Dopo il fallimento del summit di Johannesburg, il pensiero ambientalista tenta di ripartire dalle prioritá basilari: il diritto all'acqua

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Proprietá privata delle risorse naturali basiche, controllo e gestione della biodiversitá, acqua ed energia. Al 3° FSM di Porto Alegre riflettori accesi sul dopo Johannesburg, ed una cosa appare subito chiara: bisogna trovare in fretta nuove strategie, perché l'emergenza planetaria é giá in atto.

Lo sapevate che una multinazionale Californiana, la Vectel, nel 1999 é diventata concessionaria della gestione degli acquedotti e della distribuzione dell'acqua nella cittá di Cochabamba in Bolivia? Fin qui, niente di strano sottolineano gli economisti neoliberisti, poiché la gestione privata in qualunque settore sia, si é dimostrata più efficace e razionale della gestione pubblica. Giá su questo ci sarebbe da ridire, poiché viene da chiedersi cosa c'é di razionale in un raddoppio del costo dell'acqua potabile nell'arco di tre soli mesi in un aerea urbana ad altissimo tasso di povertá. E cosa c'é di efficace nel fatto che sempre meno gente in Bolivia (ma anche nel mondo) in seguito alla privatizzazione dell'acqua ha sempre meno accesso a questo bene basilare per la sopravvivenza? Malgrado ci㳀 il Forum mondiale sull'Acqua dell'Aja ha sancito proprio questo principio, che equipara l'acqua a qualsiasi altro bene disponibile sul mercato, e lo destina perci㳀 in misura sempre maggiore a scopi industriali a discapito della sete che affligge un decimo della popolazione mondiale. >Ma c'é di più. Non si pu㳀 negare che é dovere di un buon democratico rispettare le decisioni sovrane di un popolo che esercita il proprio diritto all'autodeterminazione. E se il popolo in questione decidesse democraticamente di votarsi al suicidio collettivo, sarebbe una ingerenza illegittima impedirglielo. Ma in Bolivia non é andata cos㭀. Il debito estero della Bolivia é pesantissimo, e non esistono ragionevoli dubbi sul fatto che mai questo paese, che é il più povero dell'America Latina, sará in grado di estinguerlo. Cos㭀 la Banca Mondiale - lupus in fabula - propone al governo Boliviano di liberalizzare il mercato dell'acqua, ed in cambio promette di cancellare una parte del debito: circa 600 milioni di dollari. Le proposte degli istituti finanziari delle Nazioni Unite - BM e FMI -, é risaputo, non sono soggette a negoziazione, vengono presentati come piani di risanamento economico, mentre in realtá sono puro saccheggio. >Cos㭀 la Vectel diventa padrona dell'acqua di Cochabamba, e i suoi abitanti possono approfittare da subito del benefico aumento del 250% del prezzo per il servizio più basilare dell'intera esistenza umana. Nascono prontamente comitati di protesta che organizzano movimenti popolari di rivolta contro la privatizzazione dell'acqua, la cittá insorge e nel giro di un anno la Vectel é costretta a fare le valigie e tornarsene in California. Prima di andarsene per㳀 presenta il conto: visto che la concessione da parte del governo boliviano era prevista per 40 anni, il risarcimento per la rescissione del contratto, e quindi per i mancati profitti derivanti da questo business, é fissata in 25 milioni di dollari. Poiché la Vectel ha un bilancio annuale che é pari al doppio del PIL della Bolivia, per essa questo risarcimento é poco più che simbolico: corrisponde infatti allo 0,07% del suo fatturato, vale a dire circa la cifra che la Vectel spende in un mese solo per la cancelleria. Per la Bolivia invece questo significa un ulteriore giro di vite nella pesante morsa del debito. >Si pu㳀 parlare dunque di vittoria del popolo di Cochabamba? Pare che il prossimo passo del governo Boliviano sia quello di vendere la sua acqua alle industrie del nord del Cile, il che equivale a dire: non potevate pagarvi l'acqua della Vectel? Vorrá dire che la vendiamo a qualcuno che se la pu㳀 permettere. >L'esempio di Cochabamba é solo uno dei numerosi casi di privatizzazione di beni che dovrebbero stare al di fuori del mercato e di relazioni commerciali internazionali e che invece attirano sempre più l`interesse delle grandi corporation multinazionali. Lo sapevate che nella tavola periodica degli elementi esistono giá due atomi brevettati da compagnie private? Ma quali strategie sono da adottare dopo il fallimento del summit di Johannesburg? La prima risoluzione di Porto Alegre al riguardo é: basta con i summit. La seconda é: basta con lo strapotere delle ONG a discapito dei movimenti sociali. La terza é: ripartire dal locale, come luogo di elaborazione e azione. >Dare spazio ai movimenti sociali, sostenere le reti planetarie a discapito delle organizzazioni mastodontiche spesso capaci di fare solo fund-raising per sé stesse, ed infine lottare per la diffusione della tecnologia e dei saperi, perché mentre noi stiamo ancora discutendo sulla colza transgenica, la US Army, sta giá lavorando alacremente e segretamente sul genoma umano, scoprendo per esempio che l'essere umano ha il 50% del suo patrimonio genetico in comune con la banana. Quale futuro ci preparano dunque gli alchimisti della genetica? Quali saranno gli effetti globali delle tecnologie prossime venture nelle mani di questi dottor Stranamore? Il diritto all'acqua, all'aria, all'energia, e all'ambiente, sono equiparabili ai diritti umani, e devono quindi essere oggetto di una nuova geopolitica redistributiva. E le risorse per fare tutto ci㳀? Il principio é che debbano derivare dalla riconversione delle spese militari. Ma su quest'ultimo punto anche qui a Porto Alegre é difficile trovare ottimismo.

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