Cnel: nel Nord Italia prosegue la 'conquista silenziosa' delle mafie

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Il traffico di droga, l'usura e il pizzo, ma anche l'edilizia, i grandi appalti e la finanza. I tentacoli della piovra mafiosa sono ormai saldamente stretti attorno alle ricche città del Nord. È il quadro che emerge dal rapporto del CNEL (Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro) su "'L'infiltrazione della criminalità organizzata nell'economia di alcune regioni del Nord Italia" (testo completo in .pdf) presentato nei giorni scorsi presso la sede dell'organismo a Villa Borghese a Roma.

Dal documento, frutto di quattro anni di lavoro, emerge che nel Nord Italia (inteso come insieme delle regioni Piemonte, Lombardia, Liguria, Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Veneto ed Emilia Romagna) è stata registrata, fino al 30 giugno 2009, le confisca di 791 beni immobili per un valore di oltre 142 milioni di euro, 108 dei quali solo in Lombardia. A questi numeri vanno ad aggiungersi anche quelli delle aziende per 1,7 milioni di euro. "Cifre - commenta il Cnel - impressionanti, che da sole ci indicano la grande capacità espansiva e il radicamento nelle regioni del Nord delle organizzazioni criminali meridionali".

"Il nuovo millennio ha portato delle novità, ma molte di esse non sono affatto buone notizie" - afferma il rapporto riguardo al Nord Italia. "La presenza mafiosa, nonostante importanti operazioni della magistratura, ha continuato ad estendersi, e ai vecchi territori dove c’era già una presenza mafiosa altri se ne sono aggiunti, del tutto nuovi". Si tratta - sottolinea il rapporto della "conquista silenziosa di pezzi dell’economia legale, la sostituzione di vecchi proprietari – imprenditori o commercianti – attraverso il prestito usuraio che è diventato il vero cavallo di Troia per conquistare le cittadelle economiche del Nord".

Il rapporto ricostruisce storicamente la "conquista" delle regioni settentrionali da parte delle cosche meridionali negli ultimi cinquanta anni. Tre, essenzialmente, le strade che hanno portato al Nord i mafiosi: l'invio in soggiorno obbligato dei boss, prima siciliani e poi camorristi e 'ndranghetisti; l'emigrazione nel triangolo industriale di Torino, Milano e Genova; la scelta strategica, soprattutto fatta dalla 'ndrangheta, di insediarsi stabilmente al Nord. A distanza di decenni, lo scenario che emerge vede i mafiosi pienamente inseriti in settori dell'economia, proprietari di immobili, di attività imprenditoriali e commerciali, impegnati nel riciclaggio ed in cerca di relazioni con il mondo politico.

La 'ndrangheta è l'organizzazione criminale numero uno, adesso al Nord: in Lombardia si sono spostate tutte le 'ndrine che contano ed ognuna ha trovato il proprio spazio. Indagini nell'hinterland di Milano mettono in luce la loro presenza sia nei lavori dell'alta velocità ferroviaria e in quelli dell'ampliamento dell'autostrada A4, sia il rapporto nuovo tra imprenditoria 'ndranghetista e imprenditoria lombarda

“C’è ormai la consapevolezza – ha dichiarato a 'il Velino'' Paolo Annibaldi, coordinatore dell’Osservatorio socio economico sulla criminalità del Cnel - che occorre un patto che si fonda sull’utilità e la convenienza della legalità, un fattore decisivo dello sviluppo economico. Convenienza e legalità sono un fattore imprescindibile dello sviluppo”. Questo dimostra, senza dubbio, come la criminalità organizzata abbia radici solide anche al Nord e che siano necessari provvedimenti urgenti per combatterla".

Il Cnel ritiene necessari e non più rinviabili una serie di provvedimenti: "un attento controllo e monitoraggio della realizzazione delle grandi opere del Nord Italia; il rafforzamento delle strutture di indagine della Polizia e della DIA; una griglia molto stretta per l’assegnazione degli appalti; il monitoraggio della rete dei subappalti con elenchi preventivi delle aziende che si occupano di edilizia; il ripristino della tracciabilità dei pagamenti relativi al progetto con pagamento elettronico; la denuncia anonima della richiesta di pizzo fino al dibattimento; l’estensione a livello nazionale dell’espulsione da Confindustria di chi non denuncia".

L’ulteriore necessità è quella di un decalogo per la composizione delle liste elettorali nelle elezioni locali e nazionali e, inoltre, una norma che esclude definitivamente da qualsiasi competizione politica i condannati per corruzione e mafia.

Un problema quello dell'infiltrazione mafiosa nel Nord Italia sul quale ha posto l'attenzione anche la Conferenza Episcopale Italiana (CEI) che ieri ha presentato il documento "Per un Paese solidale - Chiesa italiana e mezzogiorno" (testo in .doc) nel quale si afferma che "in questi ultimi vent'anni le organizzazioni mafiose, che hanno messo radici in tutto il territorio italiano, hanno sviluppato attività economiche, mutuando tecniche e metodi del capitalismo più avanzato, mantenendo al contempo ben collaudate forme arcaiche e violente di controllo sul territorio e sulla società".

Un'analisi che l'associazione Libera sente di accogliere e di condividere. Le mafie vengono condannate senza mezzi termini in quanto "avvelenano la vita sociale, pervertono la mente e il cuore di tanti giovani, soffocano l'economia, deformano il volto autentico del Sud". "Siamo certi - riporta il comunicato di Libera - che, il documento della CEI, accolto con attenzione e responsabilità dai credenti e dalle persone di buona volontà, potrà costituire nuovo stimolo per una coralità maggiore nell'impegno per la costruzione della cultura nuova della legalità democratica".

"Sentiamo pertanto di condividere - conlude Libera - la convinzione che la mafia, definita vero e proprio "peccato" e "piaga profonda", non interessi esclusivamente il Sud dell'Italia ma l'intero Paese e pertanto l'azione di contrasto deve costituire un impegno comune. La speranza di debellare questa "tessitura malefica che avvolge e schiavizza la dignità della persona" deve vederci tutti protagonisti: istituzioni, agenzie educative, chiese, associazioni e giovani che vogliano guardare con una speranza nuova al futuro".

L'appuntamento invita a partecipare il prossimo 20 marzo a Milano alla "XV Giornata della memoria e dell'impegno" che costituisce un momento importante di questo percorso di nuova consapevolezza. [GB]

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