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Etiopia: carestia e contenzioso con la Nestlè
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La grave emergenza siccità che affligge l'Etiopia e più in generale tutto il Corno d'Africa ha costretto il premier etiope Zenawi a squarciare il velo di incomunicabilità verso l'occidente, chiedendo un sostegno immediato per far fronte alle necessità di 6 milioni di persone che rischiano di morire di fame e di sete. Il VIS (Volontariato Internazionale per lo Sviluppo) e i Salesiani di Don Bosco, presenti in questo Paese in ben 9 località sin dal 1975 hanno risposto all'appello organizzando una raccolta di fondi. Se però la società civile a vario titolo si mobilita per fare fronte a quest'emergenza, la multinazionale Nestlè è arrivata a chiedere al governo etiope un risarcimento di 6 milioni di dollari per un contenzioso risalente al 1978 e che riguarda la Elidco (Ethiopian Livestock Development Company), un'impresa etiope che era controllata in misura maggioritaria dalla tedesca Schweisfurth, rilevata dalla Nestlé nel 1986. Dopo le forti pressioni dell'opinione pubblica e in particolare di Oxfam International, che calcolava che con i 6 milioni di dollari richiesti dalla multinazionale svizzera potrebbe essere assicurato l'accesso a 4 milioni di persone all'acqua, la Nestlè si dice disposta ad accettare un rimborso di molto inferiore al dovuto, ma non è ancora chiaro a quanto ammonterà la somma. A tutti questi gravi problemi per l'Etiopia si aggiunge il rovinoso crollo del prezzo del caffè, un affondo mortale per un Paese nel quale i chicchi verdi rappresentano il 54% sul totale delle esportazioni.
Pubblicato il: 28.12.2002
" Fonte: » Misna, VIS, Oxfam International, Altreconomia, Microfinanza;