Evacuazione umanitaria immediata di rifugiati africani

Stampa

L’ACLI, l’ARCI, l’ASGI, la FCEI, la Casa dei Diritti Sociali, il Centro Astalli, la Comunità di Sant'Egidio, il Consiglio Italiano per i Rifugiati e Senza Confine, membri del Tavolo Nazionale Asilo coordinato dall’UNHCR hanno lanciato un appello urgente per l’immediata evacuazione dei rifugiati provenienti dall’Africa Sub-Sahariana, in particolare dal Corno d’Africa, che si trovano intrappolati in Libia e minacciati da tutte le parti in conflitto, così come di quelli che hanno già raggiunto il confine libico-tunisino e che non hanno possibilità di ottenere una effettiva protezione in Tunisia.

Questo appello è stato lanciato al Presidente del Consiglio d’Europa Herman Achille Van Rompuy, al Presidente del Parlamento Europeo Jerzy Buzek, al Vicepresidente della Commissione Europea Catherine Ashton, al Commissario per gli Affari Interni Cecilia Malmström, al Ministro degli Esteri Franco Frattini, al Ministro dell’Interno Roberto Maroni.

Queste persone non hanno altre possibilità se non quella di imbarcarsi dalla Libia su barche non adatte alla navigazione e mettere a rischio le proprie vite in un viaggio via mare per raggiungere un rifugio sicuro in Europa.Centinaia di loro sono già morti durante questi viaggi e di altre imbarcazioni non si hanno più notizie.

Vogliamo ricordare l’immensa tragedia accaduta la notte tra il 5 e il 6 aprile quando almeno 260 rifugiati africani sono scomparsi nelle acque a largo di Lampedusa. Questo e altri incidenti potevano essere evitati se questi rifugiati fossero stati evacuati e trasferiti in Paesi sicuri.

L’Europa non dovrebbe continuare a restare in silenzio e dovrebbe invece promuovere uno sforzo congiunto affinché i Paesi membri dell’Unione organizzino trasferimenti verso i propri territori. Lanciamo questo appello allo stesso tempo ai Governi di tutti i Paesi membri, al Consiglio d’Europa e alla Commissione Europea che è chiamata a coordinare le operazioni.

Non è possibile indicare il numero preciso di rifugiati che si trovano in questa disperata situazione, ma possiamo affermare che è un numero inferiore alle 10.000 persone. Vogliamo ricordare che le operazioni militari della NATO in Libia si basano sulla risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite n. 1973 del 26 Febbraio 2011 che ha lo scopo di evitare la perdita di vite di civili. Il nostro appello va esattamente in questa direzione, ma non richiede alcuna operazione militare.

Chiediamo quindi ai Paesi membri e alle Istituzioni europee di agire velocemente nello spirito dei valori alla base dell’Unione Europea.

Fondazione Centro Astalli

Ultime notizie

Pane e veleni, la vicenda del petrolchimico di Porto Torres

27 Ottobre 2025
Porto Torres emblema della macroscopica contraddizione che ha contraddistinto lo sviluppo industriale del nostro paese. (Rita Cantalino)

L'interpretazione errata della Cina da parte dell'Europa

25 Ottobre 2025
"La debolezza e l'ignoranza non sono barriere alla sopravvivenza, ma l'arroganza sì." The Death's End di Cixin Liu

Il Punto - Le tensioni sugli oceani del Mondo

24 Ottobre 2025
Oltre ad Ucraina e Palestina, il Risiko per il controllo dello scacchiere mondiale si gioca negli oceani. (Raffaele Crocco)

Si torna a parlare di Scam City

23 Ottobre 2025
La giunta birmana libera 2mila cyber schiavi a KK Park sul confine tra Myanmar e Thailandia. 

La Lungimiranza del Malawi: il fotoreportage

22 Ottobre 2025
Il fotoreportage dal Malawi di Silvia Orri.

Video

Serbia, arriva a Bruxelles la maratona di protesta di studenti per crollo alla stazione di Novi Sad