Europa: bandire gli ogm che entrano illegalmente

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A metà marzo il Parlamento bulgaro ha approvato una legge che bandisce la produzione e la vendita di alcuni organismi geneticamente modificati, incluso il grano, per allinearsi con le norme comunitarie Europee, in vista dell'entrata nell' Unione europea del 2007. La legge rappresenta un dietro front per gli stati dei Balcani, che nell'ultimo decennio avevano sperimentato in maniera intensiva l'uso di tabacco ed altri prodotti, tutti geneticamente modificati. La lista non include mais o soia geneticamente modificati, ma è una lista tutt'ora aperta ed i ministri dell'agricoltura e dell'ambiente potranno aggiungere nuove voci. Alcuni gruppi ambientalisti accusano le principali industrie che portano avanti esperimenti di modificazione genetica- come l'americana Monsanto - di sfruttare i paesi poveri dell'ex area comunista come un cancello d'ingresso al resto d'Europa, dove molte persone temono che i prodotti OGM siano dannosi per l'ambiente e per la salute umana.

E da Greenpeace è arrivata al governo olandese la richiesta di bloccare lo scarico di mais geneticamente modificato (GE), per prevenire la sua distribuzione illegale in Europa. Un nave con mais Usa proveniente da New Orleans, sospettata di trasportare mais GE non autorizzato, ha attraccato a Rotterdam, meno di 48 ore dopo la decisione dell'Ue di bandire le importazioni dagli Stati Uniti prive di certificazione che attesti l'assenza di Bt10, un mais geneticamente modificato non autorizzato in Europa.

"L'Ue ha mandato il segnale chiaro che questo tipo di mais geneticamente modificato non è gradito. Se fosse scaricato sarebbe poi impossibile rintracciarlo" - sostiene Federica Ferrario, campagna Ogm di Greenpeace - La Victory C è solo una piccola porzione del mais GE in arrivo dagli Stati Uniti in Europa. Nel 2003 sono state importate in Europa 3,5 milioni di tonnellate di glutine di mais. Nonostante il rifiuto sia di cibo che di mangime GE da parte dei consumatori europei, le aziende biotech stanno rendendo sempre più difficili i controlli sulle importazioni non fornendo alle autorità gli adeguati metodi di analisi.

Sul sito della Commissione europea è stato pubblicato un elenco di 26 prodotti biotecnologici il cui impiego è stato autorizzato nei 25 Stati membri. I prodotti elencati comprendono 12 varietà di mais, 6 di colza, 5 di cotone e una di semi di soia, una biomassa e una crema a base di lievito. L'elenco in questione è stato elaborato nell'intento di chiarire la confusione generatasi a seguito dei recenti eventi. I 26 prodotti erano autorizzati nel quadro della precedente normativa comunitaria o non richiedevano autorizzazione nel momento in cui venivano immessi sul mercato. Una volta inserito ufficialmente nel registro biotecnologico comunitario, le imprese che vendono il prodotto autorizzato possono continuare a farlo per un periodo che varia dai 3 ai 9 anni, scaduto il quale dovranno presentare alla Commissione europea una nuova domanda di autorizzazione.

Intanto a Padova è stata respinta dal Consiglio Comunale (a maggioranza di centrosinistra) la proposta della Coldiretti di dichiarare Free OGM il territorio comunale. Fino ad oggi ben 15 Regioni Italiane, pur di diversa appartenenza politica, si sono dichiarate, per Legge, "Ogm Free". Anche la Corte Costituzionale ha respinto il ricorso del Governo contro le rispettive leggi di Puglia e Marche, che vietano la coltivazione di prodotti agricoli o l'allevamento di animali geneticamente modificati nel loro territorio. Da considerare che anche l'attuale Ministro per l'Agricoltura, così come il suo predecessore, si è sempre apertamente schierato contro la prospettiva economica tracciata dagli ogm, riconoscendo piena legittimità e tutela alle produzioni tipiche e da agricoltura biologica.[AT]

Altre fonti: La Nuova Ecologia, Altragricoltura Nord Est, Greenplanet

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