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Diritto alla vita e diritto di proprietà: l'emergenza farmaci
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Nella conferenza di apertura WSA, giovedi' 2 maggio alle 20.00 (Civitas, Padova Fiere), Vittorio Agnoletto fa il punto sull'impattto delle politiche WTO sulla salute. "Bisogna spiegare innanzitutto cosa e' avvenuto nell'ultima conferenza dell'Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC, o WTO in inglese, ndr.) a Doha" esordisce Vittorio Agnoletto (Comitato scientifico LILA) in una pausa dei lavori del Consiglio Internazionale del Forum Sociale Mondiale dove ha presentato i tre gruppi di lavoro (programma, organizzazione/comunicazione, rete) e l'articolazione del primo Forum Sociale Europeo in programma a Firenze a fine Novembre.
"Attenzione - mette in guardia Agnoletto - ai media che riportano un successo dell'iniziativa dei 52 paesi che chiedevano di dare concretezza alle due eccezioni sulla norma del WTO che prevede anche per i farmaci il diritto di proprieta' intellettuale per 20 anni. E' in pratica la norma che consente alle multinazionali farmaceutiche di praticare prezzi molto alti e misure protezionistiche anche su farmaci essenziali per combattere virus come l'HIV. Anche a partire da recenti casi emblematici come il processo avvenuto in Sud Africa, i 52 paesi chiedevano di rendere operative l'eccezione al diritto di proprieta' nei casi in cui si stia diffondendo un'epidemia in un paese in condizioni di poverta', consentendogli sia di produrre i proprio, sia di importare a basso costo "cloni" dei farmaci venduti a caro prezzo ed essenziali per combattere l'epidemia. A difendere gli interessi delle multinazionali sono scesi in campo Australia, Canada, Svizzera e Stati Uniti.
Ambigua invece la posizione del rappresentante dell'Unione Europea che si trovava a fare i conti con due recenti e contrastanti posizioni: la Commissione aveva votato un documento di appoggio ai 52 paesi, smentito poi da una risoluzione comune dei ministri della sanita', vicini alle posizioni delle multinazionali. Per i media a Doha si e' registrata una vittoria dei 52 paesi, ma e' una vittoria di pirro, se non un passo indietro. Il WTO ha approvato la 'registrazione forzata', cioe' la norma che consente ad uno Stato di produrre in proprio un farmaco, ma ha bloccato l'importazione parallela (cioe' dagli Stati che producono a basso costo). Nel frattempo il Wto ha creato una commissione ad hoc per valutare cosa fare. Se prima quindi il Sud Africa poteva importare i farmaci per la lotta all'HIV da India o Brasile, ora si trova a fare i conti con un blocco di almeno un anno, con gravissime conseguenze, come ho potuto costatare io stesso. Manca inoltre attenzione sul fatto che e' stata riaperta la prospettiva di provatizzare non solo sanita', ma anche educazione e servizi sociali attraverso la discussione dei GATTS, gli accordi su questi 'servizi'. Si sta passando dall'idea che sanita' ed educazione siano diritti e quindi responsabilita' degli Stati, all'idea che va
Fonte: World Social Agenda