Crbm: no a finanziamenti Ue per centrale nucleare in Bulgaria

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Dopo che lo scorso anno dodici banche di diversi paesi (Germania, Italia, Svizzera, USA) hanno rifiutato il finanziamento ad un impianto nucleare a Belene, un'area ad alto rischio sismico, la Bulgaria intende ora chiedere assistenza finanziaria alla Commissione Europea - informa la Campagna CRBM segnalando che il primo passo di questo processo è una valutazione ufficiale sul progetto da parte della Commissione Europea.

"Se la Commissione darà la sua approvazione, Belene diventerà allora elegibile per prestiti dall'Euratom e dalla Banca Europea degli Investimenti, istituzioni che si basano sulle tasse pagate dai cittadini di tutta Europa. E una tale valutazione potrebbe provocare un ritorno di interesse per il progetto da parte delle banche private" - avverte la Campagna che chiede di inviare una email di protesta alla Commissione Europea. Tra i possibili finanziatori vi sarebbe anche l'italiana Enel, riporta BankTrack.

Nel 1977 oltre 120 persone hanno perso la vita a causa di un terremoto verificatosi a soli 14 km dal sito di Belene e negli anni '80 persino gli scienziati sovietici hanno ritenuto molto pericolosa la costruzione di un impianto nucleare in questa località. "I Cittadini devono dire alla Commissione Europea di pronunciarsi negativamente. Le istituzioni finanziarie pubbliche o private non devono sostenere questo progetto" - ha detto Albena Simeonova, leader ambientalista bulgara. Va ricordato che lo scorso anno, a seguito delle proteste di diverse campagne, Unicredit e Deutsche Bank hanno deciso di ritirare la partecipazione alla gara per finanziare i due reattori nucleari nei pressi di Belene.

Quello di Belene fa parte di una nuova serie di pericolosi progetti nucleari che si stanno sviluppando nell'Europa dell'Est - sottolinea CRBM. Molti di questi impianti sono stati progettati o parzialmente costruiti in epoca sovietica: i progetti sono al vaglio delle banche occidentali per essere finanziati.

Anche l'Enel è ritornata ad investire miliardi di euro nell'energia nucleare, senza ascoltare le voci della società civile che giustamente denuncia i limiti e i pericoli di una simile politica. Tra gli investimenti nel nucleare dell'Enel figurano 1,8 miliardi di euro nella costruzione di reattori nucleari in Slovacchia e altri 7 miliardi nel nucleare proprio in Bulgaria. La campagna 'Stacca la spina' ha lanciato una petizione online "per dire no agli investimenti dell'Enel nel nucleare in Bulgaria e Slovacchia".

Recentemente anche Legambiente ha messo in guardia sui sistemi di controllo delle centrali nucleari nei nuovi membri UE. "Sebbene negli ultimi anni siano stati ridefiniti anche regolamenti e direttive sulla tempestiva notifica in caso di incidente e sulla gestione dell'emergenza, dobbiamo registrare forti ritardi nella dismissione di alcuni impianti, se non addirittura il prolungamento dell'attività di reattori che non dovrebbero più funzionare" - denuncia Legambiente citando il caso della centrale di Ignalina in Lituania, di quella di Bohunice in Slovacchia o di quella di Temelin nella Repubblica Ceca, dove negli scorsi anni si è verificata una serie di piccoli incidenti che hanno messo in allarme la vicina Austria. [GB]

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