Fidel Castro 85 anni, Raul 81, Benedetto XVI 84: ma Cuba è dei giovani

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Il Malecón costeggia per sette chilometri il lungomare dell’Avana. È una grande terrazza che si affaccia sulle acque del Golfo del Messico. Inizia di fronte al Castillo de la Real Fuerza e termina presso il Torrón de la Chorrera.

È qui che gli Habaneros si danno appuntamento. Su questo lungomare si ripete ogni giorno una storia di conquiste e delusioni.

Passeggiare lungo il Malecón è un’esperienza unica, che fa gustare appieno lo spirito di un’Avana curiosa e misteriosa. Strada facendo, non è difficile incontrare piccoli altari. Si possono anche osservare le immagini di Yemayá, la dea nera del mare, simbolo della vita. A pochi passi c’è l’immagine di Orula, un orisha molto importante per i fedeli della santeria perché predice il futuro. Tutto è avvolto dall’odore dell’incenso.

Alle spalle del Malecòn ci sono splendidi edifici di epoca coloniale, purtroppo spesso in cattivo stato a causa della mancanza di manutenzione. È però soprattutto all’imbrunire che si apprezza il Malecón, quando i raggi del sole si riflettono sul mare creando un’atmosfera unica. L’aria perde il calore del giorno e c’è un senso di freschezza e tranquillità.

È qui che incontriamo Marisol e Javier, due ragazzi di 20 anni. Parliamo di tante cose ma poi Marisol comincia a guardare con insistenza verso il blu intenso, come cercando l’orizzonte. “Il nostro amico Estéban – dice – è partito proprio da qui su una ‘balsa’ per raggiungere la Florida, lontana 80 chilometri. Di lui non sappiamo più niente. Il governo sostiene che il fenomeno dei ‘balseros’ non esista più ma c’è sempre ancora qualcuno che decide di rischiare per un futuro migliore. Con la venuta del Papa, dalla Florida sono arrivati quasi 2000 cubani; ma di Estéban non abbiamo avuto notizie”.

Marisol ha ragione. I “balseros” hanno ripreso a tentare la sorte. Nel 2011 il flusso è aumentato in modo significativo: si è arrivati a 1070 partenze contro le 831 del 2010. Ad aggravare la situazione è il fatto che dopo la traversata in mare ci sono spesso le bande di narcotrafficanti pronti ad approfittare di chi voglia raggiungere gli Stati Uniti.

Javier dice: “Siamo nati con la foto del ‘lider maximo’ appesa alla pareti di casa. A scuola ci parlano sempre della grande rivoluzione. Ma quel tempo è passato: vogliamo qualcosa di nuovo. Vogliamo incontrare persone. Ci piacerebbe avere internet”.

Javier e Marisol non sembrano rallegrarsi più di tanto perché un anno fa il VI Congresso del Partito comunista cubano ha approvato un “nuovo corso” fatto di aperture all’iniziativa privata e agli investimenti esteri, flessibilità del mercato del lavoro, liberalizzazione della compravendita di automobili e case, decentramento dell’apparato statale e dell’economia.

Marisol sorride: “Ma non ti rendi conto che Fidel ha 85 anni e Raul 81? I giovani del Partito sanno che fra poco tempo le cose cambieranno e quindi si stanno preparando ad accaparrare le proprietà dello Stato. Accade nei campi delle terre, delle comunicazioni e del turismo”.

Uno degli esempi più significativi è proprio il turismo. Grazie a capitali spagnoli e cinesi, è stato deciso di costruire una decina di alberghi a quattro e cinque stelle nella zona dell’Avana e quattro hotel di lusso nelle località balneari di Varadero e Cayo Coco. Si progettano anche 16 campi da golf nelle province di Holguin, Pinar del Rio e Varadero. “Di tutto questo – sostiene Javier – beneficeranno solo alcuni politici che in poco tempo diventeranno proprietari delle nuove strutture”.

Camminando, siamo arrivati davanti a La Rampa che risale nel cuore del Vedado. Marisol e Javier sorridono. “Il Papa – dicono prima di salutare – ha ragione quando dice che Cuba deve cambiare e che il mondo deve cambiare guardando a Cuba. Speriamo questo viaggio possa portare qualcosa di buono per tutti noi”.

Fonte articolo: Misna.org

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