Continua l'emergenza mine

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Alle soglie della prima conferenza di revisione del Trattato di Ottawa per la messa al bando delle mine, l'Italia non può e non deve lavarsi le mani dell'emergenza umanitaria causata da questi ordigni, che per tanti anni abbiamo contribuito a disseminare nel mondo. Questo è il commento di Simona Beltrami, coordinatrice della Campagna Italiana contro le Mine, che richiama alle responsabilità dell'Italia. "L'Italia ha fatto molto per promuovere l'adesione di questi Stati al Trattato di Ottawa, ma i tagli di quasi il 50% negli stanziamenti destinati alla lotta contro le mine significano che dove più conta, sul terreno, nei campi, nei villaggi e sulle strade minate, l'impegno del nostro Paese si è drasticamente ridotto." "Per fortuna, l'Italia non è solo questo. Sono infatti molte le organizzazioni non governative italiane che realizzano attività di bonifica, prevenzione ed assistenza alle vittime nei Paesi più gravemente colpiti, che porteranno alla conferenza di revisione del Trattato di Ottawa la loro esperienza ed il loro impegno."

L'entità del problema è messa in luce dai dati della nuova edizione del Landmine Monitor Report, presentata oggi contemporaneamente in 25 capitali: 83 Paesi sono ancora infestati da mine e ordigni inesplosi che causano la morte o il ferimento di almeno 15.000 persone ogni anno, l'86% delle quali sono civili e il 23% bambini. "Il fatto che 40 dei 65 Paesi in cui si sono registrati nuovi casi di vittime siano ormai pacificati, spesso già da anni, illustra drammaticamente l'impatto di lungo periodo delle mine," sottolinea Annalisa Formiconi, rappresentante del Landmine Monitor, aggiungendo che bisogna anche tenere in considerazione i sopravissuti a incidenti da mine, stimati a quasi 400.000 persone, che avranno bisogno di sostegno di vario genere nel corso di tutta la loro vita.

Nei cinque anni trascorsi dall'entrata in vigore del Trattato di Ottawa si sono registrati degli innegabili progressi: sono scesi a quattro i governi che ancora fanno uso di mine (Birmania, Georgia, Nepal e Russia - erano 15 nel 1999), solo 15 Paesi continuano a produrne (erano più di 50 cinque anni fa), il commercio è praticamente bloccato, e sono stati bonificati complessivamente più di 1.100 kmq di terreno. Inoltre, 143 Paesi hanno aderito al Trattato (di cui sei negli ultimi 14 mesi) e altri nove lo hanno firmato, senza però ratificarlo, e più di 37.700.000 mine (di cui 7.100.000 in Italia) conservate nei loro arsenali sono state distrutte e sottratte ad ogni possibile uso in futuro. Rimangono però ancora enormi sfide da affrontare: è in aumento l'uso di mine da parte di gruppi armati non statali e rimangono ai margini del Trattato di Ottawa 42 Paesi tra cui tre dei cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza dell'ONU (Cina, Russia e Stati Uniti), e altri Paesi importanti quali Finlandia, India, Pakistan, Egitto e Israele.

Fonte: Campagna Mine

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