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Diritti umani: anche l’Italia tra gli 'inadempienti'
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“La Giornata dei Diritti Umani è l'occasione per celebrare anche il 60esimo anniversario della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani" - scrive il Segreterio generale delle Nazione Unite Ban Ki-Moon nel suo messaggio per la giornata odierna. “Le sfide con cui siamo alle prese oggi sono tanto impegnative quanto quelle che dovettero fronteggiare i redattori della Dichiarazione. Stiamo affrontando una crisi alimentare e una crisi finanziaria. Prosegue ininterrotto l'assalto del genere umano all'ambiente. In troppi paesi si esercita ancora la repressione politica. E come sempre, i più esposti continuano a essere in prima linea nella lotta contro povertà e abusi” - sottolinea Ban Ki-moon.
“Redatta nel contesto storico di totale distruzione e indigenza della fine della Seconda Guerra mondiale, la Dichiarazione riflette le aspirazioni dell'umanità per un futuro di prosperità, dignità e coesistenza pacifica” – aggiunge il Segreterio generale dell’Onu. “Oggi la Dichiarazione rimane una delle parti costitutive dell'identità stessa delle Nazioni Unite”. “I più fortunati tra noi, coloro che sono stati risparmiati dagli effetti più nefasti di disastri, povertà e instabilità, non possono fare finta di nulla. Gli effetti a cascata di soprusi e indifferenza possono alla fine compromettere tutto il pianeta. I diritti, e in particolar modo la loro violazione, devono creare una rete di solidarietà estesa a tutto il mondo” – auspica Ban Ki-moon.
E Amnesty International ha chiesto oggi ai governi di fare del 60° anniversario della ‘Dichiarazione universale dei diritti umani’ “un momento di azione e non di mera celebrazione”. "Le insensate uccisioni a Mumbai, le migliaia di persone in fuga dal conflitto nella Repubblica Democratica del Congo, le ulteriori centinaia di migliaia intrappolate in condizioni terribili nel Darfur, a Gaza e nel nord dello Sri Lanka e infine una recessione economica globale che potrebbe spingere altri milioni nella povertà, creano una pressante piattaforma d'azione sui diritti umani" - ha dichiarato Irene Khan, Segretaria generale di Amnesty International.
Di fronte a questo scenario, "i governi hanno il dovere di proteggere dal terrorismo, ma il carcere a tempo indeterminato senza accusa né processo, la giustificazione e la pratica della tortura e l'erosione del primato della legge non rendono il mondo un luogo più sicuro" – ammonisce Irene Khan. Constatando l'impatto sui paesi poveri dell'attuale crisi economica, che rischia di gettare altri milioni di persone nella povertà, Amnesty International ha chiesto ai governi di proteggere i diritti economici e sociali con pari vigore rispetto ai diritti civili e politici. "Nonostante i progressi degli ultimi decenni in molte aree, l'ingiustizia, la disuguaglianza e l'impunità persistono in troppe zone del mondo. Il vero problema è che i governi fanno promesse e adottano leggi ma mancano di darvi seguito" – sottolinea la Segretaria generale di Amnesty International.
Nei giorni scorsi la 'Tavola della pace' ha promosso una conferenza stampa nella quale ha denunciato che in materia di diritti umani l'Italia è inadempiente. "Lo ha correttamente riconosciuto anche il ministro degli Esteri, Franco Frattini, intervenendo alla Conferenza sul 60° della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani promossa dalla Fondazione della Camera dei Deputati" - ricorda la Tavola. "Frattini ha esplicitamente citato l’assenza della legge di applicazione della Corte Penale internazionale e la mancata istituzione della "Commissione nazionale indipendente per la promozione e la protezione dei diritti umani", unico paese in Europa a non aver ancora rispettato questo impegno. E si è assunto questi due impegni".
"Ma quello che l’Italia deve fare per inserirsi nel gruppo di testa dei paesi che più s’impegnano per i diritti umani è molto di più" - evidenzia la Tavola della Pace che elenca "dieci passi principali che governo, parlamento e forze politiche non hanno ancora fatto e dovrebbero fare rapidamente". Tra questi soprattutto la ratifica del 'Protocollo opzionale alla Convenzione Onu contro la Tortura' e riconoscere il reato di tortura nel nostro ordinamento" e "approvare la legge sul diritto d’asilo", ma anche "riconoscere il diritto di voto nelle elezioni amministrative per i cittadini migranti che risiedono da tempo nel nostro paese"; istituire il 'Garante dell’Infanzia'; istituire il 'Difensore civico nazionale'; ratificare le Convenzioni Internazionali rispettivamente sui diritti umani delle persone con disabilità, sulla protezione di ogni persona dalle sparizioni forzate, sui diritti dei lavoratori migranti e dei membri delle loro famiglie'; rendere permanente l’educazione ai diritti umani, alla pace e alla nonviolenza in tutte le scuole di ogni ordine e grado valorizzando le esperienze sin qui realizzate e ridurre le spese militari per liberare le risorse da investire nelle politiche nazionali e internazionali di lotta alla povertà, di cooperazione internazionale. [GB]
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