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Darfur: Annan denuncia criminalità, continuano gli scontri
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In un rapporto sulla situazione del Darfur inviato al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, il Segretario generale dell'Onu Kofi Annan ha mosso dure critiche ai ribelli che stanno favorendo una del Justice and Equality Movement (Jem) e quelli del Sudan Liberation Army/Movement (Sla/m). "La sanguinosa vicenda non fa che confermare il nuovo periodo di pericolosa instabilità che vive in queste settimane il Darfur" - riporta Warnews. I portavoce della missione Onu nel paese (Unmis) hanno riferito negli ultimi giorni delle violenze che durante la scorsa settimana si sono verificate in alcuni campi profughi della zona.
Per il 24 di agosto è fissato un nuovo round di consultazioni tra i gruppi del Jem e dello Sla/m e le autorità di Khartuom. Fino ad ora i passi in avanti fatti sono stati veramente pochi: nei precedenti incontri le delegazioni si erano trovate d'accordo soltanto su una piattaforma generale di principi, che ora, però, dovrebbe arrivare ad maggiore concretezza. Kofi Annan si è appellato al buon senso delle parti in causa perché si adoperino nella ricerca di una soluzione pacifica al conflitto che affligge il Darfur dal 2003. Una pace che possa "onorare - ha concluso il Segretario Generale - la memoria di John Garang", il rispettato leader dei ribelli del Sud Sudan recentemente scomparso in un incidente di elicottero.
La sostituzione di Garang con il suo vice, il generale Salva Kiir Mayardit, non sempre vicino alle idee del leader defunto e comunque privo dello stesso carisma, ha dato adito a text= nel Sudan meridionale. Timori resi ancora più tangibili dal fatto che Garang aveva aperto molti canali di comunicazione sia con il gruppo ribelle di Paulino Matib, comandante del Ssdf (South Sudan Defence Forces), secondo gruppo armato della regione del Sudan meridionale e forte di 50.000 uomini, sia con i ribelli ugandesi del Lra (Lord Resistence Army). I due gruppi, attraverso intermediari, avevano fatto sapere a Garang di essere disposti a riprendere le trattative con il governo di Kampala a patto che fosse Vincent Otti, numero due di Joseph Kony, a condurre le trattative per i ribelli al posto di Sam Kolo, arresosi all'Updf nel marzo scorso. La reazione della comunità internazionale al pericolo di una ripresa delle ostilità in sud Sudan è stata immediata, con l'invio di alcuni peace-maker, gli stessi che da tempo conoscono a fondo la zona e i gruppi che vi orbitano e che a più riprese avevano supportato Garang nei contatti con i dissidenti.
Intanto lunedì prossimo, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Ant㳀nio Guterres partirà per text= del Darfur, in Ciad, nel Sudan meridionale e in Kenya. Sono circa 200mila i rifugiati provenienti dal Darfur ospitati in dodici campi nel vicino Ciad orientale e centinaia di migliaia gli sfollati interni in Darfur. L'Alto Commissario valuterà anche la situazione nel Sudan meridionale, dove l'Unhcr prevede di contribuire al rimpatrio di circa 500mila rifugiati che sono fuggiti nel corso della ventennale guerra civile e che attualmente vivono per lo piu' in Kenya, Uganda e Repubblica democratica del Congo. Si stima che ci siano anche 4,6 milioni di persone fuggite dal sud a causa della guerra civile e ora sfollate interne in Sudan. Alcune di queste hanno già fatto del Justice and Equality Movement (Jem) e quelli del Sudan Liberation Army/Movement (Sla/m). "La sanguinosa vicenda non fa che confermare il nuovo periodo di pericolosa instabilità che vive in queste settimane il Darfur" - riporta Warnews. I portavoce della missione Onu nel paese (Unmis) hanno riferito negli ultimi giorni delle violenze che durante la scorsa settimana si sono verificate in alcuni campi profughi della zona.
Per il 24 di agosto è fissato un nuovo round di consultazioni tra i gruppi del Jem e dello Sla/m e le autorità di Khartuom. Fino ad ora i passi in avanti fatti sono stati veramente pochi: nei precedenti incontri le delegazioni si erano trovate d'accordo soltanto su una piattaforma generale di principi, che ora, però, dovrebbe arrivare ad maggiore concretezza. Kofi Annan si è appellato al buon senso delle parti in causa perché si adoperino nella ricerca di una soluzione pacifica al conflitto che affligge il Darfur dal 2003. Una pace che possa "onorare - ha concluso il Segretario Generale - la memoria di John Garang", il rispettato leader dei ribelli del Sud Sudan recentemente scomparso in un incidente di elicottero.
La sostituzione di Garang con il suo vice, il generale Salva Kiir Mayardit, non sempre vicino alle idee del leader defunto e comunque privo dello stesso carisma, ha dato adito a timori per una possibile escalation di violenza nel Sudan meridionale. Timori resi ancora più tangibili dal fatto che Garang aveva aperto molti canali di comunicazione sia con il gruppo ribelle di Paulino Matib, comandante del Ssdf (South Sudan Defence Forces), secondo gruppo armato della regione del Sudan meridionale e forte di 50.000 uomini, sia con i ribelli ugandesi del Lra (Lord Resistence Army). I due gruppi, attraverso intermediari, avevano fatto sapere a Garang di essere disposti a riprendere le trattative con il governo di Kampala a patto che fosse Vincent Otti, numero due di Joseph Kony, a condurre le trattative per i ribelli al posto di Sam Kolo, arresosi all'Updf nel marzo scorso. La reazione della comunità internazionale al pericolo di una ripresa delle ostilità in sud Sudan è stata immediata, con l'invio di alcuni peace-maker, gli stessi che da tempo conoscono a fondo la zona e i gruppi che vi orbitano e che a più riprese avevano supportato Garang nei contatti con i dissidenti.
Intanto lunedì prossimo, l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i Rifugiati, Ant㳀nio Guterres partirà per una missione Unhcr di dieci giorni nella regione del Darfur, in Ciad, nel Sudan meridionale e in Kenya. Sono circa 200mila i rifugiati provenienti dal Darfur ospitati in dodici campi nel vicino Ciad orientale e centinaia di migliaia gli sfollati interni in Darfur. L'Alto Commissario valuterà anche la situazione nel Sudan meridionale, dove l'Unhcr prevede di contribuire al rimpatrio di circa 500mila rifugiati che sono fuggiti nel corso della ventennale guerra civile e che attualmente vivono per lo piu' in Kenya, Uganda e Repubblica democratica del Congo. Si stima che ci siano anche 4,6 milioni di persone fuggite dal sud a causa della guerra civile e ora sfollate interne in Sudan. Alcune di queste hanno già fatto ritorno alle proprie case in seguito agli accordi di pace firmati a gennaio. [GB]