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Di che colore è Gesù Bambino?
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Credevo che fosse una rarità da mettere nel libro degli incidenti e dei refusi tipografici che fanno pur ridere quella apparsa su un quotidiano italiano che raccontava un incidente stradale e ne documentava gli effetti scrivendo: “Due feriti gravi, un uomo e un marocchino”. Finché non ho letto la testimonianza di Pap Khouma.
Khouma è uno scrittore italiano di pelle nera residente a Milano da più di 25 anni. Racconta di essersi recato all'ufficio anagrafe del Comune e di aver esibito la sua carta d'identità sulla quale risultava cittadino italiano, ma l'impiegata guardandolo in faccia gli chiese subito anche il permesso di soggiorno, che ovviamente non aveva. Senza leggere il documento, che pur aveva tra le mani, chiamò a consulto le colleghe e assieme lo apostrofarono: “Come hai fatto ad avere la carta d'identità, se non hai il permesso di soggiorno?”. Soggiungendo: “Capisci l'italiano?”. Credo bene che lo capisca, se ha già scritto libri in italiano pubblicati da Baldini&Castoldi! Khouma, mentre dietro la fila in attesa rumoreggia impazientita, invita le impiegate a leggere la carta d'identità sulla quale è scritto chiaramente “cittadino italiano”. Improvvisamente il clima cambia e cambia anche l'italiano dell'impiegata perché gli dà del Lei. “Lei è cittadino italiano. Perché non l'ha detto subito?”.
Racconta pure che un giorno stava percorrendo le trafficate vie di Milano con sua moglie, italiana e bianca, alla guida della macchina. Ad un certo punto inavvertitamente incrociano una donna su un motorino facendola cadere. La moglie scende in fretta per soccorrere la malcapitata e lui per liberare la strada si mette alla guida della propria macchina. Un'altra signora (bianca) che era in coda scende precipitosamente dalla sua vettura e corre ad allertare la donna dicendole: “Mentre sta qui a guardare, un extracomunitario sta rubandole la macchina”. E lei tranquilla risponde: “No, è mio marito”.
Per dire degli stereotipi duri a morire. Adesso sta per venire Natale. Di quale colore era Gesù Bambino? Sì, lo sappiamo: era ebreo e quindi carnagione bianca un po' scura. Ma in Africa lo rappresentano nero, in Asia giallo e con occhi a mandorla, gli Eschimesi con in testa un berretto di pelle d'orso. E via colorando. Ricordate quella canzone in cui un nero chiede al pittore che sta dipingendo un altare di inserirvi un angelo con la pelle nera? Perché anche i neri a Natale cantano sul presepio con capanne di paglia “Gloria a Dio nell'alto dei cieli e pace in terra agli uomini che Egli ama”. Il nocciolo esegetico è lì, nell'annuncio che Dio fatto uomo, sia pure in una grotta nei dintorni di Betlemme, ama tutti gli uomini bianchi, neri, gialli od oliva.
Per questo rasenta la bestemmia il “Bianco Natale” di Coccaglio, ufficialmente proclamato dal sindaco per farne occasione di ricerca degli extracomunitari senza permesso di soggiorno ed espellerli dal territorio italiano. Sugli stereotipi duri a morire e soprattutto sugli episodi di autentico razzismo che ne conseguono è intervenuta anche Mara Carfagna, ministro delle pari opportunità, condannandoli soprattutto quando sono perpetrati da dipendenti pubblici. E segnalando l'istituzione di un numero verde per le opportune segnalazioni. Già, perché è questione di civiltà.
Ma quello che stride maggiormente è quando queste discriminazioni vengono fatte in nome dell'identità cristiana. Siamo veramente all'assurdo e alla produzione in serie di ossimori, vale a dire di contraddizioni in termini. Segregazione cristiana è un ossimoro; espulsione cristiana è un ossimoro; sporco nero è un ossimoro; Bianco Natale quando significa “non nero” è un ossimoro. Non lo è invece quando il bianco è riferito alla neve per cui anche le settimane sugli sci diventano bianche. Gli ossimori stridono soprattutto oggi, quando si sa che l'Africa sta per superare l'Europa quanto a numero dei cristiani. E quindi i Natali e relativi presepi sono in maggioranza africani, latinoamericani e asiatici. Con relativi colori.
Vittorio Cristelli
Fonte: Vita Trentina