Fao: un miliardo di affamati nel mondo, ma Paesi ricchi e Italia tagliano gli aiuti

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Sono salite a più di un miliardo nel 2009 le persone che soffrono la fame, 100 milioni in più dello scorso anno: si tratta del livello più alto da 40 anni. Lo hanno reso noto ieri la Fao e il Pam con il rapporto annuale "The State of Food Insecurity" confermando alla vigilia della 'Giornata mondiale dell'alimentazione' del 16 ottobre le previsioni dello scorso giugno. Gli effetti combinati della crisi economica e della crisi alimentare hanno fatto aumentare il numero delle persone che soffrono la fame a livelli storici e stanno allontanando la possibilità del raggiungimento del primo degli Obiettivi del Millennio: "Dimezzare dal 1990 al 2015 la percentuale di persone che vivono in condizioni di povertà grave e che soffrono la fame".

"L’aumento del numero delle persone che soffrono la fame è intollerabile" - ha commentato il Direttore generale della Fao, Jacques Diouf, alla presentazione del rapporto. "I leader mondiali hanno reagito con determinazione alla crisi economica e finanziaria e sono stati in grado di mobilitare miliardi di dollari in un lasso di tempo molto breve. La stessa azione decisa è adesso necessaria per combattere fame e povertà" - ha aggiunto Diouf. Il Direttore generale della Fao ha quindi evidenziato che "Abbiamo i mezzi tecnici ed economici per far scomparire la fame dal pianeta, quello che manca è una più forte volontà politica per sradicarla per sempre. È essenziale investire nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo, non solo per sconfiggere fame e povertà, ma anche per assicurare una generalizzata crescita economica, e dunque pace e stabilità nel mondo".

Più esplicita Josette Sheeran, direttrice esecutiva del Programma alimentare mondiale (Pam) che ha chiesto ai governi di "intervenire in fretta". "È inaccettabile che nel XXI secolo circa un sesto della popolazione mondiale soffra la fame" ha detto Sheeran che ha denunciato la diminuzione dei fondi internazionali destinati agli aiuti alimentari: "Nel momento in cui il numero delle persone che soffrono la fame ha raggiunto un picco storico, vi è il più basso livello di aiuti alimentari mai registrato. Sappiamo quello che occorre per coprire le necessità urgenti: quello che serve sono le risorse e l’impegno internazionale per farlo" - ha detto Sheeran.

La forte recrudescenza della fame, causata dalla crisi economica mondiale, ha interessato principalmente le popolazioni povere dei Paesi in via di sviluppo, evidenziando la fragilità del sistema alimentare mondiale e la necessità di una sua urgente riforma. Il record negativo di insicurezza alimentare lo mantiene la regione Asia-Pacifico, con 642 milioni di persone (+10,5% rispetto all'anno scorso), seguita dall'Africa Subsahariana con 265 milioni (+11,8%), dall'America Latina con 53 milioni (+12,8%) e infine dal Nord ed est Africa con 42 milioni (+13,5%). Ma è soprattutto nei Paesi ricchi si registra un aumento degli affamati; il 15,4% rispetto allo scorso anno.

Nel corso dell’ultimo decennio - anche prima dell’attuale crisi - il numero delle persone sottonutrite era aumentato, in modo lento ma costante. Notevoli passi avanti erano stati fatti negli anni ‘80 e agli inizi degli anni ‘90, in larga misura grazie all’incremento degli investimenti in agricoltura seguiti alla crisi alimentare mondiale dei primi anni ’70. Ma tra il 1995-97 e il 2004-06, con il calo sostanziale degli aiuti pubblici allo sviluppo (Aps/Oda) destinati all’agricoltura, il numero dei sottonutriti è aumentato in tutte le regioni, tranne in America Latina e Caraibi. Ma non per molto, perché adesso anche in questa regione crisi economica ed alimentaria hanno cancellato i progressi fatti.

Durante il Forum di esperti ad alto livello che si tenuto nei giorni scorsi a Roma, la Fao ha affermato che occorrerà investire nel settore agricolo dei paesi in via di sviluppo 44 miliardi di aiuti ufficiali allo sviluppo contro agli attuali 7,9 miliardi l’anno. Ma dai dati forniti dal Fondo monetario internazionale, la Fao stima che quest'anno i 71 Paesi più poveri del mondo sperimenteranno una caduta degli aiuti assoluta del 25% rispetto al 2008, che terrà i fondi sempre al di sopra del livello del 2007, ma costituirà comunque un problema per gli interventi sul campo.

"Non bastano più le parole e non esiste una formula magica per risolvere il problema della fame" – ha commentato Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid. " Certamente è necessario un massiccio e urgente supporto in termini di risorse per i sostenere i sistemi di agricoltura e alimentare reti di protezione sociale per gruppi vulnerabili. Al World Food Summit del prossimo mese, gli stati donatori dovranno annunciare un’aggiunta di 23 miliardi di dollari per finanziare queste misure, altrimenti il prossimo anno i dati peggioreranno ancora in maniera drammatica". Per quanto riguarda l'Italia, de Ponte sottolinea che "Per rimettersi in carreggiata l’Italia deve rapidamente ripensare le scelte fatte dall’inizio della legislatura e aumentare le risorse destinate alla cooperazione. Il nostro Paese ha il dovere di contribuire allo sforzo complessivo di limitare gli effetti della crisi sui paesi più vulnerabili, che andrebbe a vantaggio anche dell’Italia".

Proprio ieri in una conferenza stampa il Cini, Coordinamento italiano network internazionali, ha denunciato che "la Finanziaria 2010 non realizza alcuna inversione di tendenza rispetto ai fondi per la cooperazione allo sviluppo. Si tratta di soli 326 milioni di euro che costituisce - in termini reali - la cifra più bassa degli ultimi 13 anni, dal 1996 ad oggi". "Nonostante gli impegni e le dichiarazioni solenni dei leader mondiali, Italia in testa, con questa Finanziaria il nostro Paese ignora gli impegni presi in ambito internazionale ed europeo per la Cooperazione allo Sviluppo e la lotta alla povertà nel mondo, e lo fa nell’anno del G8 di cui ha avuto la presidenza" - afferma la Cini, cordinamento composto da ActionAid, Amref, Save the Children, Terre des Hommes, Vis, Wwf e World Vision.

Per richiamare i capi di stato e di governo alle proprie responsabilità per sconfiggere la fame e contrastare i cambiamenti climatici la Campagna del Millennio dell'Onu invita dal 16 al 18 ottobre a partecipare alla mobilitazione "Stand Up! Take action!". Nei giorni scorsi la campagna italiana ha presentato a Roma il programma delle giornate di mobilitazione e le precise richieste al Governo italiano. [GB]

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