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Energia: bene il rapporto Enea, ma il carbone è anacronistico
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"Se l'efficienza energetica fosse una realtà in Italia, le famiglie potrebbero risparmiare oltre il 30% dell'energia, contribuendo sensibilmente alla riduzione dei gas serra: il risparmio energetico appare dunque l'opzione più valida per perseguire le politiche per Kyoto, aumentare la sicurezza degli approvvigionamenti e migliorare il saldo estero per paesi importatori di combustibili fossili come l'Italia. Ogni politica energetica deve essere inquadrata in una strategia complessiva nazionale che ponga il risparmio energetico e l'efficienza al primo punto, combinata con l'aumento della produzione da fonti rinnovabili". Così contribuisce alla discussione il WWF, al termine della presentazione del rapporto ENEA 'Energia e Ambiente' presentato oggi a Roma.
"Il merito del documento Enea è quello di avere integrato le politiche energetiche con il cambiamento climatico, secondo le indicazioni espresse dalla Commissione e dal Consiglio europeo" - nota il WWF. "L'efficienza energetica è la via per ridare competitività al Sistema Italia, sia grazie al risparmio che attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie e idee. Non solo, è un catalizzatore per mettere d'accordo tutti gli attori, dai cittadini agli industriali, al Governo" - sottolinea il WWF -"Ma questo può avvenire solamente se le politiche energetiche, infrastrutturali, di approvvigionamento, di produzione e di utilizzo sono inquadrate in una strategia nazionale di medio e lungo periodo". Ora ci si attende che si proceda senza indugi alla conferenza su energia e clima, per indicare al Paese una strada che rispetti gli obiettivi di Kyoto e quelli per gli anni avvenire. "Non va scordato, infatti che lo scenario presentato da Enea, di fatto indica una stabilizzazione ai livelli di CO2 emessi nel 1990. Ciò impone la necessità di individuare politiche ulteriori e innovative, affinché si possa proseguire riducendo le emissioni anche oltre i limiti del 1990" - conclude il WWF.
"Il rapporto dell'Enea è un'ulteriore conferma di quello che diciamo da tempo. Per ridurre le emissioni, rispettare gli obiettivi del protocollo di Kyoto e diminuire anche la dipendenza dalle importazioni di fonti fossili, l'Italia deve puntare su risparmio, efficienza e fonti rinnovabili. Puntare su un aumento dell'uso del carbone, la fonte fossile che genera le più alte emissioni specifiche di CO2, nel mix energetico è invece assolutamente incoerente e anacronistico" - afferma il presidente di Legambiente, Roberto Della Seta, commentando il rapporto dell'Enea.
"Si continua a parlare di confinamento geologico dell'anidride carbonica - aggiunge Della Seta - come una soluzione già praticabile quando sappiamo che questa tecnica è ancora in fase sperimentale e non ha riscontro nell'applicazione industriale per i costi eccessivi. Dovremmo concentrarci invece sulle fonti che di CO2 ne producono meno o non ne producono affatto".
Legambiente ricorda che le 12 centrali italiane che bruciano carbone, contribuiscono solo per il 15% alla produzione elettrica nazionale, a fronte di oltre 44 milioni di tonnellate di CO2 (MtCO2), pari al 33% delle emissioni delle centrali termoelettriche (133 MtCO2) e al 7,5% del totale nazionale (583 MtCO2). "Solo creando un sistema energetico distribuito, fondato su risparmio, efficienza e fonti rinnovabili, che veda la progressiva riduzione del carbone per la produzione di energia elettrica e la riconversione a gas naturale delle centrali termoelettriche che oggi utilizzano olio combustibile o carbone - conclude il presidente di Legambiente - il nostro Paese potrà dare davvero il suo contributo alla lotta ai cambiamenti climatici".
Secondo il rapporto dell'Enea, significativo, nel capitolo efficienza, l'effetto che si riscontra nel settore residenziale, in particolare per quanto riguarda il riscaldamento che costituisce quasi l'80% dei consumi finali. In questo settore le tecnologie efficienti per l'edificio e l'impianto producono effetti significativi già nel medio periodo consentendo, sottolinea l'ente di ricerca, una riduzione della domanda nel lungo periodo compresa tra il 16 e il 23 per cento. L'Enea, oltre a raccomandare un massiccio ricorso all'efficienza energetica negli usi finali e un'incisiva promozione delle fonti rinnovabili per la produzione di energia elettrica e per gli usi termici nel settore civile e per il ricorso a biocarburanti nel settore dei trasporti, individua nel lungo periodo, cioé dopo il 2020, la necessità di diversificazione "del mix di combustibili per la generazione termoelettrica anche mediante - si legge nel rapporto - un maggiore ricorso al carbone reso ambientalmente sostenibile con l'impiego delle tecnologie per il sequestro e il confinamento della Co2". [GB]