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Convertirsi alla nonviolenza?
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Credenti e non credenti si interrogano su laicità religione nonviolenza
A cura di Matteo Soccio
pp 180 - 2004 - 14 euro - Il Segno dei Gabrielli editori
Ci sono uomini sinceramente convinti che il male assoluto della violenza si possa arginare ed eliminare sviluppando, nel pensiero e nell'azione, le risposte della nonviolenza. Non sono più minoranze insignificanti. Stanno crescendo di numero. Sempre più persone credono nella nonviolenza come mezzo efficace per far cadere le armi dalle mani dei violenti e hanno il coraggio di esprimere il proprio dissenso alla guerra e a tutte le forme in cui si manifesta la politica di violenza. Ma il loro approccio alla nonviolenza non è uniforme e si presenta con motivazioni e modi d'espressione differenti.
La questione è affrontata serenamente, da laici e credenti, nei contributi raccolti in questo libro, in cui si intende approfondire il nesso tra fede religiosa, visione laica del mondo e scelta della nonviolenza.
Il libro si può leggere come una risposta ad alcune domande rimaste implicite, ma che possono essere esplicitate per aiutare il lettore: La nonviolenza è un modo religioso o laico di affrontare il mondo? La nonviolenza è una religione, un aspetto della vita religiosa o soltanto un metodo per la risoluzione dei conflitti? Quelli che professano una fede o appartenenza a una religione o chiesa sono naturaliter nonviolenti? La nonviolenza è efficace solo se crediamo in Dio? Qual è il destino della nonviolenza in una società futura completamente secolarizzata?
Il volume è uscito grazie all'impegno delle seguenti associazioni: Associazione Nazionale Amici di Aldo Capitini, MIR, Movimento Nonviolento, con la cura di Matteo Soccio.