Espulsi i richiedenti asilo pakistani trattenuti a Roma e a Milano

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I 40 richiedenti asilo pakistani trattenuti dal 25 giugno
scorso nel Centro di permanenza temporanea (Cpt) di Roma, a Ponte Galeria, hanno ricevuto quest'oggi la convalida del trattenimento, nonostante gli uffici legali di Medici Senza Frontiere e di Avvocati Senza Frontiere abbiano eccepito molti errori procedurali.

Tra gli errori in parola, innanzitutto, va rilevato che la notifica del provvedimento di espulsione ha anticipato la notifica del rigetto dello status di rifugiato.

In parole povere, i 40 pakistani sono stati prima espulsi, poi hanno saputo che non potevano beneficiare del riconoscimento dello status di rifugiato.
Questo vuol dire che, essendo trattenuti nel Cpt di Roma e avendo ricevuto contestualmente le notifiche dei rigetti, i richiedenti asilo pakistani si sono visti negato il diritto alla difesa, essendo impossibilitati a uscire dal detto Centro di permanenza temporanea di Ponte Galeria.

Inoltre, durante l'intero iter procedurale i 40 cittadini pakistani sono stati trattenuti secondo quanto dispone la legge 189/2002 (Legge Bossi-Fini), la quale non poteva essere applicata al caso specifico in quanto ancora mancante del relativo regolamento di attuazione. I richiedenti non potevano uscire dal Cpt in quanto i Centri di permanenza temporanea, al contrario dei Centri di accoglienza, sono strutture chiuse e
destinate agli stranieri espulsi.

Medici Senza Frontiere rileva inoltre che in alcuni fascicoli dei
richiedenti pakistani mancavano i decreti di diniego della Commissione centrale. Nonostante tutto questo, i giudici convalidavano i trattenimenti. I 40 richiedenti asilo potranno in tal modo essere rimpatriati in qualsiasi momento e l'eventuale ricorso, non sospendendo l'espulsione, non potrà evitare l'allontanamento dal territorio italiano, esponendoli di nuovo alla minaccia dalla quale sono fuggiti.

Gli stessi vizi procedurali sono stati riscontrati anche nella udienza di Milano, che ha avuto peraltro la stessa conclusione, con gli altri 40 richiedenti asilo pakistani, trattenuti nel Cpt di via Corelli che hanno avuto la convalida del trattenimento. Anch'essi sono in attesa di espulsione.

I richiedenti asilo erano giunti a Lampedusa tra il 31 maggio e il 3 giugno 2003. Facevano parte di un gruppo più ampio di loro concittadini. Da Lampedusa erano stati trasferiti a Bari Palese, dove erano stati fotosegnalati.

Prima di lasciare Bari Palese, gli 80 pakistani trasferiti a Roma e Milano erano stati sentiti, alla presenza del rappresentante della loro ambasciata (in contraddizione con la loro posizione di richiedenti asilo), dalla Commissione centrale, spostatasi per l'occasione nel capoluogo pugliese.

Solo dopo essere state sentite dalla Commissione, mercoledì 25 giugno, di prima mattina, le 80 persone in questione erano state trasferite nei due Cpt di cui sopra senza che venisse loro notificato alcun provvedimento di espulsione né di diniego.

Nel primo pomeriggio di mercoledì 25 giugno l'ufficio legale di Medici Senza Frontiere aveva visitato i 40 richiedenti asilo trasferiti nel Cpt di Ponte Galeria.

I pakistani avevano in quell'occasione affermato di non aver ricevuto alcuna notifica di diniego, né di riconoscimento dello status di rifugiato, né di espulsione da parte del Prefetto. A fronte delle richieste, avanzate ai responsabili del Centro di Ponte Galeria dall'ufficio legale di Medici Senza Frontiere, di prendere visione dei suddetti atti, questi ultimi non erano stati esibiti. Pertanto non risultava alcun motivo che giustificasse
il trattenimento.

Fonte: Medici Senza Frontiere

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