Economia: politica e reti, confronto su nuove strade

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In alternativa al meeting di Cernobbio che vede il gotha degli economisti neoliberisti italiani, si è svolto nel quartiere di Corviale a Roma la terza edizione del Forum della campagna Sbilanciamoci!. La scelta del luogo è caduta su Corviale in quanto simbolo delle periferie urbane degradate ed abbandonate che chiedono politiche di recupero urbanistico, riqualificazione economica e sociale. Roma nel 2006 ospiterà "La Città dell'Altra Economia", uno spazio unico in Europa per le esperienze, le pratiche, le iniziative di organizzazioni e imprese che sperimentano e fanno crescere la realtà di un'"economia diversa". E proprio a questo tema erano dedicati i forum che hanno visto dibattere personaggi tra i quali Susan George, Vandana Shiva, Aminata Traoré e l'economista Jeremy Rifkin. Le proposte hanno cercato di definire come elaborare un'economia diversa, solidale, che metta al centro la persona e l'ambiente e non il profitto delle grandi imprese o degli speculatori di turno. Il Forum è cominciato ricordando le vittime di New Orleans e di Bagdad, due tragedie enormi che hanno evidenziato i limiti politici (l'occupazione irachena) e quelli economici (l'ambiente che si surriscalda e provoca il disastroso tornado Katrina) dell'attuale sistema liberista.

"In questi anni, la politica italiana ha agevolato (o ha supinamente accettato) il passaggio dal capitalismo industriale a quello finanziario, dai profitti alla rendita, dalla produzione alla speculazione, favorendo pochi gruppi di potere che l'hanno in vario modo beneficiata. L'etica d'impresa è stata sostituita dalla logica cinica ed egoista del ladrocinio finanziario o più modestamente del furbesco guadagno. L'economia "vera" è rimasta sullo sfondo: contano i soldi, e i soldi oggi si fanno molto più facilmente (e molti di più) con la speculazione e la rendita o accaparrandosi i monopoli (pubblici o privati) che producendo beni e servizi (utili e sociali)". Con queste parole Giulio Marcon ha segnato il Forum di Sbilanciamoci!, la campagna di una rete di organizzazioni che chiedono un nuova spesa pubblica. Un appello alle forze dell'Unione, che, auspicabilmente, tra pochi mesi avranno la responsabilità di governare l'Italia. "Non ci servono parole e documenti, ci aspettiamo comportamenti coerenti e la costruzione di un rapporto di pari dignità tra movimenti e forze politiche. La società civile, organizzata nelle più diverse forme, crede in un rapporto nuovo con la politica dei partiti".

Fausto Bertinotti è intervenuto al Forum sposando i contenuti e la piattaforma di Sbilanciamoci!, dichiarando che è per un nuovo modello di sviluppo "per necessità e non per ragioni ideologiche o politiche". E proprio sul tema dei rapporti tra partiti e movimenti ha affermato come la sinistra debba necessariamente allearsi con la società civile organizzata "per diventare capace di costruire una nuova cultura politica ed economica ricca di giustizia ed eguaglianza. Lo Stato deve infatti dotarsi di nuove leve per guidare l'economia. Come garantire sennò diritti fondamentali per la persona come quello alla casa o all'acqua? Servono allora, di fronte alla conclamata crisi del capitalismo, politiche pubbliche, soprattutto - ha continuato Bertinotti - politiche capaci di delineare un altro tipo di società e non solo un altro governo."

Cambiamo città ma rimaniamo sul confronto per l'alternativa di governo. Davanti a una platea di quasi mille persone si è svolto venerdì 2 settembre al "Festival Lilliput" di Fidenza il confronto tra il professor Romano Prodi e vari esponenti della Rete di Lilliput. Criticità e aperture si sono susseguite tra domande e considerazioni portate dai vari interlocutori. Comincia Lisa Clark dei Beati costruttori di pace, chiede un impegno sull'articolo 11 della Costituzione, un ruolo importante dell'Italia nel rilancio delle istituzioni internazionali e cancellare la ferita ancora aperta per tutti i pacifisti della guerra del 1999, "dicendo con noi mai più Kossovo".

Gioco facile per Prodi, d'accordo sui due punti, ma meno deciso sulla delicata situazione delle servitù militari richiamando la sovranità dell'Italia. Si passa all'impronta ecologica con Stefano Casarini del Politecnico di Milano a cui il professore ha risposto che la ricetta è risparmiare e promuovere industria solare ed eolica, consumi consapevoli da incentivare economicamente. Bene sulla revisione delle periferie metropolitane e su nuove politiche dei trasporti pubblici, Prodi aggiunge una battuta poco simpatica parificando la bolletta pubblica e quella privata.

Non è stata digerita dagli organizzatori lillipuziani la visione di liberismo che Prodi ha proposto alle domande di Antonio Tricarico della Campagna della riforma della Banca mondiale. " Non c'è pace se esistono barriere commerciali ed economiche. La Cina è in crescita anche grazie a competenze, risorse e innovazione portate dai nostri produttori". Il tempo è tiranno e si passa all'economia interna con Alberto Castagnola proponendo tre assi di sviluppo per l'Italia: occupazione giovanile e abolizione della legge 30, riconversione ecologica delle produzioni industriali, sviluppo dell'economia solidale. Le risposte sono una riforma della legge 30 basata sulla flessibilità necessaria, prodotti legati al risparmio energetico e una proposta di servizio civile obbligatorio (magari di sei mesi, anche a tappe). Segue un altro giro di domande e Prodi assumerà impegni importanti su una "seria stretta alle regole del commercio delle armi leggere" e su risorse alla cooperazione. Finisce così la lezione del Professore al popolo dei lillipuziani che ci tengono a sottolineare la distanza di strade che rimane su una buona parte dei temi, in particolar modo sull'economia a livello nazionale ed europeo. [AT]

Altre fonti: Sbilanciamoci, Liberazione, Sbilanciamoci Blogspot

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