Cooperazione: Ong plaudono alla legge delega, ma va migliorata

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Il Consiglio dei Ministri riunito a Caserta nei giorni scorsi ha approvato il disegno di legge che delega il Governo a riformare la cooperazione italiana allo sviluppo - riporta Lettera 22. Un importante passo verso un cambiamento che le Ong chiedono da tempo considerato che l'attuale legge in materia, la Legge 49, risale al 1987. "Dopo anni di discussioni, un fatto nuovo, concreto. Un nuovo strumento normativo tanto atteso da Ong, reti di associazioni, comunità internazionale, coerente con le indicazioni emerse in tanti anni di dibattiti, convegni e proposte" - ha commentato Patrizia Sentinelli, viceministro degli Esteri con delega alla Cooperazione. Soddisfazione è stata espressa anche dal ministro degli Esteri, Massimo D'Alema.

 

Il testo del disegno di legge: in .pdf

Commenti positivi dalle Ong, sia dall'Associazione Ong italiane che dal Cini, il coordinamento network delle Ong internazionali: "Apprezziamo la coerenza del governo che ha rispettato gli impegni presi in campagna elettorale e sottolineiamo l'importanza del riferimento all'eliminazione della povertà estrema entro il 2015, poichè significa un impegno chiaro ed esplicito da parte dell'esecutivo al raggiungimento degli obiettivi del Millennio" - dice Raffaele K. Salinari, portavoce del Cini, che aggiunge: "la creazione di un'agenzia pubblica di diritto privato a cui è delegata la gestione di un fondo unico per le risorse dedicate alla cooperazione internazionale è un segnale positivo".

La "nuova cooperazione" - la cui sintesi è stata anticipata da Lettera 22 - sarà gestita da un'Agenzia pubblica, il cui direttore verrà nominato dal Consiglio dei ministri su proposta del ministro degli Esteri, che disporrà di un fondo unico di contributi statali destinati allo sviluppo. Ciò dovrebbe garantire, tra l'altro, lo snellimento della macchina burocratica accorciando i tempi d'azione: un'esigenza da tempo al centro del dibattito sulla riforma della cooperazione. Il disegno di legge inoltre rende più rapida e flessibile la contabilità, auspica trasparenza e rafforzamento dei legami col Parlamento, indica chiaramente che gli stanziamenti "non possono" essere utilizzati per lo svolgimento di "attività militari". Prefigura infine molti attori (Ong, associazioni etc) anche se effettivamente nomina solo gli Enti locali. Dice infine che tutto quanto è emendabile e migliorabile.

Ma non mancano i dubbi, soprattutto sui fondi privati che l'Agenzia statale dovrebbe attrarre. Raffaele K. Salinari, portavoce del Cini, al riguardo è perplesso riguardo alla possibilità dell'Agenzia di attingere a finanziamenti privati per il rischio non solo di un'ingerenza privata nelle politiche pubbliche, ma anche di una "competizione" nella raccolta fondi. "Rimaniamo fortemente contrari - spiega Salinari - all'utilizzo dei fondi privati per colmare le lacune degli investimenti pubblici nella cooperazione internazionale, poiché così si corre il rischio di privatizzare l'aiuto pubblico allo sviluppo".

Proprio per questo - nota Marelli dell'Associazione Ong italiane- auspichiamo che il lavoro avviato dal Governo di consultazione e di concertazione con le ONG Italiane continui e si approfondisca anche nel corso del dibattito parlamentare della Legge Delega. Anche il Cocis, il coordinamento di 28 Ong laiche apprezza l' approvazione della proposta di legge delega ma chiede miglioramenti al testo in sede parlamentare per "assicurare un risultato finale coerente con la natura democratica e popolare della cooperazione".

"Si tratta cioè di lavorare perché ci sia, nel percorso parlamentare che si apre, una capacità di confronto con tutte le realtà direttamente interessate alla cooperazione allo sviluppo, come coloro che rappresentano la "cooperazione decentrata" o quelli che hanno dato vita a reti di solidarietà internazionale che non possono essere messe, in questo senso, sotto le categorie tradizionali, ma rappresentano un'occasione straordinaria e una risorsa per quanto riguarda le relazioni con i Paesi del Sud del mondo" - commenta Nuccio Iovene su Aprile online. "Insomma, mettere insieme nel percorso parlamentare un rapporto positivo con tutti i soggetti che fanno, tutti i giorni e concretamente, cooperazione ed educazione allo sviluppo nel nostro Paese". [GB]

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