Colombia: Unhcr chiede la salvaguardia delle popolazioni indigene

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In occasione della Giornata Mondiale delle Popolazioni Indigene, l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (Unhcr) in Colombia rivolge oggi un appello a tutti i gruppi armati del paese affinché salvaguardino dal conflitto armato le popolazioni indigene e rispettino la distinzione tra combattenti e non combattenti. L'Unhcr ha più volte avvertito che in Colombia i gruppi indigeni sono sottoposti a un crescente rischio di violenza, quando non di sparizione, a causa del conflitto in corso.

I gruppi indigeni sono sempre più spesso costretti ad abbandonare le loro terre ancestrali e a raggiungere i paesi vicini per trovare salvezza. Negli ultimi mesi, migliaia di persone appartenenti a comunità indigene hanno lasciato le proprie terre per fuggire dalla violenza. L'ultimo episodio, avvenuto il mese scorso, ha visto più di 1.700 indigeni Awà lasciare le loro riserve nel dipartimento di Nari㱀o, nel sud del paese, vicino al confine con l'Ecuador, per fuggire ai combattimenti tra un gruppo armato irregolare e l'esercito colombiano. Finora non sono ancora stati in grado di fare ritorno alle proprie case.

Nel mese di aprile più di 1.500 indigeni sono fuggiti dalle loro terre natali nel dipartimento di Choc㳀, dopo che due dei loro leader erano stati uccisi dai membri di un gruppo armato irregolare. Hanno trovato rifugio nella piccola città di Istamina, dove molti dei loro bambini sono morti. La maggior parte di essi sono ora ritornati alle loro comunità, anche se le condizioni di sicurezza non sono ancora ottimali. Attualmente nel dipartimento di Choc㳀 sta crescendo la preoccupazione per la sorte delle comunità Embera coinvolte nei combattimenti tra gruppi armati irregolari vicino al confine con Panama. Queste comunità non sono in grado oppure non vogliono lasciare le proprie terre per paura di non potervi più fare ritorno. Anche le comunità Bari, vicino al confine con il Venezuela, stanno scegliendo di rimanere nei propri territori dove c'è una forte concentrazione di gruppi armati irregolari e dove sono ad alto rischio di violenza.

Il milione di persone appartenenti a comunità indigene in Colombia costituisce meno del 3 per cento della popolazione totale del paese, a fronte del 25 per cento del vicino Ecuador. Secondo l'Organizzazione Indigena Nazionale della Colombia (ONIC), 23mila indigeni sono stati costretti all'esodo forzato nel corso dello scorso anno. Sono anche stati vittime di omicidi mirati, di minacce e di reclutamento forzato. Quasi la totalità dei più di 80 gruppi indigeni del paese è a rischio. L'Unhcr promuove i diritti di più di 2,5 milioni di persone sfollate all'interno del paese e dei rifugiati colombiani nei paesi vicini.

La ong italiana Coopi ha sviluppato un progetto volto all'accoglienza dei profughi colombiani in Ecuador in prossimità della cittadina Lago Agrio, realizzato in collaborazione proprio con Unhcr (Alto Commissariato delle nazioni Unite per i Rifugiati): il progettto coinvolge 6.858 rifugiati e prevede la gestione di una casa di accoglienza, realizzazione di piccole attività generatrici di reddito e attività volte all'integrazione tra ecuadoriani e colombiani.

Intanto in una Bogotá presidiata da più di 30.000 poliziotti e militari, il presidente ぀lvaro Uribe ha giurato ieri per il suo secondo mandato consecutivo, al quale ha potuto avere accesso dopo una riforma ad hoc della Costituzione. Nel suo discorso d'investitura, pronunciato davanti a undici capi di Stato stranieri e 68 delegazioni inviate da altrettanti paesi e organizzazioni internazionali, Uribe si è impegnato a mettere fine alla guerra civile in Colombia e ha fatto sapere ai gruppi armati attivi nel conflitto colombiano che non accetterà più una "pace ingannevole" - riporta l'agenzia Misna.

぀lvaro Uribe, 54 anni è stato l'artefice del recente Trattato di libero commercio con gli Stati Uniti ed è uno stretto alleato del presidente Usa George W. Bush: è stato rieletto lo scorso 28 maggio per un secondo mandato consecutivo avendo ottenuto al primo turno il 62% dei voti e rimarrà in carica fino al 2010.

Tra i principali urgenze, oltre a mettere fine alla quarantennale guerra civile, Uribe ha deto di star studiando un meccanismo che permetta al governo di raggiungere un accordo umanitario con le Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) per lo scambio di ostaggi con guerriglieri in carcere. [GB]

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