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Cooperazione: tagli del Governo ai fondi? Per Frattini, no, anzi!
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Più di 400 milioni di tagli alla cooperazione - pari a oltre la metà dei fondi - nell'ultima Finanziaria. Lo ripetono tutti da mesi tanto da affermare - cifre alla mano - che il Governo ha seppellito la cooperazione internazionale. Ma - a sopresa - il Ministro degli Esteri, Franco Frattini, dichiara in un’intervista al settimanale 'Famiglia Cristiana' in edicola questa settimana e prontamente pubblicata sul sito internet del Ministero degli Affari Esteri che "sono stati recuperati 100 milioni di euro per la cooperazione nell’ambito del decreto sulle missioni all’estero". Peccato però che il decreto pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre scorso non preveda alcuno stanziamento aggiuntivo per interventi di cooperazione. La replica delle ong non si è fatta attendere.
"Il nostro Governo deve prendersi la piena responsabilità delle scelte fatte in materia di aiuti allo sviluppo. A causa infatti dei tagli alla cooperazione, nel 2009 quest’ultima rischia di toccare il suo punto minimo in 20 anni. Le dichiarazioni del ministro degli Esteri invece sembrano voler mostrare all’opinione pubblica uno scenario ben diverso dalla realtà dei fatti" - commenta il segretario generale di ActionAid, Marco De Ponte. "A tal proposito ci risulta purtroppo che il decreto missioni pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 31 dicembre, non preveda alcuno stanziamento aggiuntivo per interventi di cooperazione, a differenza dei 94 milioni stanziati per il 2008. Si tratta in ogni caso di volumi irrisori se paragonati ai 411 milioni tagliati, più del 50% delle risorse".
Anche la ong Intersos sottolinea che il Governo italiano ha varato un decreto che, rispetto agli anni precedenti, aumenta le risorse per l’azione militare tagliando al contempo le risorse previste per gli aiuti e la cooperazione civili. "Il decreto sulle missioni, infatti, aumenta (molto) le risorse per le attività dei militari e annulla (totalmente) gli stanziamenti per le attività di cooperazione civile. Finora, negli analoghi decreti che si sono succeduti, semestre dopo semestre, non era mai successo" - commenta Nino Sergi, segretario generale di Intersos.
"Il decreto segna uno sciagurato spartiacque nella concezione dell’aiuto e della cooperazione civile" - aggiunge Sergi. "Se fino ad oggi, pur con qualche difficoltà, era rimasta netta la distinzione tra operatori militari e operatori civili delle organizzazioni umanitarie, con questo decreto viene definitivamente sancita la primazia del militare sul civile per ogni attività di assistenza, di aiuto e di ricostruzione nei contesti di conflitto. E ciò in spregio e in palese contraddizione con i principi umanitari delle Nazioni Unite, del Movimento internazionale della Croce Rossa, delle Ong. Si tratta della decretazione che l’azione umanitaria, quella che corrisponde ai criteri di umanità, neutralità, indipendenza, non discriminazione, quella necessaria in particolare proprio nei contesti di conflitto, non deve esistere più, almeno per l’Italia. Deve esistere solo quella strettamente funzionale agli obiettivi dell’azione militare e realizzata dagli stessi corpi militari: con criteri, inevitabilmente, non "umanitari" ma di strategia e tattica militare" - sottolinea Sergi.
Infine, aggiungiamo noi, ci suonano per lo meno azzardate anche altre affermazioni del ministro Frattini che - sempre nell'intervista a Famiglia Cristiana - ha affermato che in sede di G8 "come Italia intendiamo promuovere una strategia globale che svuoti gli arsenali, combattendo davvero la povertà". Da anni le esportazioni militari italiane - un vero business - sono in crescendo (l'Italia è settima al mondo per export di armi) e le spese militari italiane non sono certo da meno tanto che la Difesa ha superato solo con un meno 6% le sforbiciate di Tremonti. La recente Finanziaria non ha penalizzato soprattutto gli investimenti nell'industria militare: prevede infatti un incremento di un miliardo per ciascuno degli anni 2010 e 2011 per il Fondo realizzazione programmi investimento pluriennali nell’industria militare nazionale. Ma forse anche su questi punti il ministro Frattini ha qualche "novità" da dichiarare in una futura intervista. Non mancheremo di leggerla con attenzione.
Giorgio Beretta