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Droghe: le reazioni alle dichiarazioni di Fini
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L'annuncio del vice-premier Fini al Convegno della comunità Casa Famiglia Rosetta che entro l'anno sarà pronto un Disegno di legge sulla droga, che "rappresenterà una svolta di 180 gradi" rispetto al passato ha suscitato diverse reazioni nelle associazioni impegnate nel settore.
"Su un'unica affermazione ci si può' trovare d'accordo con il vicepresidente del Consiglio: il recupero non deve essere solo farmacologico, ma soprattutto sociale. Sulle altre affermazioni, il disaccordo è totale ed è noto da tempo"" questo il commento di don Luigi Ciotti. Circa la punibilità della persona tossicodipendente, il fondatore di Gruppo Abele ha commentato che "la proposta evoca un ritorno indietro alla cura coatta che espropria il malato delle sue libertà civili. Inoltre, il mero consumo di sostanze, anche leggere, è bene ricordarlo, è gia' perseguito dall'attuale legge in vigore. Chi viene trovato in possesso di una dose per uso personale è inviato in Prefettura e, in caso di mancata presentazione o di recidiva, si procede al ritiro della patente e del passaporto, fino al procedimento penale nel caso di comportamenti persistenti".
Dello stesso parere anche Vittorio Agnoletto, della Lila (Lega Italiana per la Lotta contro l'Aids) che in una nota sottolinea che "l'attuale Governo smantella pezzo per pezzo il servizio pubblico e si prepara ad un giro di vite che non farà altro che aumentare il numero di ingressi nelle carceri (già oggi il 30,4% dei detenuti è tossicodipendente) e il numero di morti per overdose".
Rapporto UNODC:
Ecstasy and Amphetamines Global Survey 2003
Appello di Fuoriluogo:
Contro la proposta di legge Fini
Don Vinicio Albanesi, uno dei fondatori del Cnca (Coordinamento Nazionale delle Comunita' di Accoglienza), ha optato invece per una lettera aperta all'on. Fini: "Il messaggio (del vice-presidente del Consiglio) presuppone due convinzioni non vere: chi ci ha preceduto non solo ha sbagliato, ma, in qualche modo è stato compiacente con il consumo di droghe; la seconda afferma la sicurezza di aver trovato finalmente il meccanismo che si opporrà, con successo, alle dipendenze: tale meccanismo - al di là delle sfumature - è la repressione". E commenta deciso: "La paura del carcere e delle sanzioni non funzionerà, perché il giorno dopo la promulgazione della nuova legge, avranno trovato il trucco per aggirarla".
Tra le voci a favore del disegno di legge quella del presidente dell'associazione comunità' papa Giovanni XXIII, don Oreste Benzi secondo il quale "la prospettiva di un ddl che sancisce l'illiceità dell'uso degli stupefacenti, quindi anche delle droghe cosiddette leggere suscita la speranza di un comportamento educativo serio nei confronti dei tossicodipendenti", oltre "ad aiutare l'azione preventiva". Dello stesso parere anche Andrea Muccioli, responsabile della comunità di San Patrignano secondo il quale è "corretto superare la distinzione tra droghe leggere e droghe pesanti: tutte le droghe sono nocive e dannose per la salute e la vita delle persone".
Il Disegno di Legge, come ha spiegato Fini, dovrà sanzionare, non solo l'abuso di droghe ma anche l'uso, per superare cosi' il vulnus creato dall'abolizione, in seguito al referendum radicale, della dose minima giornaliera che, secondo il vice premier, "ha reso quasi impossibile alle forze dell'ordine distinguere lo spaccio dall'uso personale". Il provvedimento metterà insieme tre aspetti con i quali combattere questa piaga: la prevenzione, il recupero, la repressione.
E su questo punto e' intervenuto in un lungo editoriale, Sergio Segio di Fuoriluogo, che contesta la "strategia sulle droghe per niente nuova" del vice-premier, secondo la quale "eguale a zero risulta non già e non solo la tolleranza, quanto il buon senso e l'evidenza scientifica. È facile per tutti capire che sostenere l'eguale dannosità di droghe leggere e pesanti, infatti, è un insulto sia al primo che alla seconda. Secondo Segio "la campagna ideologica, la crociata repressiva, la semplificazione che mette sullo stesso piano uso e abuso, consumo e spaccio, hashish ed eroina, sono quanto di più sbagliato e controproducente si potesse immaginare di fare". "Purtroppo - commenta Segio - non c'è nulla di nuovo, e stupisce la mancanza di memoria al riguardo. L'attuale copione ne ricalca un altro, egualmente nato all'insegna dell'ossimoro recupero-repressione, cura-coazione, che ha prodotto nei primi anni novanta tragiche conseguenze in termini di morte, sofferenze, diffusione dell'HIV, carcerazioni, massimizzazione dei danni per le persone tossicodipendenti e per i semplici consumatori di sostanze".
Il mensile rilancia dal proprio sito internet l'appello contro la proposta di legge Fini promosso nel giugno scorso dopo l'intervento di vicepremier al Summit ONU sulla droga di Vienna, dove Fini aveva esposto l'intenzione del governo di rivedere la legge antidroga del '90, reintroducendo alcune norme abolite dal pronunciamento popolare 1993.
Intanto il direttore del programma di controllo sulle droghe dell'Onu (UNODC) Antonio Maria Costa ha presentato a Roma il Rapporto "Ecstasy and Amphetamines: Global Survey 2003" che fornisce i dati sulla produzione mondiale di estasi e anfetamine (oltre 500 tonnellate l'anno), con una domanda in continua crescita: negli ultimi 5 anni il consumo e' aumentato del 70% contro il 10% della marijuana e la situazione sostanzialmente stazionaria di cocaina ed eroina. "Le pasticche" - ha spiegato Costa - "possono essere seducenti sia per i trafficanti (il giro di affari e' di 65 miliardi di dollari con profitti straordinari che arrivano anche al 3 mila per cento in alcuni casi) sia per i giovani. Non ci sono infatti siringhe ne' aghi e una pillola in più nel ricettario di famiglia non è vista come tossicodipendenza". E cosi dei 200 milioni di persone al mondo che dichiara di far uso di droghe, all'inizio del 2002, 30 milioni assumono quelle sintetiche. [GB]
Fonti: ADUC, Fuoriluogo, UNODC.