongolesi"; un'intesa che dovrebbe delineare il futuro assetto politico della Repubblica democratica del Congo. L'accordo prevede che il presidente congolese Joseph Kabila resti in carica, assistito da quattro vice presidenti, a nome delle principali fazioni che in questi anni si sono disputate il potere nel Paese. La notizia è stata colta con cauto ottimismo dagli analisti politici internazionali tra cui Lisa Clark di Beati Costruttori di Pace, che rileva "la mancata rappresentanza della società civile al tavolo dei negoziati - e prosegue - i continui spostamenti delle linee di fronte che hanno condotto all'evacuazione di interi villaggi e città, nonchè le violenze sulla cittadinanaza sono stati perpetrati in questi ultimi mesi ad opera di "signori" della guerra che così agendo hanno potuto presentarsi al tavolo di Pretoria con maggior potere territoriale e militare". La MONUC (missione Onu) dal 1999 nella Repubblica Democratica del Congo, ha solo ruolo di "osservatore" e quindi non ha mandato per difendere la popolazione civile. Il Coordinamento "Anch'io a Kisangani" ha indirizzato un appello alle Nazioni Unite perché intensifichino la loro presenza nella zona, con l'invio di nuove forze di pace, ma anche con il chiaro mandato di difendere la popolazione e la sicurezza delle frontiere tra Congo, Rwanda, Burundi e Uganda. Il collegamento tra le notevoli risorse del Congo e lo sforzo bellico per rinnovare la guerra è stato oggetto di uno studio pubblicato a fine ottobre dalla Nazioni Unite in cui si chiede al Consiglio di sicurezza di imporre sanzioni economiche nei confronti di 29 società africane e internazionali che in questi anni hanno impedito le azioni finalizzate a fermare il conflitto.
Pubblicato il: 17.12.2002
" Fonte: » Misna, Chiama l'Africa, MONUC;
" Approfondimento: » Dossier Grandi Laghi ;

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