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Convegno Telefono Rosa - Roma, 14 dicembre
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"Le donne, un filo che unisce mondi e culture diverse"
Convegno Telefono Rosa - Roma, 14 dicembre 2005
Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003, tirerà le fila del convegno promosso dall'associazione Telefono Rosa in collaborazione con il Comune di Roma e d'intesa con Libera e l'Associazione Aidos. Con lei interverranno Rita Borsellino, Nacera Benali, Rebecca Lolosoli, Sophie Salamata Sedgho Hema, oltre a rappresentanti delle istituzioni italiane.
Un incontro di grande spessore voluto dall'associazione che da anni si batte per i diritti delle donne, per dimostrare come il comune impegno in questo campo può diventare ponte tra mondi e culture diverse. Il convegno sarà anche l'occasione per approfondire la condizione femminile in Italia e nel mondo, in rapporto al potere politico, legislativo ed economico.
Promotori e ospiti del convegno
Telefono Rosa dal 1988 offre ascolto e aiuto alle donne vittime di violenza fornendo loro informazione sui diritti umani e civili fondamentali e sui mezzi per ristabilirli quando vengono violati. L'associazione conta sull'impegno di 60 volontarie, 12 avvocate, 8 psicologhe e 2 funzionarie di banca.
Shirin Ebadi, premio Nobel per la pace 2003, è la prima iraniana e prima donna musulmana a ricevere questo riconoscimento. Prima della rivoluzione islamica del '79 era una delle poche donne giudice in Iran, ma l'interpretazione rigida della legge islamica voluta dagli Ayatollah ha di fatto determinato per le donne l'impossibilità di giudicare un uomo. Da allora esercita la professione di avvocato ed è docente presso l'università di Teheran. Sostiene attivamente i movimenti per i diritti femminili e dei bambini ed è impegnata a fianco dei dissidenti in conflitto con il sistema giudiziario iraniano. Nel 2000 è stata accusata di disturbo della quiete pubblica per aver diffuso il video di un fondamentalista ingaggiato dal governo per compiere azioni intimidatorie contro i riformisti. Per la Ebadi non esiste alcun conflitto tra l'Islam e i diritti umani fondamentali e il dialogo tra culture e religioni deve partire dai valori comuni.
Rita Borsellino, presidente onoraria di Libera - associazioni, nomi e numeri contro le mafie, dopo l'omicidio del fratello, il giudice Paolo Borsellino, e della sua scorta il 9 luglio 1992, è impegnata in un'azione di memoria e impegno civile che l'ha vista portare la sua testimonianza in tutta Italia. Ha incontrato giovani, studenti, associazioni, parrocchie, e ha visitato tutti i possibili luoghi di aggregazione. Ha contribuito alla nascita di Libera e, grazie al suo impegno, è cittadina onoraria di diversi Comuni italiani.
Rebecca Lolosoli, leader in Kenya di un gruppo di donne ripudiate dai propri mariti a seguito di stupri e violenze, ha fondato un villaggio - Umoja (unità) - che accoglie ragazze in difficoltà ed è diventato un avamposto del femminismo africano. Umoja è economicamente autosufficiente grazie ai proventi del centro culturale, del campeggio e dell'artigianato per i turisti. Un esempio di dignità e di vita, nonostante le continue minacce di morte rivolte a Rebecca.
Sophie Salamata Sedgho Hema, del Burkina Faso, è coordinatrice dell'associazione Voix de femmes, che raccoglie donne escisse che si battono contro questa mutilazione alla quale sono esposte quasi tutte le donne del Paese. Insegnante nelle scuole superiori, è impegnata quotidianamente nella sensibilizzazione delle studentesse e degli studenti a non accettare l'escissione, peraltro proibita dalla legge.