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Commercio: Usa, approvato il Cafta ma con difficoltà
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Alla fine ci è riuscito, il presidente Bush a ottenere la ratifica anche della Camera all'accordo di libero scambio che unisce gli Stati Uniti al Costa Rica, alla Rep. Dominicana, El Salvador, Guatemala, Honduras e Nicaragua. Ma la battaglia è stata dura. L'approvazione è avvenuta dopo la mezzanotte con due soli voti di scarto, 217 a 215 subito, con un finale ad alta tensione che ha evidenziato, se ancora qualcuno non se ne era accorto, che i tempi del NAFTA e dell'epopea del libero scambio sono tramontati anche negli States. Per ottenere l'approvazione i repubblicani hanno dovuto sudare perché dopo gli usuali 15 minuti di voto, alle 23:17 i NO superavano i voti favorevoli per 180 a 175, con molti membri (repubblicani) che non avevano votato perché contrari all'accordo o indecisi.
I leader repubblicani della Camera hanno allora ottenuto un prolungamento dei tempi di voto di altri 47 minuti, durante i quali sono andati a recuperare e convincere ad uno ad uno i loro colleghi di partito contrari al CAFTA. E' stata una sorta di mercato, poiché per gli indecisi si è trattato di una occasione per "vendere" il loro voto in cambio di finanziamenti o impegni in relazione a future nuove leggi. Si parla di promesse di mancato taglio di alcuni sussidi agricoli e di impegni nelle future leggi su energia e superstrade che in autunno saranno varate. Alla fine il voto ha sancito l'approvazione del CAFTA. Solo 15 dei 202 membri della Camera Democratici hanno votato a favore, mentre sono rimasti in 27 su 232 i repubblicani che hanno detto NO, nonostante le pressioni del proprio partito.
Bush ha dovuto giocare tutto il suo prestigio ed insieme al vice Cheney si è recato di persona a Capitol Hill, non accadeva da due anni, e per un'ora ha parlato ai colleghi di partito sostenendo che il nuovo accordo costituisce un pezzo importante della sua politica di sicurezza, necessario anche per far calare i sentimenti anti-americani in America latina.
"Le madri e i padri del Salvador amano i loro figli così come noi amiamo i nostri" ha confessato il presidente USA sollecitando la necessità di aiutare le giovani democrazie dei paesi vicini e facendo alla fine notare che quattro dei sei paesi interessati dall'accordo hanno assistito gli USA nell'intervento militare in Iraq. Rob Portman, il rappresentante al commercio USA che ha preso il posto di Robert Zoellick, ha commentato il voto con soddisfazione dicendo che si tratta di un potente segnale degli USA al resto del mondo sul suo desiderio di continuare ad aprire i mercati e "leveling the playing field" (letteralmente livellare il piano di gioco) come recita dalla sua nascita l'Organizzazione mondiale del commercio, impegnata in questi giorni in un Consiglio generale a Ginevra.
Il CAFTA è il primo accordo "sub-regionale" negoziato fra partner fortemente diseguali visto che il PIL complessivo dei paesi del centro America interessati è pari allo 0,5% di quello USA. Il CAFTA prevede la liberalizzazione dei mercati di quasi tutti i beni e servizi dei sei paesi centroamericani, compresa agricoltura, servizi e appalti pubblici. In cambio gli USA hanno promesso di aprire il loro mercato in settori sensibili come il tessile e lo zucchero (aumentando le quote di importazione da questi paesi). L'opposizione in America era sostenuta dalla paura di perdita di posti di lavoro e dalle pressioni delle imprese tessili e della lobby saccarifera.
di Roberto Meregalli (Beati Costruttori di Pace / Rete di Lilliput)