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Europa: in piazza a Roma per una chimica senza veleni
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Greenpeace ha consegnato oggi a mezzogiorno al Ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli, le oltre 20.000 cartoline di cittadini che chiedono un impegno a favore di una chimica verde e di una riforma della politica chimica europea, REACH (Registrazione, Valutazione ed Autorizzazione delle sostanze chimiche), che vada nella direzione di una maggiore tutela dell'ambiente e della salute pubblica. Attivisti di Greenpeace da tutta Italia hanno manifestato questa mattina a Piazza Colonna a Roma, con lo striscione "Chimica pericolosa, bambini a rischio!". In tuta arancione con cartelli di pericolo, mamme e bambini con i palloncini colorati, hanno ricordato la minaccia rappresentata dalle sostanze pericolose nascoste in diversi beni di consumo, fra cui quelli testati da Greenpeace nel nostro Paese lo scorso aprile.
"Tanti di noi oggi portano un passeggino con un bambino alla manifestazione per ricordare che i composti tossici di cui chiediamo l'eliminazione passano anche attraverso il cordone ombelicale dalla mamma al feto, da una generazione all'altra. Per questo, sei mesi fa, abbiamo avviato la raccolta di firme che ha avuto un grande successo. Ora tocca ai ministri andare a Bruxelles e chiedere che il testo di riforma della chimica, REACH, preveda la sostituzione delle sostanze più pericolose con alternative sicure" -afferma Vittoria Polidori, campagna inquinamento di Greenpeace. "Ma non basta. La lobby industriale sta continuando a minare il testo della riforma, cercando di indebolire i requisiti di sicurezza richiesti per le sostanze prodotte ogni anno in volumi ridotti" - aggiunge Polidori. L'Italia deve dare un segnale concreto in vista dell'arrivo del testo di REACH al Parlamento Europeo, il 16 novembre e in Consiglio Competitività, il 29 novembre.
- "I veleni della chimica":
(Rapporto in pdf)
- "A present for life" ( in pdf)
- Greenpeace su REACH e i test animali: (Testo in pdf)
E nei giorni scorsi Fulco Pratesi del WWF aveva consegnato all'eurodeputato Guido Sacconi, relatore del Reach, 160 mila firme che si sommano alle 180 mila mail partite dal sito WWF agli europarlamentari italiani in una settimana. Nella petizione si chiede ai parlamentari europei di approvare con urgenza il Reach, il nuovo regolamento europeo che dovrebbe introdurre regole più severe in tema di produzione e commercializzazione di sostanze chimiche. Il regolamento verrà votato in sede plenaria il 17 novembre al Parlamento Europeo. La petizione è stata presentata a chiusura della "Settimana di informazione sui prodotti chimici tossici" realizzata in collaborazione con il Segretariato Sociale Rai, nella quale più di 20 programmi televisivi hanno dato spazio alla campagna Svelénati, oltre a spot radiofonici e diffusione di spazi internet. Circa 18.000 persone hanno provato a testare i propri comportamenti "a rischio chimico" facendo il test/sondaggio Avvelenato o no?.
Dalle risposte a 10 domande su abitudini e comportamenti quotidiani dietro alle quali si può annidare la presenza di sostanze pericolose per la salute il risultato che il 64,5% dei partecipanti è risultato "ISTINTIVO", un giudizio a metà tra il PURO (26,1%) e l'AVVELENATO (9,3%): la maggior parte dei partecipanti ha cioè indovinato le scelte ecologiche, segnale che la campagna di informazione portata avanti dal WWF sta funzionando anche se c'è ancora molto da fare. Gli italiani hanno recepito bene il messaggio della pericolosità di molte sostanze, come il teflon che riveste le pentole antiaderenti, usano poco le stoviglie di plastica (75%), preferiscono ai profumatori chimici i "rimedi della nonna" come lavanda ed essenze naturali. Altra curiosità quella delle abitudini alimentari: alla domanda che riguarda la cena "veloce" di ritorno dalla giornata di lavoro gli italiani preferiscono gli spaghetti "aglio e olio" alle insalatone o al cibo cotto al microonde.
Le scelte sbagliate sono tutte riconducibili alla scarsa informazione sui prodotti per l'igiene personale: cosmetici e creme contenenti spesso muschi sintetici, motivo in più per esigere una legislazione efficace e chiedere di essere informati dalle aziende che mettono sul mercato materiali o prodotti contenenti composti chimici pericolosi come PCB-s, diossine, ftalati, ritardanti di fiamma. Attraverso i biomonitoraggi del WWF, ben 73 sostanze chimiche artificiali sono state riscontrate nel sangue di ciascun componente (nonne, mamme e figli) delle famiglie europee sottoposte al test. [GB]